DI RITORNO DA ROMA


Fatto ritorno a casa, dopo l'esperienza di bellezza vissuta in gita, hai la possibilità di scrivere una lettera e rivolgerti in prima persona a uno degli artisti in cui ti sei imbattuto a Roma. In questo testo personale dai spazio a quello che ti è successo osservando le meraviglie della Roma barocca e, in qualche modo, incontrando questo personaggio, anche se solo attraverso le sue opere.


MICHELANGELO

Cremona, 24 Aprile

 

Caro Michelangelo,

 

prima di partire per Roma abbiamo

 

affrontato delle lezioni su di te, con i

 

nostri insegnanti.

 

Questi approfondimenti mi hanno aiutato

 

a conoscere il significato profondo delle

 

tue opere.

 

Ma non sono state paragonabili a vedere

 

di persona le tue creazioni nei musei

 

Vaticani con un percorso che si conclude

 

nella Cappella Sistina.

 

Appena entri in questa stanza ti trovi

 

davanti a dei dipinti visti soltanto in

 

televisione e sui giornali; quindi, sembra

 

che queste opere mai viste dal vero,

 

esistano, e vedendole si capisce perché

 

sono da sempre fotografate o filmate dai giornali o

 

dalla televisione.

 

All’interno di questa cappella ci si sente

 

piccoli e indegni della bellezza di questi

 

tuoi dipinti colmi di significato.

 

Ma la cosa che colpisce di più è che

 

tutto ciò, che provoca sentimenti di ogni

 

genere, è stato dipinto da un uomo.

 

E’ questa la cosa più bella che mi sono

 

portata a casa dalla gita di Roma,

 

ovvero: come tu, Michelangelo, hai il

 

grande talento nella scultura e nella

 

pittura, ogni uomo nella sua vita può

 

scoprire un talento di sé inaspettato. E

 

lo scopre legandolo a una sua passione,

 

come tu eri uno scultore e per dipingere

 

la Cappella Sistina hai cercato di far

 

diventare la pittura scultura, rendendo il

 

tutto più tridimensionale.

 

Ti ho scritto questa lettera per ringraziarti

 

dell’esperienza che mi hai fatto vivere

 

attraverso le tue opere.

 

Spero di rivederti presto, magari a

 

Firenze attraverso la scultura del David,

 

altrettanto famosa e entusiasmante come

 

la ricchezza dei (minimi) dettagli della

 

volta a Roma.

 

p.s.

Finalmente posso dire di aver visitato

 

anch’io la Cappella Sistina!

 

Grazie

 

S a r a

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CARAVAGGIO

Cremona, 24 Aprile 2013


Caro Caravaggio,

recentemente siamo stati a Roma e ho visto delle tue tele: sono rimasto a bocca aperta dalla bellezza e dalla vivacità dei colori,gli sguardi intensi e profondi che a guardarli un attimo, quando torni a casa, parleresti un’ ora solo di quello! Ma io mi sono trattenuto. Quei quadri sembravano così vivi che nel dipinto della Crocifissione di San Pietro sembrava che prima o poi la croce si muovesse. Anche nella vocazione di San Matteo succede la stessa cosa con la mano di Gesù.

A mio parere tu sei una personalità molto strana: tu ne hai combinate di cotte e di crude, ma quello che esprimi nei quadri, dice tutto il contrario. Spero ci sia in futuro, quando tu non ci sarai più, uno come te, con la stessa concezione di arte, la stessa bravura, la stessa dolcezza che hai quando dipingi. Tu dai quel tocco in più che gli altri non hanno, che fa sembrare la scena rappresentata viva, che sembra che si muova. Se uno dei tuoi quadri è triste non fai fatica a capirlo, perché gli sguardi ti dicono tante cose che se sei disposto a imparare scopri tutto, ma se invece non ti metti di buona volontà, non sai cosa ti perdi. Nelle tue tele ti senti partecipe del quadro che sembra che sei a un passo dalla croce o dal tavolo da gioco e diventi triste a pensare che queste opere non sono vicino a casa tua.

Una cosa mi ha colpito di te, è il fatto che prendevi donne normali e vedevi in loro il viso lucente della Madonna. Infine ti voglio ringraziare di tutto quello che hai fatto; come ho già scritto, ci dovrà essere uno come te. Non combinare altri guai e buona fortuna! A presto.


Il tuo amico Giulio

 

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In una lettera indirizzata al Pontefice Giulio II, tu, Michelangelo Buonarroti, esponi le ragioni che ti hanno spinto ad affrescare la volta della Sistina, facendo così felice Sua Santità. Nello scritto fai emergere la tua personalità e tutta la passione di artista – in questo caso pittore.

 


Ne sarò all'altezza?

Cremona, 7 Marzo 1508

 

Sua Santità,

Sono giorni che penso e ripenso alla sua proposta.

