NAVIGARE E COMUNICARE IN RETE

CLASSI TERZE

I ragazzi delle classi terze hanno approfondito la conoscenza del mondo Internet scoprendo "COS'E' & COME FUNZIONA", imparando a "FARE RICERCA" utilizzando il web e confrontandosi su tematiche a loro vicine: "I PERICOLI DELLA RETE", "CYBERBULLISMO", "DIPENDENZE DA INTERNET" e molto altro

attraverso lezioni dialogate, attività singole, a gruppi e riflessioni personali.

 

Qui vengono riportate alcune tappe del percorso

CHAT & SELFIE

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Al termine della lezione è stata proposta una traccia per riflettere sull'argomento proposto, i video presentati

e quanto emerso in aula.

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LE RIFLESSIONI DEGLI ALUNNI

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ANNO SCOLASTICO 2019-2020(1).pdf
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BULLISMO & CYBERBULLISMO

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Al termine della lezione è stata proposta una traccia per riflettere sull'argomento proposto ed i video presentati affrontando anche la storia di Carolina Picchio e la lettera scritta dal padre.

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LETTERA PAPÀ CAROLINA.pdf
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COSA E' ACCADUTO IN AULA?

I ragazzi hanno espresso le proprie opinioni facendo emergere istintivamente le emozioni primarie quali RABBIA, DISGUSTO, PAURA, VERGOGNA e TRISTEZZA. In seguito sono state incanalate per giungere a riflessioni più ragionate il cui filo conduttore è stato l'introduzione della parola EMPATIA; del suo significato e del perchè non sia sufficiente affinchè non accadano più atti di Bullismo e Cyberbullismo.

 

VIDEO FINALE PROPOSTO: Monologo Tiziano Ferro


NON TUTTO E' LECITO

Troppo spesso la rete diventa un campo di battaglia dove si consumano diverse tipologie di reati e comportamenti devianti al limite del lecito che con sempre più frequenza coinvolgono, nel bene e nel male, giovani e minori

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COSA È STATO CHIESTO?

Prima di iniziare la lezione è stato chiesto agli alunni di prendere un foglio ed una penna e di annotare, durante l'ora, in modo veloce, semplice e non rielaborato pensieri, parole, frasi o altro che venisse suscitato dagli argomenti trattati e dai video proposti.

Successivamente ognuno ha ripreso ciò che ha scritto per riportarlo in una presentazione multimediale.

ALCUNI LAVORI...

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ELISA FACCIOCCHI-PRESENTAZIONE PDF.pdf
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Gaia Corini.pdf
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Maria Bettoni.pdf
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Zoe Zanini.pdf
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Alice Corbari PDF.pdf
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SOFIA BIAGGI PDF.pdf
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DIPENDENZE DA INTERNET

Malattie del terzo millennio: attenzione all’Internet dipendenza

 

HIKIKOMORI

RELAZIONI VIRTUALI

SOVRACCARICO COGNITIVO

VIDEOGIOCHI

...e tante altre!!

 

 

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RIFLESSIONE FINALE

L’uomo della strada che calca i marciapiedi delle nostre città da una parte si stordisce con tablet, smartphone e Tv e dall’altra, alla fine della giornata, si guarda nello specchio di internet e si domanda insieme al suo connazionale Leopardi: «ove tende questo vagar mio breve? Ed io che sono?».

È lo stesso uomo che il 20 luglio 1969 ha alzato lo sguardo verso il cielo con incredulità, timore e trepidazione per osservare la partenza dell’Apollo 11 dal suolo americano portando in grembo un sogno e assecondando una predisposizione naturale: la curiosità di spingersi oltre, la voglia di conoscenza oppure è un altro uomo che quello sguardo lo ha abbassato alla “scoperta” di mondi digitali del web e in quelli apparenti del piccolo schermo?

Svolgi la traccia pensando alle tue esperienze personali, al percorso fatto durante le ore di laboratorio digitale ed a quanto altro ti aiuti a riflettere.


Zoe Zanini

Chi sono io e in che mondo vivo? Queste sono le domande che mi sono posta in questi mesi, mi sono resa conto che quello che ormai sta prendendo il posto della realtà, Internet, non sempre aiuta; in queste lezioni mi sono trovata faccia a faccia con la finzione, la cattiveria, la paura di chi ormai non sa più che strada prendere… Sentire le parole di chi ha vissuto o sta vivendo brutti momenti a causa di Internet, mi ha portato dinanzi ad un precipizio, un vuoto, un dubbio enorme! Passo almeno 2 ore della mia giornata davanti ad uno schermo, guardando la vita di altri, senza pensare ai pericoli che corro e non penso nemmeno se quello che vedo o sento di quella persona è vero; la risposta l’ho trovata in una persona in particolare, il mio cantante preferito, che ora è diventato come una guida grazie alle parole che pronuncia prima di ogni concerto. Questa è una delle sue frasi che mi ha colpito di più:

“ Non pensate che io sia sempre come sono ora, solare e sorridente, perché quello che vi mostro è solo una piccola parte della mia vita; io non sono solo quello che vedete”. 

Queste sono parole che non dimenticherò mai. Io sono come uno schermo, faccio comparire solo quello che voglio e a chi voglio. Ci sono due ragazze che hanno visto l’altra mia faccia come tre americani hanno visto l’altra faccia della Luna… Quelle due ragazze mi hanno aiutato molto, sicuramente più del leggere su un cellulare parole vuote, mi hanno aiutato più di qualcuno che non conosco, se oggi sto bene non è grazie ad Internet, ma è grazie a due persone stupende! Siamo tutti umani, tutti possiamo sbagliare, tutti abbiamo delle paure o delle fragilità ed è probabilmente questo quello che ci rende diversi e speciali; noi siamo ancora come gli uomini che il 20 luglio del ’69 decisero di rischiare tutto per andare sulla Luna, l’unica cosa che è cambiata sono i nostri bisogni e le nostre priorità. Se ascolto il telegiornale, 9 notizie su 10 sono omicidi, aggressioni, attentati e suicidi, è come se il bisogno di sfogarsi abbia preso il sopravvento su questo mondo, come se la violenza sia diventata appagante come un abbraccio. Grazie a Internet noi possiamo fare tutto quello che vogliamo, e possiamo avere tutto nell’immediato e questo ha influenzato le nostre vite: quando la persona di cui si era innamorato, si è fidanzata con qualcuno al di fuori di lui, la voglia di possederla, ha superato tutto, dalla realtà alle emozioni dell’altra, così per tenerla per sé, ha ucciso l’unico ostacolo che aveva davanti: il fidanzato; che fosse suo amico o no, non gli interessava. Questa non è la storia di un solo uomo, ma questo è quello che succede nel mondo, un mondo di tanta, troppa violenza e poco amore vero. La violenza, secondo me, è un modo per nascondere le nostre fragilità, una cosa imparata dopo avere trascorso del tempo dietro ad un avatar. Prima di Internet, c’era già la violenza ma adesso secondo me ci sono nuovi motivi, motivi senza capo né coda, ma per alcuni sempre motivi.

Ma io mi chiedo cosa succederebbe se in tutto il mondo, Internet si spegnesse..!  

Tutti finalmente alzerebbero lo sguardo da quel piccolo, minuscolo schermo futile per guardare un altro schermo: il cielo. Il cielo che con le sue luci e la Luna e il Sole, ci riempie la giornata; tutti lo guarderebbero e si renderebbero conto che una foto, non riuscirebbe mai a contenere tutta la sua maestosità. Tutti si renderebbero conto che la violenza non risolve nulla; anche il cielo lo ha imparato, quando scagliò sul nostro pianeta un enorme asteroide, che fece estinguere i dinosauri e la vita; eppure noi siamo qua, sullo stesso pianeta! Tutti capirebbero che la vita è molto più di uno schermo, capirebbero che il pianeta su cui viviamo è incredibilmente vasto e colorato… Anche io capirei tutte queste cose nonostante mi piaccia guardare i tramonti con mio nonno ogni sera o cercare le costellazioni nel profondo e terso cielo notturno; anche io vedrei tutto come la prima volta, come con lo sguardo di un bambino, in questo mondo grigio e cupo vedrei tutto a colori.

Nulla dice che tutto ciò non possa succedere quindi, nel frattempo attenderò che questo accada.

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Maria Malvezzi

Cambiare è una cosa naturale, istintiva, necessaria per la sopravvivenza dell’umanità.

Sin dall’inizio della sua esistenza, l’uomo ha sentito il desiderio di svilupparsi in ogni campo possibile apprendendo sempre di più. Questo è stato molto utile in vari modi: abbiamo imparato sempre più cose che ci hanno aiutato a migliorare la nostra vita e in noi, si è instaurato un desiderio di conoscenza molto forte. Insieme abbiamo fatto molte cose, insieme siamo riusciti ad andare nello spazio e, insieme, siamo riusciti a creare un elemento che può essere la nostra rovina: “internet”.

Internet assume diverse funzioni: mappa, consigli, può fare anche da libro, sembra quasi un amico ormai indispensabile per noi ma questa amicizia, è anche la causa di molte tragedie.

Questo mezzo può causare danni alla salute mentale di persone fragili ma provoca anche vittime umane.

In alcuni casi le persone possono diventare dipendenti e ossessionate da Internet tanto da isolarsi e non avere più contatti con il mondo reale che, invece, offre un sacco di possibilità per tutte le persone.

Credo chele persone più a rischio sono i giovani perché questo strumento ormai viene installato nelle vite umane già all’inizio. Per evitare certe cose sarebbe meglio far vivere esperienze positive ai propri figli così che possano apprezzare meglio il mondo esterno perché, come ho detto prima, anche se c’è tanto male per contrastare c’è tanto bene.

La bellezza di una semplice passeggiata con gli amici è molto meglio dio un viaggio nel mare di internet insieme a paura, tristezza e rabbia.

L’uomo non smetterà mai di muoversi ma quello pieno di sogni, di speranza, di desideri, di curiosità, viveva in una realtà migliore della nostra e poteva definirsi davvero felice.

Io non sono un’esperta in questo campo ma credo di aver fatto capire bene la mia opinione rispetto all’uomo di adesso e all’uomo del passato e adesso vorrei porvi alcune domande importanti:

· Avete dei sogni?

· Cosa pensate del mondo?

· Cosa fareste se poteste cambiare la situazione?

