RICCARDO RAVASI

Secondo  me l’uomo della strada è nella maggior parte dei casi tutte queste cose messe insieme. L’uomo da una parte è ormai dipendente da telefonini e tablet, per lavoro, per gestire il tempo libero, per organizzare le giornate della sua famiglia. A volte semplicemente per passare il tempo, per divertirsi o per confrontarsi con gli amici , altre perché non sa impegnare meglio il tempo.

Da un altro punto di vista però l’ uomo è spaventato da come tutto si muove velocemente, non vuole e non può rimanere indietro, rischia di sentirsi solo o di essere allontanato se non è in grado di gestire certi strumenti o se non può permetterseli.

Così c’è l’uomo che crede in sé stesso e vuole realizzare i suoi sogni, spera di raggiungere i suoi obbiettivi e decide di fidarsi del suo istinto senza che l’elettronica ne sia parte fondamentale e l’uomo che ha bisogno del mondo digitale per avere degli spunti e qualcosa in cui credere.

Io vorrei essere un uomo che prova a farcela da solo, che sa approfittare di tutto quanto gli hanno insegnato, che insegue i suoi sogni, con l’aiuto delle persone che ha vicino ed anche con il supporto dell’elettronica se dovesse servire ma mi auguro di non dover mai sentirmi cosi solo da avere bisogno di un dispositivo elettronico per credere di potercela fare.

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