Cerco dei motivi per accettare e motivi per non accettare.

In questi ultimi giorni ho deciso di accettare: dipingerò la Cappella Sistina!

Questa sarà sicuramente una notizia che le piacerà.

Non ho ancora idea di cosa dipingere e vorrei pensarci un po' prima di cominciare.

Ho deciso di accettare perché qualcosa mi ha fatto vedere la bellezza che si potrebbe realizzare dipingendo interamente la Cappella.

Voglio sfidarmi, voglio vedere cosa so fare veramente oltre allo scultore.

Sono nato il 6 Marzo 1475 e ho frequentato varie scuole, ma non mi sarei mai sognato di diventare quello che sono.

Grazie alla Cappella Sistina, riuscirò a farmi notare, io come pittore e i dipinti come mia opera.

Arricchirò le pareti con affreschi e quando entrerete, vi sembrerà di cambiare mondo, di essere trasportati in un palazzo ricco e colmo di opere che possono sbalordire anche Dio stesso.

Per pagare l'occorrente, io mi propongo nel finanziarne al minimo la metà; per quanto riguarda i colori, potrei cercare di procurare i più belli.

Io vedo in quella Cappella un'opera, mi colpisce: la lunghezza, i muri ancora bianchi, la volta, “l'altare” dove andrà lei, l'altezza e mi domando: Cosa ci sarà di più bello di questa, anche dipinta? Mi faccio anche domande che riguardano me:Ne sarò all'altezza?

Questa mia opera la voglio compiere in onore di Dio, di Sua Santità e per tutte le persone che vedranno quello che vedo io.

Dio è l'artista più grande che ci sia e per lui farei di tutto.

Mi dispiace di aver risposto che io non sarei mai stato un pittore, ma come potevo sapere di cambiare idea? Non mi conosco neanche io, come potreste conoscermi e domarmi voi?

Lo so, ho un carattere irascibile, ma dovete capire, un artista non è mai contento delle sue opere, ma io sì, e sono certo di quello che dico, ne vado fiero. So come verrà infine, se qualcosa andrà storto, finché non sarà perfetta, io starò giorno e notte a finirla.

Mi risponda presto.

Michelangelo Buonarroti


Veronica

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C’è Cristo in croce tra noi e i Greci!

Roma, 24 aprile 1508

 

Vostra Santità,

ho deciso di accettare la generosa offerta che mi avete proposto giorni addietro, dipingerò la volta della Cappella Sistina. Un giorno mi trovavo a pochi passi da essa e sono andato ad ammirare il suo interno. Appena giunsi nel centro preciso per osservare il suo splendore… mi accorsi che essa era tutta grigia, con qualche crepa. Pensai che le pareti povere vi fossero perché il suo soffitto doveva essere dipinto così bene da far dimenticare i muri spogli.

Non posso accettare che la dipinga un altro pittore. Pitturerò la volta talmente bene che resterete a bocca aperta e farete dipingere tutta la Cappella. Lo sapete, io sono orgoglioso, leggermente sfacciato, ma solo perché so quello che faccio. Fidatevi quando vi dico che io affrescherò la volta della Cappella Sistina in modo che sembri inarcata, che le figure sembrino scolpite. Esse si staccheranno dalla volta e racconteranno, a tutti, la loro storia e la nostra. Narreranno chi le ha dipinte e com’era, spiegheranno questo secolo, la Bibbia, anche a chi non sa leggere.

Esse saranno immortali, vivranno per l’eternità.

Affrescherò Noè e le anime del Diluvio Universale, Adamo ed Eva e Dio che li creò, l’intera Genesi.

E, per condurre l’occhio al punto giusto, Profeti e Sibille per illustrare i miei capolavori. So che vorreste che io fossi come i Greci, ma io pretendo di essere diverso da essi, io sono diverso, sono un fiorentino e cristiano, ci sono duemila anni di differenza, c’è Cristo in croce tra noi e i Greci! Vi avverto, non dipingerò le mie figure coi pantaloni, al massimo le pitturerò con panneggi. La maggior parte saranno nudi poiché Dio creò l’uomo per amarlo, non per vergognarsene.

Scrivetemi.

Siete d’accordo con me?

Vi porgo i miei più sinceri ossequi, Vostra Santità.

Michelangelo Buonarroti.

Elena Sofia

 

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Siete Papa, è vero, ma non siete Dio,e questo mettetevelo bene in testa.

Roma, 3 Dicembre 1506

 

Vostra Santità,

scrivo questa corta ma significativa lettera per, come Lei mi aveva chiesto, rispondere alla Sua proposta; ebbene sono giunto ad una conclusione:sì.

Non per compenso o per minaccia, ma per un dovere mio verso Dio; infatti Lui ci ha creati e fatti uomini, ma dopotutto non devo essere io di certo a spiegare a Sua Santità questioni religiose.