· Come vi sentite con voi stessi?

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Alice Corbari

Io ho trovato molto interessanti le ultime lezioni di laboratorio digitale perché molte cose prima non le conoscevo...Pensavo che Internet fosse un mondo digitale protetto, sapevo che molte persone ne usufruivano ma non fino a certi punti...Internet può essere un mondo protetto se tutti lo utilizzano in modo giusto, ma la maggior parte supera il limite, anche il limite della legalità!
L’uomo si lascia distrarre da internet per colmare il vuoto, alla ricerca del senso della vita, nella ricerca della conoscenza, anche se ha in mano una mole di informazioni prima impensabili, non risolve il dilemma...qual è il senso della vita? La risposta sta proprio nel canto di Leopardi: la natura!
Dovremmo tornare a guardarla con occhi meravigliati per ritrovare il senso della vita, ovvero Dio che l’ha creata. Dovremo fare tutti come Ciaula, che dopo aver alzato finalmente lo sguardo, scopre la bellezza della luna, lascia cadere a terra i suoi sacchi e la fissa incantato. Dovremmo fare come i nostri predecessori che alla partenza dell’Apollo 11 si entusiasmavano lasciando da parte per una volta il superfluo e ammirando la realtà!
In classe abbiamo parlato degli Hikikomori, persone anche della mia età che si rinchiudono nella loro stanza, per lo più al buio perché non si piacciono e non si sentono accettati. Questi ragazzi si nascondono dal mondo reale e vivono la vita facendo finta di essere un personaggio virtuale creando nik name forti. Però si rovinano la vita, perché la vita vera è fuori, non è sicuramente in internet e non si può vivere davvero se non si hanno neanche un po’ di curiosità e coraggio nell’affrontare gli ostacoli della vita. In internet tutto è più facile perché basta schiacciare un tasto e gli errori vengono eliminati, nella vita non funziona così, bisogna imparare dai propri errori e trarne beneficio per non sbagliare più!
Io sono la prima a dire che internet è un mondo stratosferico dove i social sono incantevoli, ma mi rendo conto che molte volte si passano ore davanti al telefono, computer, tablet, senza accorgersi di quello che magari le persone intorno a te domandano. Siamo talmente affascinati da questo mondo che poi non sappiamo distinguere la vita reale o il gioco virtuale ma ogni tanto dovremo staccare gli occhi dal telefono e guardare il mondo che ci circonda, non lasciamoci distrarre troppo dal digitale.
Ero curiosa di sapere quale fosse l’immagine di Instagram con più like e con mia grande sorpresa ho scoperto che non è il calciatore famoso come Ronaldo o la cantante del momento Ariana Grande... è l’immagine di un semplice UOVO su fondo bianco!!! (+ di 50 milioni di like). Il dubbio sul senso della vita di Leopardi e nostro è davvero così attuale!
Dobbiamo imparare a proteggere l’ambiente reale nel quale viviamo, proteggendo anche noi stessi da abusi, violenze, illeciti...Internet è certamente di grande utilità per tutti, ma deve tornare ad essere il mezzo...non il fine.

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Lucrezia Ferrari

L’uomo è sempre l’uomo. I suoi occhi non sono cambiati rispetto a 50 anni fa, sempre increduli e attenti verso le cose nuove. Eppure le circostanze sono differenti. Ciò da qui era ammaliata l’umanità esattamente 50 anni fa era qualcosa di grande, stupefacente, ma sopratutto, qualcosa di buono. Quello che c’è oggi è certamente grande e stupefacente, ma non sempre buono. Con tutte queste tecnologie il mondo sta cambiando sta facendo passi avanti, ma sta anche provocando tante cose brutte, tanti avvenimenti spiacevoli e sta provocando anche la morte di molto persone. In rete tanta gente viene insultata, bullizzata, in maniera molto grave. Il vero rischio è che la rete non è controllata, tutto è possibile e gente malata si può permettere di pubblicare contenuti per far soffrire ulteriormente persone deboli, portando in certi casi al suicidio della povera vittima. Questo prima dell’invenzione del web era impossibile, in quanto le uniche forme di bullismo erano “reali”, avvenivano faccia a faccia, e tutto poteva essere risolto da delle persone adulte che aiutavano il ragazzino o il bambino. Nella rete questo è difficile, molto difficile, perché anche con l’intervento di persone grandi, o addirittura della polizia, rimane sempre e comunque una traccia di qualsiasi contenuto. Questa situazione sta veramente degenerando, una ragazza non può postare una foto in costume perché se no è ritenuta una “poco di buono” oppure ancora peggio finisce su siti pornografici, una ragazzo non ha il diritto di esprimere un proprio parere che viene assalito da migliaia e migliaia di gente tramite un computer o un cellulare. Forse è questo il vero danno. Le persone attraverso dispositivi elettronici si prendono la libertà di fare ciò che si vuole, di deridere, di distruggere una persona, sentendosi potenti attraverso un telefonino. In realtà i più deboli sono loro, senza coraggio di farsi vedere, con intenzione malvagie e schifose, mascherandosi dietro ad un nickname.

 

C’è di tutto nella rete. Ci sono siti pro anoressia che incitano le persone anoressiche, che hanno una patologia molto grave, a mangiare ancora meno, ci sono siti pro bulimia che spiegano come e quando vomitare per “non sentirsi in colpa dopo aver mangiato”. C’è gente che si rifugia intere giornate sul web, finendosi col rinchiudersi in una stanza per gran pare della vita, come gli Hikikomori.

 

Questo in me ha suscitato un gran disprezzo, dispiacere, ma sopratutto mi ha aiutata a ragionare su me stessa. Ora prima di pubblicare qualcosa ci penso su due volte, perché anche a me sono capitate delle esperienze poco piacevoli, che fortunatamente sono riuscita a superare. Una volta mi è successo di pubblicare una foto normale, innocente e una persona che non conosco ha iniziato ad attaccarmi, dicendo che ero brutta, facevo schifo, che non meritavo di stare al mondo… Questa esperienza mi ha molto scossa e ho cominciato a chiedermi : “Magari è vero quello che dice, perché se no che senso avrebbe dirmi così se non è realmente vero”. Allora ho incominciato a farmi molte domande. Successivamente ne ho parlato con mia madre che mi ha aiutata. Sono riuscita a uscirne, fortunatamente. Ho pensato che però un’altra ragazza avrebbe potuto fare diversamente, se non fossi stata io, che sono una ragazza forte e sopratutto sicura di me. Ancora oggi però mi chiedo perché avrebbe dovuto insultarmi così gratuitamente, senza un apparente motivo. La risposta l’ho trovata in queste lezioni. Dall’altra parte dello schermo c’è solo cattiveria, nessuno che vuole aiutarti, spesso c’è tanta invidia. Sinceramente non capisco tutta questa cattiveria, ma d’altronde viviamo in questo mondo, in questa epoca ed ormai siamo ad un punto dove non si può più tornare indietro: le tecnologie sono troppo diffuse. Mi chiedo se vorrei essere nata 50 anni fa, dove tutto era più semplice.

 

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Francesco Ventura

No, gli uomini di oggi sono diversi da quelli del 1969, perchè NON C’ERANO telefoni così avanzati con nuove tecnologie come oggi nel 2020, che nel tempo cresceranno sempre di più, tanto che NON possiamo starne senza, sopratutto sono indispensabili i telefoni ,ma anche i computer o i tablet; questi dispositivi, però, se usati troppo, fanno venire il mal di testa. Nei video guardati in classe abbiamo avuto le prove dei danni che possono causare i cellulari usati in modo superficiale e INCOSCIENTE: ad esempio il caso di Carolina, che ha chattato con uno sconosciuto, oppure delle ragazze anoressiche che si influenzano a vicenda diventando sempre più magre e rischiando di morire, oppure gli hikikomori ( ragazze/ ragazzi/ persone) completamente isolati dalla società per stare sui social; ci sono poi ragazze che postano le loro foto nude per farle  vederre solo ai loro amici, ma che poi le hanno diffuse a tappeto sul web e facendole girare sui social (facebook, istagram, google, yahoo, ecc.). Secondo me queste persone, in fondo al loro cuore, desiderano essere qualcuno, essere amati e ammirati, ma usano il modo sbagliato per dimostrarlo, e in realtà danneggiano se stessi.

IO DESIDERO cose grandi, ad esempio  diventare grande, più intelligente, sapere più cose, maturare, migliorare il mio comportamento con le persone, scopriere anche il senso della vita. Mi sento vicino a Leopardi che domandava alla luna il senso delle cose, perché anch’io me lo domando; ma  mi sento anche vicino a quei primi uomini sulla luna che avranno provato una grande emozione per avere fatto una cosa che al tempo di Leopardi nessuno immaginava di poter fare, perché sembrava una cosa impossibile. Il percorso iniziato a scuola su questo tema, mi ha fatto molto pensare: prima guardavo spesso il telefono per vedere se c’erano messaggi, nuovi post, giocavo molto ai videogiochi; adesso riesco a limitare il tempo sui social e con i video, perché ho visto cosa può succere a chi si lascia troppo condizionare da essi. Penso che la maturazione vera di un  ragazzo avvenga tramite altre cose, come la scuola, lo sport, gli amici, le esperienza concrete e non quelle virtuali. Il cellulare cerco di usarlo quando serve: per esempio in questo periodo  vorrei  guardarlo una volta alla settimana e dedicare più tempo a stare con mio fratello, a interessarmi di quello che succede nel mondo, a fare delle cose con le altre persone che mi sono vicine. Mia mamma vuole che io guardi il telefono un po' di più per ricevere e mandare le comunicazioni, per esempio del Baskin. In questo caso il telefono è utile.

Per concludere, secondo me gli uomini di tutti i tempi ce li hanno i desideri, cercano un senso nelle cose, a volte però lo cercano in modo sbagliato, come i ragazzi di cui ho parlato prima, rischiando gravi conseguenze.

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Alice Paglioli

Ormai questo mondo è cambiato, siamo circondati ventiquattro ore su ventiquattro da schermi, luci e dà le migliaia di tecnologie che circondano la nostra vita, e che rendono schiave le persone che ne fanno uso. Cosa ci differenzia dalle persone che quel 20 luglio 1969 alzarono il loro volto al cielo in cerca di quella navicella che avrebbe portato alla splendida e candida luna?

La risposta è più semplice di quanto si pensi, a differenza di quelle persone che alzavano lo sguardo per curiosità e per vedere la magnificenza dell’uomo nelle sue azioni e nelle sue imprese, noi lo sguardo lo abbassiamo in cerca della “gloria sociale” e della finta soddisfazione che riceviamo quando una nostra foto, un nostro commento ha ricevuto tanti   like e il nostro giudizio si basa solo su come una persona appare, non di come è in realtà, ma solo da come si presenta.

La domanda che dobbiamo porci tutti oggi, in questo mondo prigioniero delle tecnologie, è cosa faremo noi se i nostri aguzzini un giorno non funzionassero più, e lasciassero aperte le celle che ci imprigionavano? Quante persone si lascerebbero alla disperazione e al panico, perché private dell’unico rifugio opprimente che li ospitava e che ormai loro consideravano la loro sola casa, la loro sola prigione. Ma più che questo bisognerebbe domandarsi quante sono le persone che continuerebbero serenamente la propria vita; in questi giorni siamo talmente abituati al freddo tocco delle catene della tecnologia che ci siamo dimenticati come è essere liberi, come è vivere davvero.

E ora è giunto il momento di alzare la testa, di alzare lo sguardo di accorgerci veramente delle meraviglie che ci circondano, di uscire dalle nostre stanze e dalle nostre case, che il mondo è là fuori non in quel piccolo rettangolo fatto di circuiti e senza anima. È ora di correre di saltare senza preoccuparci del giudizio delle persone, noi valiamo infinitamente di più di ogni singolo “mi piace” che riceviamo.

Alziamo lo sguardo per guardare gli occhi di una persona, per dire un “mi piaci” a qualcuno che veramente si ama e contempla l’infinito sopra la testa non quello finto che si trova dentro il telefono e se infine vuoi scattare delle foto fallo per conservare un ricordo non per dare una soddisfazione a qualcuno.

La vita è bella perché può essere vissuta e condivisa non per essere passata tutto il giorno col naso attaccato ad uno schermo; pensa al tempo che stai sprecando e vai a divertirti prima che sia troppo tardi.

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Lucia Tressoldi

Questo è un quesito che mi pongo sempre… la mente umana sta regredendo o sta andando avanti nel viaggio del sapere?

 

A questa domanda ci sono due risposte: una dice che stiamo andando avanti con tecnologie ancora più avanzate. Se ci pensiamo, dicono che tra nel 2030 ci saranno solo macchine volanti o, per lo meno, solo macchine elettriche. Ma c’è un’altra risposta a questa domanda; forse stiamo anche regredendo: la mente informatica; i computer, stanno prendendo posto alla mente umana, e credo che questo sia uno dei più grandi errori che potremmo fare. La mente umana pensa, ma compie anche un’altra cosa: fa provare emozioni. Emozioni che, a parer mio, un computer non potrebbe mai provare.

 

E questo che amo la mente umana, amo l’umano, una macchina perfetta, se si può definire macchina. In queste lezioni ho imparato tantissimo, da cosa prova una persona vittima di bullismo, ma anche cosa prova il bullo, cosa scaturisce l’odio verso l’altra persona. Mi hanno fatto riflettere queste lezioni, su cosa è illecito, su cosa il nostro governo, ma anche noi in prima persona, dovremmo cercare di mettere fine a queste schifezze. Forse uso parole forti, ma non si possono definire in altro modo queste situazioni. Schifezze.

 

Riguardo alle 2 risposte credo che l’essere umano possa scegliere quale seguire, da che arte stare. Questo non vuol dire che se non si può guardare la tele o altre piattaforme digitali, perché se no no avrebbero il senso di esistere. Perché l’uomo ha inventato la televisione? Per usarla come passatempo, un passatempo che può diventare una dipendenza. Perché l’uomo si è spinto a creare i telefoni touch? Per dimostrare che può superate i confini; per dimostrare che osa i tutti i campi.

 

Riguardo alla domanda che chiede se l’uomo che ha alzato la testa per vedere cosa stava succedendo sopra di lui nel ’69 è uguale a quello odierno, urlo nella mia testa che no, non sono uguali, ma la gente vuole sentirsi dire che non è così, che tutti siamo legati come amici buon che non si pugnalano alle spalle e, quindi, sussurro che sì, sono uguali. Il mondo di oggi non vuole sentire la verità vuole sentire quello che gli piace. Vuole sentire che l’Amazzonia sta scomparendo da un anno (come se fino dagli anni ’40 non succedeva), vuole sentire che l’amore eterno non esiste, ma è una cosa passeggera. Viviamo in un mondo di ignoranza e superficialità. Viviamo in un mondo negativo. Nel ’69 l’uomo diceva “le macchine voleranno”. Oggi l’uomo dice “domani moriremo tutti”. Io non riesco ad adattarmi a questa negatività generale. Non ci riesco e non voglio. I supporti digitai, possono sia aiutare che distruggere. Distruggere i rapporti tra le persone, pensiamo a i hikikomori che si rinchiudono per anni nella propria camera senza vedere nessuno. Serve sapere il risvolto della medaglia, ci insegna a stare attenti, ad analizzare ogni minimo dettaglio di qualsiasi situazione. Una morale no da poco, che ci insegnano tutte le persone che hanno provato sulla propria pelle tutte quelle difficili situazioni.

 

Quindi io li ringrazio dal profondo del mio cuore, per la grande morale insegnata, e prometto che la passerò, che la sussurrerò, che la urlerò, la divulgherò in tutti i modi e con più consapevolezza e profondità che posso avere. Infine, grazie a lei, prof, per averci tramandato tutti queste informazioni che mi aiuteranno a essere una brava cittadina, un barava persona, che non vuol dire che sarò una bambola di pezza che non si muove e che sorride sempre. Sarò una ragazza che si ribella a queste situazioni, dal bullismo a i siti pro-ana. Grazie.

 

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Benedetta Buzzetti

“la conoscenza è figliuola dell’esperienza”

La volontà dell’uomo di estendere la propria conoscenza non ha età. L’uomo da sempre e per sempre vorrà varcare la soglia dell’impossibile, spingendosi sempre oltre. Questa volontà negli anni è stata interpretata con mille sfumature, a volte mutate in negativo.
Personaggi come Giacomo Leopardi avevano una visione e concezione soggettive della volontà di conoscenza. Egli indagando sull’infelicità umana, concluse che l’uomo era felice solo nell’età primitiva, quand’era caratterizzato da un’ignoranza da lui definita beata.
Col tempo il genere umano abbandonò questo stile di vita, andando alla ricerca di risposte. Secondo il pensiero di Leopardi, furono la chiave della tristezza e dell’infelicità. La volontà di conoscenza porta il genere umano a comprendere il male, il dolore, e a porsi la domanda della propria esistenza.
Tuttavia è proprio la conoscenza a rendere l’uomo tale. Attraverso la conoscenza, infatti, l’uomo è libero di ampliare i propri limiti, comprendendo le proprie dimensioni e porgendosi le domande che lo definiscono umano. L’evoluzione dell’umanità progredisce con la conoscenza, che rende possibile
l’esistenza di risposte sull’origine del proprio essere. Chi sono? Da dove vengo? Qual è il mio scopo?
La conoscenza e la consapevolezza non si ottengono senza fatica.
Aveva ragione Leopardi affermando che la ricerca di una risposta comporta sacrifici, impegno, determinazione, devozione e talvolta anche dolore. La vera conoscenza di sé stessi, non si acquisisce attraverso internet. La formazione del proprio essere si ottiene trattenendo, dalle proprie esperienze personali, ciò che favorisce la soluzione della tua domanda. In base agli avvenimenti della nostra vita, noi siamo più o meno coscienti del nostro scopo, e il nostro bagaglio culturale è più o meno vasto. In questo caso, internet viene utilizzato come via breve.
L’uomo di oggi, spesso, per conoscere contenuti di esperienze o ambiti, di cui altra gente è stata protagonista, cerca su internet venendo a conoscenza solo del punto di vista personale dell’altro individuo. Così facendo, l’uomo si preclude la possibilità di opinioni diverse e magari contrastanti che confrontate potrebbero dare alla luce la soluzione migliore di tutte. Questo viene anche definito: il pensiero di massa.
Al contrario, l’utilizzo di internet, per esempio nel campo scientifico, in contrapposizione alla situazione precedente, aiuta alla documentazione corretta su fatti o avvenimenti oggettivi. Questa conoscenza, messa a disposizione di tutti, garantisce la comprensione di determinati argomenti a
moltissime persone.
La missione Apollo 11, uno degli avvenimenti più importanti della storia, è stato reso possibile dall’utilizzo appropriate della scienza e della tecnologia. In questo caso era per un bene comune,
per allargare i propri orizzonti; per il progresso e per l’evoluzione dell’umanità.
J. F. Kennedy, allora presidente degli Stati Uniti e figura fondamentale per il progresso scientifico, il 12 settembre 1962 a Houston in Texas, tenne un discorso in cui ribadì come il progresso scientifico possa portare uno sviluppo della conoscenza, ampliando i nostri confini fisici e mentali.
“...la vasta distesa dell’ignoto, delle domande senza risposta e dell’incompiuto superano ancora di gran lunga la nostra comprensione collettiva.”
“...i nostri obblighi verso noi stessi e gli altri, tutto ci chiede di onorare questo impegno, di risolvere questi misteri, per il bene di tutti gli uomini...”“Abbiamo iniziato questo viaggio verso nuovi orizzonti perché vi sono nuove conoscenze da conquistare e nuovi diritti da ottenere, perché vengano ottenuti e possano servire per il progresso di tutti.”
“La crescita della nostra scienza e le ricadute sull’istruzione saranno ulteriormente arricchite dalla nuova conoscenza dell’universo e dell’ambiente, grazie alle nuove tecniche di apprendimento,
mappatura e osservazione, attraverso nuovi strumenti e computer destinati all’industria, alla medicina, all’uso domestico e alle scuole.”
“Abbiamo deciso di andare sulla luna in questo decennio e di impegnarci anche in altre imprese, non perché sono semplici, ma perché sono ardite, perché questo obiettivo ci permetterà di organizzare e di mettere alla prova il meglio delle nostre energie e delle nostre capacità...”
Il mio personale utilizzo di internet prevede la documentazione per ricerche scolastiche o il consulto del registro elettronico per i compiti.
Esso è diventato per tantissime persone uno strumento indispensabile per la vita ma, nel quotidiano, può essere anche motivo di grande distrazione e isolamento. I rapporti che tengo con le mie amiche su internet non saranno mai paragonabili ed abbastanza soddisfacenti, rispetto a quelli tenuti nella vita reale.
Tutto ciò, per dire che internet ed il suo utilizzo diventano uno strumento utile alla crescita del genere umano e delle sue conoscenze se utilizzato correttamente; in modo sbagliato porta l’umanità ad un’involuzione generale e determinante la nostra esistenza.