Come nei secoli scorsi nobili cavalieri da ogni dove si riunivano ed insieme armati di spada liberavano la Terra Santa per rendere grazie e glorificare Dio, ebbene la mia spada sarà il mio pennello, e la mia Terra Santa sarà la volta; glorificherò Dio senza dipinti usuali ma con un nuovo stile, che ci rappresenti per come Lui ci ha creati, a Sua immagine e somiglianza.

Non mi limiterò a dipingere Dio, ma dipingerò l'intera Genesi, e Lei con il Suo seguito, ne rimarrà tanto stupito che nessuno oserà alzare critica sulla volta da me dipinta, e chi ne alzerà, sarà in errore.

In quanto all'altra questione mi duole non poter accettare la sua richiesta: i personaggi dipinti saranno come Dio stesso li ha voluti, nell'orgoglio della loro nudità; e se Voi avete il diritto di contrastare la più antica e sacra delle parole, ebbene fatelo, ma così era scritto, così è scritto e così sarà scritto per sempre, indipendentemente dalla Vostra decisione.

Siete Papa, è vero, ma non siete Dio,e questo mettetevelo bene in testa.

Come le dieci tavole di Mosè dicono che c'è solo un Dio, così io oserò dove nessuno ha mai osato fino ad ora, dipingerò in un modo nuovo; qualcuno dirà: “quello si è ispirato ai Greci e crede forse di essere un loro pari”:ebbene no.

Io non pretendo di essere come i Greci, ma di essere più grande dei Greci; la mente dei Greci era limitata a dei inesistenti, io sarò più grande di loro, perchè dipingerò il grande Dio, il re dei re, Colui a cui tutto è possibile, il solo unico e grande Dio.

Quindi in definitiva, La ringrazio della proposta, ma, se vuole che sia io il pittore della volta della Sistina, allora deve rispettare il mio stile, e le mie idee.

La saluto e La ringrazio

 

Michelangelo Buonarroti

 

Pietro

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Come posso abbassarmi ad una tale arte?

Roma, 24 aprile 1508

Vostra Santità,

voglio che voi sappiate che ho pensato molto alla sua proposta; la pittura... l'affrescamento della Sistina; come posso abbassarmi ad una tale arte? Il lavoro del pittore è più facile di quello dello scultore. Il pittore è padrone del colore, esso è fluido e arrendevole, si lascia comandare da qualsiasi mano!

La pietra... la pietra invece è sinonimo per me, di condivisione, sacrificio, bellezza, soddisfazione ed essenza... in questo senso lo scultore è meno libero del pittore. La pietra va colpita nel punto giusto perchè ti riveli se stessa; un solo nodo nel marmo può essere causa di rottura, se scolpita da mani indegne di ciò! In ogni pietra c'è un'anima, una figura pronta a sbocciare. Bisogna soltanto capirla e saperla lavorare, al fine di farla nascere. Ma basta che delle mani inesperte la tocchino, ed essa si scheggia e si rovina!

Vostra Santità io nutro grande rispetto per voi; per questo, sono andato a vedere la Cappella. Il mio parere sulla pittura cambiò all'istante, una volta entrati. La volta, così bianca e nuda, dava senso di tristezza, di vuoto, di incompletezza, che solo pittura poteva colmare. La volta sembrava chiamarmi per nome. Era come un candido blocco di marmo inanimato che, messo al mondo, non aveva ancora capito la sua funzione nell'universo. Perchè Iddio aveva chiamato me?

Guardai la volta per almeno venti minuti, fino a che una domanda si impadronì della mia attenzione : "Potevo forse comunicare la mia arte di scultore anche attraverso la pittura ?".

Già varie volte avevo escluso l'ipotesi di improvvisarmi pittore,perchè di questo si trattava. Di fronte a quella maestosità, mi sentivo terribilmente piccolo! Non potevo, però, voltare le spalle a quel soffitto bianco, spoglio, desideroso di essere colmato di vita! Quale soggetto migliore allora della creazione poteva esserci per esso?
Non più gli apostoli come da voi richiesto, ma Dio, scultore, architetto e pittore; la creazione, la genesi, vostra Santità!
Questo ci vuole, per affrescare la Sistina .

Ecco perchè iddio mi ha scelto, per manifestarLo, attraverso una nuova sfida, la pittura. Devo fare in modo che il colore non si sottometta a me, ma deve diventare il mio nuovo compagno!Attraverso il pennello devo rendere i disegni veri, reali, devono sembrare carne umana in cui batte un cuore! Evidenziando la perfezione dei corpi e mostrando ogni singola giuntura!

Questo, vostra Santità, è il desiderio che mi ha spinto ad accettare con fermento la vostra proposta.

Attendo la vostra risposta, per definire l'inizio dei lavori.

Michelangelo

Buonarroti

Ludovica

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