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Maria Bettoni

La curiosità di spingersi oltre e la voglia di conoscenza che avevano attecchito nel cuore dell’ uomo che osservava la partenza della missione Apollo 11, io penso siano ancora presenti nella persona “social” di oggi, eppure mi chiedo: “perché l’uomo ha abbassato il suo sguardo ad un telefonino?”, “perché alcune persone hanno deciso di vivere rinchiusi in un mondo quasi finto, dove non puoi parlare faccia a faccia?”.

Forse per un timore soffocante di essere osservato e giudicato, fondato su una fragilità come potrebbe essere l’odio verso il proprio aspetto fisico, verso la propria voce o in casi estremi verso la propria vita.

Forse per una malattia che ti porta alla ricerca sui social ,appunto, “malata” di una persona che ti ami, che ti voglia bene.

Forse per rabbia che ti porta a sfogarti in modo anonimo con internet su qualcuno che certe volte non conosci nemmeno, qualcuno trovato per sbaglio su instagram.

O forse per una rassegnazione verso il mondo, una non consapevolezza di tutto il bello che c’è intorno a noi nella quotidiana, una ricerca di qualcosa di straordinario dentro il nostro Iphone che ci offusca lo sguardo e che non ci da, come dice Rabindranath Tagore; “… occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga di grano …”.

La domanda che mi sorge ,però, dopo avere affrontato tutto il lavoro in classe è la seguente: “come posso io non cadere nella tentazione di rifugiarmi in un mondo in alcuni casi più semplice?” oppure “sarebbe forse meglio togliere dal commercio tutti i telefoni?”.

Ho provato a rifletterci da sola e sono dunque arrivata alla conclusione che non avrebbe senso assolutizzare eliminando tutti i telefoni, perché comunque sono degli strumenti molto utili; ma ho invece ponderato che la cosa più giusta da fare sarebbe utilizzare questi doni che Martin Cooper ci ha fatto in modo ragionevole, stando attenti ai pericoli, tenendo gli occhi aperti e ponderando prima di agire, agire seguendo il cuore, che non significa senza pensarci, ma significa con empatia e con amore.

 E da ragazza del ventesimo posso dire:” alza la testa da quello schermo che se lo cerchi lo straordinario è presente in ogni cosa .Ed infine non avere paura del giudizio o delle tue imperfezioni perché nessuno è perfetto, mostrati per quello che sei!”.

 

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Francesca Romani

Inizio questo tema dando un giudizio personale riguardo alla seconda domanda citata da Leopardi: “Ed io chi sono?”. Io sono colei che posta foto su instagram, sono quella che ascolta tutti i nuovi singoli del mese, sono una persona che gioca con molte applicazioni moderne. Ecco, questa sarebbe la descrizione che il mio telefono, il mio tablet o il mio computer mi assegnerebbe. Io sono una ragazza solare, sempre con il sorriso sulle labbra, sono una ragazza che cerca di avvicinarsi alla perfezione senza accorgersi di essere perfetta, come tutti gli altri, come ogni essere umano. Sono veramente felice di quello che sono e questo è solo grazie ai vari eventi che mi hanno sorpresa, sia negativamente che positivamente. Questa è la mia vera descrizione. Con il passare del tempo la generazione si è evoluta: oggi ci si stupisce davanti a cose immense come ad esempio i grandi viaggi in terre lontane e sconosciute mentre anni fa, una semplice goccia di rugiada su una pannocchia di grano era meravigliosa così come il cielo stellato. I tempi sono cambiati, l’uomo purtroppo è cambiato. Scrivo “purtroppo” perché ormai si fa fatica ad accorgersi del bello che ci circonda, è questo il problema. Tentiamo di allontanarci il più possibile da ciò che ci piace per scoprire ambienti e situazioni nuove sperando che ci possano soddisfare pienamente e allo stesso tempo non vogliamo capire che il luogo migliore in cui stare è qualunque posto con le persone che ci rendono felici. Nel mondo c’è molta gente ha scelto di trasferirsi in un’altra dimensione, internet. Ha preferito una vita su quell’isola ricca di pericoli piuttosto che una vita nella realtà. Attraverso un video ho scoperto l’esistenza degli Hikikomori, esseri con probabili fragilità mentali che, attratti da alcune informazioni che può dare uno schermo, vengono completamente risucchiati in un nuovo mondo. Presi dall’oblio della vita reale, loro stanno per giorni, mesi e anni chiusi in una stanza senza alcun contatto con l’esterno. Le uniche persone che vedono sono i genitori tranne in alcuni casi nei quali i giovani in questione si rifiutano di incontrarli. In due lezioni la professoressa di informatica ci ha fatto riflettere su una sfumatura dell’uomo: la capacità di stordire una persona anche con solo parole. Si può distruggere una persona semplicemente facendola credere pazza a tutti i compagni di scuola, si può ferire una persona facendola sentire esclusa, si può uccidere una persona insultandola, maltrattandola o ignorandola. Durante una lezione mi sono affacciata ad un nuovo orizzonte, i siti più pericolosi. Secondo me questi sono veramente rischiosi, soprattutto per noi ragazzi in fase di crescita in quanto inizialmente siamo tentati di seguirli, facciamo quello che pensiamo sia la scelta giusta e infine ci ritroviamo davanti allo specchio a chiedere a se stessi la solita ossessionante domanda: “Chi sono io?”. Attraverso ogni singola lezione ho compreso l’estrema importanza della vita e il grande ostacolo che il mondo digitale può diventare. Ho capito che non tutto è sicuro come pensavo, che non tutto è rose e fiori, che non tutto è come si vorrebbe. Si parla di un mondo sicuro per i piccoli, si considerano le città luoghi adatti per la crescita di tutti, si ritengono gli apparecchi tecnologici utili e quasi indispensabili per la vita dell’uomo, ma non è così. Spesso i pericoli sono dietro l’angolo e noi non ce ne accorgiamo. Immaginiamo la scena: vedi il tuo compagno di classe attraversare la strada con gli auricolari nelle orecchie e il volto inclinato verso il telefono. Non si accorge del semaforo rosso e passa comunque. C’è una macchina in arrivo. Si avvicina a lui. Lo investe. Questo è il tipico esempio necessario per dimostrare che la vita vale molto di più di quanto si possa pensare, anche quando va tutto male, anche quando pensi che tanto valga farla finita. La maggioranza dei giovani d’oggi muore per una distrazione legata al telefono o al computer o magari soffre a causa di una dipendenza che può sembrare banale ma per lui è sempre più pericolosa. Secondo me anche alcuni genitori a volte sbagliano: non è una cosa normale regalare a un bambino di nove anni un telefono, un pc personale. Ovviamente saranno controllati, non lo metto in dubbio, ma resta comunque il fatto che un ragazzino di quell’età non è in grado di gestire uno smartphone, specialmente con tutte le applicazioni che oggi invadono molti sistemi. Non si può negare che crescerà con una mentalità aperta alla tecnologia però allo stesso tempo non si può essere sicuri che non guarderà per semplice curiosità dei siti rischiosi che potranno attirare la sua attenzione e in quel caso cosa accadrà? Per fortuna ci sono delle offerte nelle quali gli utenti inferiori a una certa età non possono accedere a determinati siti, giochi e social. Sinceramente sono dell’idea che tutto quello che ho riassunto ovvero la situazione in cui ci troviamo a vivere è un vero schifo. Mi scuso per la parola ma non posso evitare di dire ciò che penso riguardo a questo argomento. Detto questo, ci tengo a ringraziare i miei compagni per aver declamato esempi in classe ma in modo particolare ringrazio la mia professoressa di laboratorio digitale. Grazie a tutti.

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Chiara Fiorani

Ciao ! Scrivo questa lettera nell’intento che qualcuno nel futuro la trovi e capisca cosa stava succedendo nel passato.
Sono Chiara e sto scrivendo nel 2019. Qui tutto è bellissimo, ci sono molte tecnologie innovative, ma una cosa non funziona. Qui se non hai Instagram non vali niente. Se non superi i 30 like sei insignificante. Per essere alla moda qui devi fare selfie sull’orlo di un grattacielo rischiando la tua vita. Io sono una persona semplice, che però non avendo i social spesso non viene considerata. I miei migliori amici non hanno neanche il telefono; queste per me sono le vere amicizie, quando ci si trova si sta insieme, non si guarda continuamente il telefono. A volte provo a farmi amiche delle persone alla moda, popolari, per
essere considerata anche io; ma il più delle volte vengo respinta. Non voglio passare per quella esclusa perché io di amiche ne ho, ma sono sempre meno le persone che riescono a vivere senza guardare continuamente il telefono.
Voi penserete che questa sia la cosa peggiore che accade in questo mondo? Tranquilli, ce ne sono di molto peggio.
Basta pensare che qui se hai qualche chiletto in più ti fanno sentire uno straccio e sei costretta a dimagrire fino alla morte. Ci vuole un secondo a chiamare una ragazza grassa e lei impiegherà la sua vita a morire di fame, bisogna pensare prima di agire. Altre persone invece si rifugiano nel cibo,
l’unica cosa che le soddisfa, e muoiono soffocate da esso.
Qui delle persone cercano di comprarti con dolci e promesse, e quando trovi in lui una persona affidabile esso ti colpisce nei modi più brutali possibili. Qui ci sono siti dove i più fragili navigano, quei siti ti portano al suicidio, da farti una foto sui binari ti portano a buttarti giù dal grattacielo. Il mondo sta degenerando. Ogni volta che qualcuno posta una foto su un social riceve milioni di insulti. Ho scoperto che delle persone si chiudono in casa per anni e anni perché ripugnano la vita la fuori. Sto affrontando questi argomenti a scuola e devo dire che mi colpiscono molto. A scuola mi hanno raccontato che delle persone si suicidano perché ricevono milioni di insulti sui social. C’è bisogno che qualcuno ti avvisi sui pericoli della vita. Così è la vita, cadere sette volte e rialzarsi otto.

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Francesco Rebecchi

L’ uomo in questi anni si sta trasformando: è come se col passare del tempo la tecnologia stesse entrando in noi; la stessa macchina che usiamo per giocare e scherzare sta diventando il nostro parassita e più andiamo avanti più diventiamo dipendenti da essa, noi non ce ne accorgiamo ma in pochi decenni abbiamo iniziato ad usare: console, telefoni, computer ecc. e in questi ultimi 5 anni abbiamo iniziato ad usare LIM a scuola, WR a casa, il Var nel calcio, gli ologrammi nei programmi televisivi…..

Tutti questi “up grade” sono di sicuro comodi però portano anche ad una pigrizia ineluttabile.

Allora cosa succederà tra qualche decennio? Avremo i robot che ci portano il cibo o addirittura avremo i telefoni dentro il corpo?

Quindi l’ uomo che ha visto l’ Apollo 11 non è lo stesso uomo di adesso perché nonostante dal telefono si possa osservare la stessa meraviglia più e più volte la reazione non sarà mai la stessa di un uomo puro abituato a lavorare e a scrivere solo con la penna. Oggi sono andato a messa e quando il Don ha chiesto a noi ragazzi cosa volesse dire scandalo nessuno ha saputo rispondere perché più passano gli anni più le cose inaspettate si riducono e così diventa sempre più difficile per noi sorprendersi mentre gli uomini puri vengono sorpresi molto più facilmente.Ormai gli unici uomini puri sono i bambini però pure loro col passare degli anni si stanno sporcando di tecnologia; pure i bambini appena nati sono in contatto con questo mostro che gli ruba il sorriso per porgergliene uno “fake” che li distragga e che li porti in una bolla di cattiveria e rabbia a cui poi non si può più uscire.

In questo mondo si nascondono tante sfaccettature per noi banali che ti possono rovinare la vita. Al giorno d’ oggi il pianeta, non potendosi sfogare più con le guerre, ha scelto di colpirci dal nostro nuovo punto di debolezza: la rete: sempre più hacker entrano nel nostro telefono e sempre più persone vengono rapite. Nello stesso tempo si aprono sempre più siti propensi a rovinarti la vita come i pro ANA e i pro MIA: sfruttano la tua depressione e la tua paura per farti diventare loro schiavo.

Questi siti accolgono gli adolescenti che una volta entrati nel tunnel non possono più uscire e a volte questo tunnel può durare anche parecchi anni come succede agli hikikomori: questi ragazzi affrontano la vita rimanendo chiusi in casa a scoprire l’ infinito mondo tecnologico.

Secondo me anche noi siamo hikikomori, non stiamo tutto il giorno a casa solo perché ci sentiamo obbligati ad andare a scuola o a fare sport…

La tecnologia è un mondo stupendo, più del nostro, e più andiamo avanti negli anni più migliora mentre il nostro peggiora e allora perché non salutare definitivamente il pianeta terra per passare alla tecnologia? Purtroppo la risposta a questa domanda sta scomparendo e le persone si stanno sempre più avvicinando a questo mondo.

La risposta però è molto chiara: il nostro mondo è la terra e il nostro creatore è  Dio perciò noi dovremmo vivere come il Signore vorrebbe che noi vivessimo senza essere forzati dalla tecnologia.

Ormai pure il bullismo sta sparendo perché l’ unico modo per fare le cose è tramite Internet e purtroppo questa situazione è peggio di quando per fare male si usavano  gli oggetti materiali perché le parole usate tramite la rete sono più comode e nessuno ha paura delle conseguenze che potrebbero accadere facendo male tramite parole difese da un computer.

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Giulia Gagliardi

Questa è una lettera per tutte quelle persone che si rifugiano nella bulimia perchè si vedono sbagliate, a tutte quelle persone che soffrono di anoressia, a tutte quelle persone fanno video pedopornografici, a tutti gli hikikomori e a tutte quelle persone che soffrono di bullismo o cyberbullismo.
Tu persona che soffri di bulimia, non pensare di essere sbagliata, non pensare a quanto pesi ogni singolo secondo, goditi la vita che sarà molto più bella senza soffrire. Goditi ogni momento in cui ti metti in costume
e fidati ti guardano perchè sei stupenda. Non sentirti sempre sbagliata, perchè fidati che sei perfetta non pensare agli insulti perchè non contano niente. Vai davanti allo specchio spogliati e vedi quanto sei bella.
Basta guardare sempre le persone meno in carne, e dire mi piacerebbe essere come lei. Prendi esempio da quelle persone che essendo in carne, si accettano così come sono, anzi che addirittura si preferiscono così.
Ti ricordo che la vita è solo una quindi goditela!
Invece tu persona che soffri di anoressia basta rifugiarti nel magrezza uguale bellezza, basta vederti ogni giorno sempre più grassa. Goditi il cibo, come se fosse la cosa più bella che ti sia mai capitata. Abbandona quel gruppo dove ogni giorno ci sono persone ingenue, che ti dicono di fare come loro di sputare il cibo nel tovagliolo e sembra lo stesso che mangi. Dico anche a te goditi la vita che è una sola!
Ora tocca a te persona che fai video pedopornografici. Sei consapevole che sia una cosa del tutto sbagliata e che ti porta solo a fare del male a gente indifesa, e a correre rischi?
Parlane con qualcuno, SFOGATI, liberati da tutte quelle insicurezze che deviano il tuo cammino su una strada sbagliata che ti portano a fare del male a persone che sono indifese e innocenti. Goditi la vita ma anche te stesso!
Hikikomori a te dico 3 cose in croce ma molto profonde e che spero ti facciano ragionare. Alza le tapparelle, esci dalla tua camera goditi la vita, la famiglia, gli amici, la scuola, la natura, il cibo l’aria fresca di montagna in poche parole goditi il mondo fa sì che la tua mente sia piena di bei ricordi e non solo di film,
i videogiochi ma anche di città nuove di viaggi e di bei posti. Libera la mente e lasciati guidare dal tuo istinto ovviamente cerca di non seguirlo se ti porta in camera. Goditi tutto quello che ti rende felice.
Eccoci arrivati a te che purtroppo sei in una situazione piuttosto critica, ma da cui sono sicura di riuscire farti uscire. non ascoltare tutti quegli insulti che ti dicono fregatene oppure annuisci non farti vedere arrabbiata oppure debole perchè altrimenti continueranno e senza mai fermarsi. Gira a testa alta non farti influenzare quando sarai grande sarai fiera di te per essere andata in giro a testa alta senza farti abbattere da nessuno, e allora sarà a quel punto che dirò di essere fiera di te.
Tutte le lezioni di informatica mi hanno fatto provare tante emozioni come tristezza, felicità, disprezzo, disgusto, rabbia, paura, rancore, pena, imbarazzo e dubbio.
Questo tema racchiude tutte le cose che penso nei consigli che darei a vari tipi di persone e spero che possano essere d’aiuto a tutte le persone che soffrono di queste malattie e gli auguro il meglio.

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Alice Lanfranco

E’ vero... l’uomo che il 20 luglio 1969 ha alzato lo sguardo verso il cielo con incredulità, timore e trepidazione è diverso dall’uomo che si stordisce con la tecnologia della nostra epoca, ma non del tutto, in fin dei conti anche se l’uomo dei nostri giorni non guarda il mondo, sta osservando comunque una “scoperta”, anche se quella scoperta può ritorcerglisi contro facendolo sprofondare in un oblio di pixel.

 

Sinceramente credo di essere più simile “all’uomo che si stordisce con smartphone e Tv”, è una situazione terribile, è come se fossi intrappolata in una prigione di rovi che mi isolano dal mondo, ma che silenziosi si stringono a tal punto da schiacciarmi. Vorrei cambiare, lo vorrei davvero, ma quando torno casa da scuola mi sembra di essere completamente da sola, odio la solitudine. Quando mio fratello era in una fase delicata della sua vita si isolava, perfino da sua sorella, fu così che conobbi un mondo nuovo e affascinante nel quale potevo rifugiarmi e trovare compagnia, “il web”. Quell’universo di felicità e simpatia però mi stava risucchiando e senza rendermene conto diventai come mio fratello. Perdevo la cognizione del tempo, non studiavo, era come una droga , come se avessi bisogno di tutto questo per sopravvivere. Fortunatamente la mia famiglia mi ha aiutata. Anche se l’idea non mi piaceva mi presero il telefono per tempo indeterminato, ora mi sto impegnando più che mai e sto cercando di rimediare ai miei errori. Molti ragazzi saranno nella mia situazione, purtroppo, e spero che possano riuscire a uscire da questo funesto uragano senza fine.

 

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A.S. 2018-2019

....ALLA FINE DEL PERCORSO...

 

L’uomo della strada che calca i marciapiedi delle nostre città da una parte si stordisce con tablet, smartphone e Tv e dall’altra, alla fine della giornata, si guarda nello specchio di internet e si domanda insieme al suo connazionale Leopardi:

”ove tende questo vagar mio breve? Ed io chi sono?”.
E’ lo stesso uomo che il 4 ottobre 1957 (Riferimento al film October Sky) ha alzato gli occhi verso il cielo con timore, fiducia e speranza in un destino non più segnato fin dalla nascita ma con un sogno da inseguire e una passione nel cuore oppure è un altro che quello sguardo lo ha abbassato alla “scoperta” di mondi digitali del web e in quelli apparenti del piccolo schermo?


GIOVANNI PASSARIELLO

Dalla scoperta di Internet ad oggi la nostra vita ha avuto un veloce cambiamento. Oggi si parla di internet, di social network, di commercio online. Oramai la tecnologia è talmente entrata a far parte della nostra vita di tutti i giorni che non possiamo più fare a meno del cellulare o non siamo più in grado di guardare una cartina per trovare un indirizzo. Ma se

penso per un attimo a come era la vita prima della tecnologia e di come avremmo vissuto senza di essa, allora possiamo capire quali sono stati i vantaggi apportati dall’ uso della tecnologia e quali viceversa sono gli aspetti negativi.

Con queste invenzioni l’uomo ha migliorato le proprie condizioni di vita, ma sta approfittando del loro utilizzo tanto da usarle anche quando non servono. Gli strumenti tecnologici ci permettono di fare cose impensabili fino a qualche anno fa. Stando comodamente seduti a casa di fronte ad un pc, si può fare shopping, organizzare una vacanza, incontrarsi con gli

amici lontani tramite chat. Quando però si esagera in tutto questo diventa pericoloso.

Far parte di un Social Network ci convince di far parte di una comunità, ci fa credere di essere amici quando invece si tratta di una comunità “virtuale” in cui i rapporti molto spesso sono finti.

Oggi immaginare però una vita senza tecnologia sembra oramai impossibile, quindi per questo c’è bisogno di educare gli “utenti” ad un uso corretto e responsabile. Dobbiamo noi essere capaci di sapere come sfruttare la tecnologia per i nostri vantaggi e per un miglioramento della nostra vita e non farci invece sottomettere da essa.

Lo sguardo verso il cielo dell’uomo che guardava il lancio dello Sputnik avvenuto nel lontano 1957, era uno sguardo rivolto al futuro. Quando però lo Sputnik non fu più visibile ad occhio nudo, quell’uomo fu costretto ad abbassare lo sguardo e si accorse che il tempo era trascorso così velocemente da trovarsi in una società diversa, quella società che oggi

chiamiamo digitale.

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AGNESE DELLA PORTA

L’uomo moderno ha ancora nel cuore il desiderio di infinito, col quale ha sempre avuto paura di fare i conti, perché essendo infinito è impossibile colmarlo e quindi ti rimane sempre quel vuoto dentro che mai riuscirai a riempire e internet è come se ti desse l’illusione di riuscirci. Riempie gli spazi vuoti, ti rende tutto più semplice ti basta un clic e hai tutto il mondo davanti; hai tutto a tua disposizione. Ti sembra di avere in mano l’infinito e quindi ti da l’illusione di non averne più bisogno, non serve più uscire di casa per incontrare qualcuno o viaggiare per vedere posti nuovi; puoi stare in camera tua con il telefono e questo ti da la sensazione di non aver più bisogno di nient’altro per essere felice. È anche questo che spinge tanti ragazzi che non riescono a vivere la vita vera e a relazionarsi con le persone a chiudersi in camera e crearsi un mondo nuovo, in cui non hanno bisogno di mostrare il proprio corpo per parlare ed esprimersi; diventano superficiali, non si meravigliano, non si stupiscono più come quando da bambini guardavano le stelle e ne scoprivano sempre di nuove e non gli bastavano mai. Diventa tutto monotono e stabile perché gli sembra di avere tutto quello di cui hanno bisogno e smettono di cercare di più.

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RICCARDO RAVASI

Secondo  me l’uomo della strada è nella maggior parte dei casi tutte queste cose messe insieme. L’uomo da una parte è ormai dipendente da telefonini e tablet, per lavoro, per gestire il tempo libero, per organizzare le giornate della sua famiglia. A volte semplicemente per passare il tempo, per divertirsi o per confrontarsi con gli amici , altre perché non sa impegnare meglio il tempo.

Da un altro punto di vista però l’ uomo è spaventato da come tutto si muove velocemente, non vuole e non può rimanere indietro, rischia di sentirsi solo o di essere allontanato se non è in grado di gestire certi strumenti o se non può permetterseli.

Così c’è l’uomo che crede in sé stesso e vuole realizzare i suoi sogni, spera di raggiungere i suoi obbiettivi e decide di fidarsi del suo istinto senza che l’elettronica ne sia parte fondamentale e l’uomo che ha bisogno del mondo digitale per avere degli spunti e qualcosa in cui credere.

Io vorrei essere un uomo che prova a farcela da solo, che sa approfittare di tutto quanto gli hanno insegnato, che insegue i suoi sogni, con l’aiuto delle persone che ha vicino ed anche con il supporto dell’elettronica se dovesse servire ma mi auguro di non dover mai sentirmi cosi solo da avere bisogno di un dispositivo elettronico per credere di potercela fare.

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MATTEO DI ROSA

L’ uomo è in continuo cambiamento ed evoluzione rispetto al passato: oggi, infatti, è influenzato dallo sviluppo delle tecnologie e del mondo digitale.

Uno dei maggiori cambiamenti che ha trasformato e rivoluzionato la vita dell’ uomo è stata l’ informatica

che è diventata una componente fondamentale della vita quotidiana associata alla tecnologia.

Tuttavia, quest’ ultima ha aspetti sia positivi che negativi.

I lati positivi riguardano il fatto che Internet e i cellulari ti portano a conoscenza di tutto ciò che succede nel mondo e ti possono mettere in collegamento con amici o parenti lontani o che magari non si vedono da un po’ di tempo.

Gli aspetti negativi invece si ricollegano al fatto che la tecnologia ha la capacità di rendere le persone schiave se esse non sono in grado di controllarsi e di porre un freno al suo utilizzo. Ad esempio, io ritengo che dovrebbe essere la persona che prende il telefono e non il telefono che ‘’prende’’ la persona, nel senso che il cellulare dovrebbe essere solo uno strumento

per comunicare e non diventare una schiavitù.

A volte, navigare in Internet può aprire i varchi di nuove conoscenze, ma anche rivelarsi molto pericoloso soprattutto per noi ragazzi. Inoltre, stando troppo tempo davanti a uno schermo si rischia di vivere in un mondo finto, virtuale che ti fa

dimenticare la realtà.

In conclusione, penso che il telefono, Internet e il tablet non siano mezzi sbagliati, ma andrebbero usati con maggiore moderazione e molta consapevolezza perchè potrebbero diventare strumenti pericolosi e creare dipendenza. A mio avviso, l’ uomo moderno è colui che ha alzato lo sguardo verso il cielo alla ricerca di nuovi mondi e di nuove scoperte tecnologiche; tutto ciò però non deve deviarlo, ma essergli di stimolo per coltivare nuove passioni.

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MARIACHIARA IVALDI

L’uomo è sempre lo stesso, cambiano i tempi ma l’essere umano, dalla sua nascita alla sua morte, si pone e cerca di trovare risposta a queste due domande: “Chi sono io? Dove sto andando?” L’uomo di ieri come l’uomo di oggi e come l’uomo del futuro cammina, inciampa, si rialza, gioisce, piange, odia e ama; aprendosi agli altri quest’uomo scopre se stesso e trova il senso del proprio cammino.

Ognuno raggiunge questo traguardo con il suo tempo e vivendo il suo tempo, beneficiando della tecnologia, delle invenzioni ed in generale del progresso che ha a disposizione nel suo particolare periodo storico, affrontando le paure, le insidie, i problemi sociali della sua epoca.

L’estate scorsa ho avuto la fortuna di andare in vacanza nelle Marche e di conoscere il mondo Leopardiano visitando Recanati con il magnifico Palazzo Leopardi. Ho immaginato quest’uomo intento a guardare l’orizzonte dal Colle dell’Infinito e a scrivere poesie struggenti liberando mente e cuore.

Cosa aveva a disposizione Leopardi per realizzare i suoi capolavori? Alla sua epoca Leopardi disponeva di poco, solo una penna e un calamaio ma aveva la fantasia, aveva sete di sapere e amava la vita al di là di tutto, anche della sua precaria salute. Oggi l’uomo ha a disposizione ben altri strumenti (tablet, cellulare, televisione, radio ecc..), può con un semplice clic, collegarsi al mondo, essere visto da tantissime persone (anche da sconosciuti); attraverso i Social Network come Facebook e Twitter, può dialogare, confrontarsi con chi desidera.

L’uomo che utilizza oggi queste tecnologie avanzate, dentro è però lo stesso di un tempo. Infatti, come Leopardi e come l’uomo che il 4 ottobre del 1957 seguì il lancio dello Sputnik, anche l’uomo “moderno” spera nel futuro e si

pone ancora le medesime domanda sull’esistenza.

Diversamente da questi uomini esemplari, l’uomo contemporaneo ha progressivamente diminuito la sua voglia di sapere, di fantasticare e il gusto della scoperta. Pretende tutto e subito, non riesce più ad aspettare. Così, le piccole ma grandi emozioni che la vita ogni giorno regala, gli sfuggono sotto il naso. Per quest’uomo annoiato, sempre di corsa ma mentalmente pigro, alla fine della sua frenetica giornata, è più comodo restare seduto davanti ad un computer o attaccato al cellulare guardandosi in uno schermo che non rispecchia la sua vera immagine; restare fermo senza assumersi responsabilità, senza prendere decisioni è l’unica scelta che riesce a fare.

Purtroppo troppo spesso anche noi ragazzi non affrontiamo la vita con quella passione, quella grinta e anche quell’ ingenuità che servono per crescere, restiamo fermi in perenne attesa che qualcosa ci stimoli, ci emozioni. Se siamo diventati così, non è solo colpa nostra. Forse, un esame di coscienza dovrebbero farselo anche gli adulti quando non ci rimproverano se stiamo ore e ore incollati al computer o restiamo connessi al cellulare anche quando andiamo a dormire. I genitori dovrebbero riflettere quando a cena invece di dialogare con i figli sono i primi a guardare solo il telefonino

o quando guidando mettono a rischio la loro stessa vita e quella dei figli per rispondere al cellulare o infine quando si vantano davanti agli amici perché il loro bimbo di 5 anni sa già rispondere al telefono e mandare sms però non si preoccupano minimamente se non riesce a fare una costruzione, un puzzle, non socializza con i coetanei....

Questo nuovo comportamento che è ormai una malattia globale frutto dell’uso sbagliato della tecnologia genera solitudine e isolamento anche all’ interno della famiglia di oggi. Così troppo spesso, a causa della fretta, della mancanza di osservazione e di comunicazione all’ interno dell’ambito familiare, le difficoltà, le paure che gli adolescenti hanno nella crescita, non emergono; i segnali che lanciano agli adulti molte volte non vengono colti neppure dai genitori.

Alcuni adolescenti diventano fragili e attaccabili da chiunque (vengono presi in giro, umiliati a parole, picchiati dai coetanei), diventano lo zimbello della Rete perché ricevono insulti sui Social Network anche da persone che non hanno mai frequentato.

Credo che la tecnologia debba essere considerata una risorsa e sfruttata da tutti (grandi e piccoli) per migliorare la vita non per distruggerla.

Gli adolescenti in particolare devono avere il coraggio di chiedere agli adulti di parlare con loro, di aiutarli ad affrontare la vita.

I grandi devono ascoltare e osservare meglio i loro ragazzi, chiedere loro una volta in più se stanno bene, se qualcosa li turba, anche perché potrebbero sempre avere bisogno di loro quando invecchieranno.

Credo sia questo il modo, per qualsiasi giovane di qualsiasi epoca, per ncostruire il proprio destino e diventare un uomo.

Credo che, camminare con timore, fiducia e speranza per trovare il nostro posto e consegnare a chi verrà dopo di noi un mondo migliore, sia l’unico modo e l’unico motivo per cui, in qualsiasi epoca, valga la pena vivere.

A Recanati Leopardi, dalla finestra del suo studio, ammirava Teresa (alla quale dedicò la famosa poesia “A Silvia”). Oggi dietro quella finestra c’è questa scritta “Quando l’uomo concepisce amore tutto il mondo si dilegua dagli occhi suoi, non si vede più se non l’oggetto amato”.

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GAMBA MIRIAM

Nei tempi moderni il destino di ognuno di noi è condizionato dalla tecnologia, ma alla fine, come l’uomo antico, ognuno di noi si domanda dove stiamo andando e quale ruolo abbiamo.

Tutto ebbe inizio nel 1957: con il lancio dello SputniK il Dipartimento della difesa USA aveva affidato agli scienziati dell’ARPA la ricerca sulla tecnologia avanzata. Da quel momento in poi la tecnologia si è sviluppata sempre di più con la realizzazione di TV, computer, cellulari, tablet, e ha cambiato il mondo.

Anche internet è stato un’importante evoluzione consentendo la comunicazione in luoghi e tempi diversi in tutto il mondo, ma si è sviluppato a tal punto che sembra ormai quasi fuori controllo, pieno di insidie e pericoli con ad esempio, la formazione di siti che prendono di mira ragazzi più deboli manipolandoli, sfruttandoli e isolandoli. Esistono siti che istigano al suicidio, altri che portano all’anoressia o alla bulimia in cui vengono consigliate tecniche per contrastare la fame oppure vengono proposte come corrette diete alimentari disfunzionali. Si è sviluppata la pedopornografia online anche se è un reato pubblicare immagini o video di quel tipo; il grooming che consiste nel manipolare bambini e adolescenti per stringere relazioni intime o sessuali.  Nelle scuole però per fortuna viene spiegato agli adolescenti come difendersi da questi pericoli e viene detto che quando qualcuno si trova ad affrontare un problema legato ad internet, la soluzione migliore è sempre quella di rivolgersi ad un adulto.

I ragazzi di oggi usano molto i social network ovvero quei servizi di comunicazione che permettono di chattare con persone di tutto il mondo e di postare foto e selfie. La possibilità di farsi dei selfie però ha portato alla nascita di nuove mode come quella dei “selfie pericolosi” dove ti fai un selfie mentre stai correndo qualche rischio: per esempio un selfie con il treno che sta correndo sui binari dietro di te. Più alto è il rischio più LIKE di gradimento si ricevono.

Un altro pericolo comune dei social network è il cyberbullismo, una forma di bullismo che avviene attraverso chat, prendendo di mira soprattutto adolescenti che vengono portati all’isolamento.

Poiché internet consente di immergersi in una realtà virtuale si è creato un fenomeno che per talune persone porta all’isolamento e a non sentire più il bisogno di uscire dalla propria stanza; si tratta del fenomeno degli HIKIKOMORI, adolescenti che scelgono di abbandonare gli studi dedicandosi interamente a videogame o ai social, isolandosi così dal resto del mondo ed anche dalla propria famiglia. Per fortuna oggi esistono siti per risolvere questo problema e aiutare i ragazzi coinvolti a ritornare a relazionarsi, ma la migliore cura sono le relazioni umane faccia a faccia.

Alcuni ragazzi sentono il bisogno di trascorrere del tempo online ma una volta entrati in rete non riescono più ad uscire e diventano dipendenti. La dipendenza crea dei disturbi nel carattere, tanto che alcuni ragazzi diventano aggressivi se restano senza internet, altri perdono interesse per qualsiasi altra cosa, oppure invertono le ore di sonno con quelle di veglia per avere più tempo da dedicare alla navigazione in internet.

Il lancio dello Sputnik quindi ha aperto l’uomo a nuove opportunità, ma non sempre l’uomo è capace di usarle per il bene comune e a volte si lascia addirittura intrappolare in un mondo virtuale che lo condiziona e lo fa ammalare. Questo succede soprattutto ai giovani che invece dovrebbero inseguire i loro sogni e le loro passioni reali.

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MARIACHIARA ZANIBONI

A mio parere si tratta esattamente dello stesso uomo, semplicemente con più mondi digitali a disposizione, più informatizzato, ma sempre lo stesso. Penso che non ci sia neanche bisogno di dirlo, si tratta semplicemente di evoluzione.

Non ci trovo nulla di male; al contrario, penso che l’uomo abbia la splendida qualità di voler sempre imparare ed apprendere qualcosa di nuovo, questo desiderio non svanirà.

Non posso parlare in generale, ma personalmente penso che, nonostante passi molto tempo al telefono, io non sia stata “sedata” dai social ovvero riesco a percepire e cercare di apprezzare ogni piccolo gesto e attimo che mi viene donato; l’importanza di un abbraccio, di uno sguardo o di una semplice parola non sono cose che la tecnologia ci potrà togliere.

Nonostante ciò, grazie al percorso che abbiamo fatto, penso sempre più spesso alle conseguenze disastrose che possono avere le nostre azioni, il grande dolore che possono generare. Bisogna cercare il più possibile di donare gentilezza e amore e imparare a stupirsi di fronte alle persone che ce le donano.

Per me lo stupore fa tanto, si è arrivati a un punto in cui, di fronte all’enormità dei social, si dà tutto per scontato.

Proprio per questa ragione ho deciso di disinstallare Instagram per un po’.

Per riuscire ad aprire gli occhi, per capire che non tutto deve essere condiviso.

Bisogna godersi ogni attimo, che sia lo Sputnik che passa attraverso il cielo o che sia un sorriso che ti regala uno sconosciuto. 

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GAIA PALETTI

UNA MEDAGLIA CON DUE FACCE

Internet in molti, moltissimi aspetti fa male alle persone. Esso viene sfruttato da persone che vogliono solo causare del dolore ai loro coetanei. La gente lo usa per il cyberbullismo, per rinchiudersi in se stessi o per diventare persone che non sono realmente e a volte ti fa rimpiangere del tuo aspetto. Internet riesce a farti sentire sola ma allo stesso tempo felice, riesce ad intrappolarti in un mondo virtuale pieno di falsità e incertezze, ti rende dipendente da esso. Internet ci ha reso ancora più insicuri e timidi perchè oramai abbiamo la paura che se postiamo una foto o un commento che non piace agli altri finiremo giudicati perennemente... basta solo un errore e gli altri saranno lì sempre pronti a dire “ma sei anoressica?! no perchè sei troppo magra” oppure “ma come ti vesti? non hai mica l’età per vestirti o truccarti in quel modo!” e questi sono due dei commenti meno brutti che riceve la gente. Secondo me i cyberbulli che mandano queste critiche non si rendono nemmeno conto del male che fanno alle persone che li ricevono, non si rendono conto di quanto siano forti le persone che dopo tutti quegli insulti sono ancora in piedi e sorridenti ma purtroppo non tutti sono così forti, c’è anche gente che per un po’ resiste ma poi dubita di se stessa e potrebbe pensare che tutte quelle cose che hanno scritto siano vere e quindi inizia a guardarsi allo specchio e a sentirsi uno schifo e pensa a cose orrende come “perchè esisto se nessuno mi vuole bene, se nessuno tiene realmente a me?” “perchè devo vivere se tutti non mi accettano come sono veramente?” “perchè sono diversa” “chi sono io realmente? davvero la gente mi vede così?” Quindi dopo aver riflettuto giorni e notti su queste cose decide di farla finita perchè credeva di non poter essere abbastanza per questo mondo, perchè non si credeva "all’ altezza"! È questo che fa internet, ti fa sentire una formica che può essere schiacciata da tutti e tu a un certo punto ti fai schiacciare. Per colpa di internet molti di noi hanno perso una parte di loro stessi, li ha resi più fragili e sempre collegati a un oggetto elettronico e ci siamo smarriti in essi. Secondo me internet ci avrà pure creato dei problemi ma grazie a lui riusciamo a scoprire cose nuove ogni giorno, internet ci apre un mondo pieno di informazioni di ogni genere. Infatti, se prima ad esempio dovevamo fare una ricerca usavamo le enciclopedie che richiedevano impegno per trovare il giusto argomento e sintetizzarlo, adesso invece basta fare un click e abbiamo davanti a noi siti di ogni tipo con informazioni di ogni tipo. Internet ci da una mano a capire cosa non hai capito a scuola o ti aiuta con gli studi. Grazie a questa invenzione possiamo nutrire la nostra curiosità in 5 secondi e quando ci interessiamo a qualcosa possiamo sapere subito di cosa si tratta nello specifico. Internet ci semplifica la nostra vita quotidiana perchè oltre ad aiutarci a fare più velocemente le ricerche possiamo mantenere i contatti con delle persone care nonostante la distanza.

Con tutto questo voglio dire che internet è come una medaglia, ha 2 facce ovvero una con le cose positive e una con le cose negative e dipende sempre da te e da come usi internet che puoi decidere che faccia della medaglia ottenere.

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NICOLA TAINO

Per me quello di Homer (Film October Sky) è uno sguardo diverso da quello di molti giovani oggi perché per lui è stata una cosa straordinaria vedere un oggetto costruito dall’ uomo nello spazio, mentre adesso che i satelliti, i razzi e le sonde sono quasi una normalità non ci preoccupiamo di guardarli e pensare “come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto?”

Adesso non ci stupiamo più per cose come lo Sputnik a causa delle altre tecnologie che ci distraggono, come il telefono, il computer e simili, inoltre abbiamo quasi perso l’abilità di essere entusiasti per qualunque cosa e questo è ciò che ci rende diversi dalle persone degli anni ’50,’60,’70...

Siamo abituati a sentire notizie di rapimenti e uccisioni al telegiornale, e anche per questo stiamo diventando apatici e senza emozioni.

Le persone della scorsa generazione erano più intraprendenti perché non avevano tutte le comodità di oggi, quindi se volevano parlare con gli amici dovevano per forza uscire di casa per incontrarli, non mandare un messaggio e aspettare la risposta.

Alcuni di noi, invece, hanno delle vere e proprie crisi di astinenza dal telefono e ci sono altri che si rinchiudono in casa per passare più tempo con gli oggetti elettronici e non incontrare delle persone vere.

L’avanzamento della tecnologia è una cosa buona se usata con coscienza, perché grazie ad essa stiamo trovando molti più rimedi per le malattie rispetto a quando non c’era il microscopio elettronico, per esempio; tuttavia, abbiamo anche assistito alla nascita di gruppi pro-suicidio come la Blue Whale, ma anche del cyberbullismo, nei peggiori casi con gli stessi

effetti del gruppo che ho citato in precedenza.

Per questo dobbiamo stare attenti a non abusarne e a non renderci dipendenti dai social network, altrimenti, se il numero degli internet-dipendenti aumenta, a un certo punto non riusciremo più ad anteporre noi stessi alla tecnologia.

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TOMMASO BURATO

L’uomo della strada che…

 

L’uomo, negli ultimi decenni, ha aumentato la consapevolezza di quante cose succedono nel mondo e questo grazie anche allo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione. La capacità di trasferire informazioni è diventata estremamente elevata grazie soprattutto alla portabilità di molti di questi strumenti.

È così che, mentre alcuni anni fa la comunicazione passava attraverso dei mezzi in qualche modo “fissi”, come i giornali, il telefono o la televisione, oggi le informazioni si possono letteralmente acquisire in maniera continua, avendo a disposizione dei sistemi portatili.

Non sempre però ci si dimostra preparati ad utilizzare con equilibrio le nuove possibilità che si hanno a disposizione: ad esempio mi è capitato di sentire che alcune persone, giocando, hanno vinto molti soldi ma poi in poco tempo si sono ritrovati più poveri di prima, perché non hanno saputo gestire un’improvvisa ricchezza, a cui non erano abituati.

Allo stesso modo, penso che i nuovi mezzi di comunicazione siano una grande opportunità che però bisogna imparare a gestire, per evitare che diventino il centro della nostra attenzione. Se infatti l’utilizzo di questi strumenti diventa eccessivo, la nostra interazione con essi rischia di diventare da attiva a passiva e invece che utilizzarli per riempire alcune nostre lacune, arrivano a calamitare la nostra attenzione, fino a riempire letteralmente il nostro tempo e le nostre giornate.

Invece, se impariamo ad utilizzarli con un giusto equilibrio, potrebbero davvero aiutarci a sviluppare delle idee, invece che sostituirle, e a realizzare i nostri progetti, invece che farci solo vedere quelli degli altri.

Quando l’uomo ha conquistato lo spazio è riuscito a pensare a qualcosa di nuovo e per molti aspetti più grande di lui, ma lo ha fatto utilizzando e sviluppando tecnologie che gli hanno consentito di realizzare questo grande sogno.

Oggi non è la tecnologia che ci manca, ma forse dovremmo coltivare di più i nostri progetti ed i nostri sogni, trovando dei momenti per fermarci e pensare a chi siamo e a cosa vogliamo fare, cercando di utilizzare la tecnologia per realizzarli e non per sostituirli con quelli di altre persone.

L’uomo non ha smesso di progettare e di sognare, ma deve imparare a farlo con i nuovi strumenti che lui stesso ha saputo creare; se ci pensiamo bene, questi strumenti sono già il frutto di un grande sogno, ciò quello di creare la possibilità di comunicazione tra tutte le persone nel mondo, per conoscersi, sentirsi e confrontarsi. Si tratta ora di capire come utilizzare queste nuove possibilità per aiutarci a crescere senza che diventino il centro unico delle nostre attenzioni.

 

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MATTEO PAPI

La tecnologia è una scienza che studia nuovi oggetti per renderci felici. L’uomo che nel 1957 ha visto lo Sputnik si è meravigliato guardando un pezzo di latta volare nel cielo, adesso noi ricordiamo le grandi imprese del passato ma noi cosa stiamo facendo nel presente oltre che chattare postare foto e stare attaccati al cellulare?

Ormai le persone non si sorprendono più e non hanno voglia di scoprire perché basta una ricerca e trovi tutto ma le emozioni si vivono fuori dallo schermo non dentro e per essere famosi o popolari basta essere se stessi.

Ma nessuno pensa ad essere se stesso ma pensa a piacere agli altri.

Sul web non trovi vere amicizie ma solo persone a cui piaci solo per le cose "belle" di te ma non conoscono i tuoi difetti.

Internet è utile per la vita quotidiana ma questa utilità usata troppo può diventare inutile.

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BENEDETTA SCARAVAGGI

Dopo il lancio dello Sputnik nel 1957, l’uomo ha avuto parecchi sviluppi tecnologici e scientifici.

Sono stati tutti un aiuto per l’umanità per creare nuove invenzioni, fino al giorno d’oggi.

Oggi la tecnologia ha risolto problemi come la misura del tempo o l'orientamento, e la scienza ha spiegato fenomeni un tempo misteriosi o terrificanti come eclissi, comete...

Oggi satelliti e sonde, telescopi spaziali e terrestri sempre più potenti ci offrono immagini di oggetti lontanissimi, anche attraverso oggetti tecnologici. Per questo abbiamo perso l'abitudine a guardare il cielo, anche se qualcuno ancora ne subisce il fascino.

In questo momento noi abbiamo la testa verso il basso, sul cellulare, è per ciò che non siamo più li stessi: non guardiamo più il cielo, non alziamo più la testa verso l’alto, chiedendoci quale sarà la prossima scoperta nello spazio. È la necessità di tutti noi, il bisogno di alzare lo sguardo a cercare le stelle, ed è questa ricerca che ci tiene dritti in

piedi, in vita.

Secondo me, l’uomo ha abbassato lo sguardo non solo per tutte le tecnologie ma anche perché ha rinunciato a scoprire e lottare per nuovi obbiettivi. Appena trova l’ostacolo non ci combatte sopra ma trova una soluzione, che poi lo deluderà.

Parte di tutti noi è così, ma dall’ altra ci sarà sicuramente chi lavora, prega e spera perché il mondo sia un posto migliore, e che le persone abbino il coraggio e la voglia di alzare lo sguardo, osservando il magnifico posto che ci circonda.

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AZZURRA MARENGHI

Io credo che attualmente al mondo ci siano più persone che non affrontano la realtà, che hanno paura, timore e disagio ad affrontarla. Si stanno limitando a credere a quello visto dietro ad un schermo invece c’è molto di più nella vita vera, ci sono sentimenti, emozioni, persone, cose, luoghi che ti possono rendere felice, che ti possono far capire perché esiste la vita, perché noi siamo nati in questo "bellissimo disastro". Siamo tutti diversi ma proviamo le stesse cose e io mi chiedo perché delle persone devono soffrire e non altre?

La vita è fatta di ingiustizie, problemi, ostacoli ma è questo il bello, imparare ad affrontarla e non chiudersi dentro di sé o dentro ad una stanza per anni guardando computer telefoni ecc, perchè la vita è una sola e la libertà  la si può conquistare anche con piccole cose. La libertà è il poter non essere giudicati e anche solo un secondo, un attimo, un momento di libertà può rendervi liberi per sempre. Ci sono persone che postano foto dietro ad uno schermo per sentirsi liberi, ma la libertà te la può dare anche un semplice amico, ma te la devi conquistare. Non mollare mai! È questo il mio motto. Tante persone mi hanno abbattuto e io sono inciampata ma mi sono rialzata più forte di prima e mi sono resa conto che ci sono persone cattive in tutto il mondo che ci insultano, ci giudicano, ci pugnalano alle spalle ma la vita è fatta così! Se tutto fosse facile in fondo nulla sarebbe interessante. Io stimo le persone che si rialzano dopo una caduta e incito le persone che si devono ancora rialzare perché la sensazione di libertà quando avrai raggiunto il tuo obiettivo sarà l’emozione più bella mai provata. Io ho sempre la speranza dentro il mio cuore, ho sempre il desiderio che questo mondo cambi perché le persone che ho conosciuto hanno sempre raggiunto il loro sogno e in un certo senso hanno anche loro lasciato qualcosa di grande e infinito nel nostro piccolo mondo, incasinato, ma stupendo.

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ANDREA BIAZZI

L’uomo è sempre stato un grande esploratore pieno di curiosità ma purtroppo adesso preferisce curiosare nel vasto mondo di internet che offre una quantità di enormi informazioni ma ci fa togliere lo sguardo dal mondo reale. Un mondo che si sta pian piano sgretolando sotto i nostri occhi e noi ce ne stiamo fermi a guardare il nostro cellulare.

Io da grande desidero fare fortemente il musicista e io da grande sarò quell’ uomo che non guarderà né in alto né in basso; io guarderò a metà per leggere meglio lo spartito..  In realtà io sono semplicemente quello che tuttora guarda in alto e spera, perché da grande non potrò più farlo dato che avrò già raggiunto il massimo e più in alto non potrò più andare perché altrimenti arriverei al sole e io sinceramente l’astronauta non lo voglio fare! Quello che vi voglio dire è di puntare sempre in alto con qualsiasi cosa voi vogliate fare.

Andrea Biazzi

(il ragazzo che punta sempre in alto).

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ALICE CALANCA

Siamo diventati un po’ entrambi gli uomini. Siamo ancora l’uomo che si stupisce di qualcosa e ha speranza nel cuore ma allo stesso tempo siamo diventati degli esploratori del telefono che puo’ essere da un lato positivo ma anche un po’ negativo. Noi siamo e saremo sempre liberi di decidere chi diventare, chi essere e nessuno ce lo impedisce. Siamo ancora quelle persone con il cuore pieno anche se non ce ne accorgiamo. L’uomo trova sempre una soluzione a tutto in qualsiasi modo possibile, specialmente se è qualcosa o qualcuno a cui tiene; siamo sempre gli stessi nonostante la generazione sta cambiando e pure il futuro... ci dobbiamo fidare di noi stessi.

 

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