COME SPINTO DA UNA FRUSTA INVISIBILE


I ragazzi delle classi seconde hanno messo in scena uno spettacolo dal titolo: "Come spinto da una frusta invisibile", frutto del laboratorio teatrale a cui le classi hanno partecipato durante l'anno. Si tratta della rivisitazione del viaggio di Cristoforo Colombo alla scoperta dell'America. Durante l'anno abbiamo lavorato sul racconto di avventura, e ci è sembrato calzante vivere a nostra volta, attraverso il teatro, un'avventura, questa volta realmente accaduta.


“TU E IL PALCOSCENICO. TU, IL BUIO E IL SILENZIO. TU, LA LUCE E I RUMORI. TU E L’AVVENTURA. TU E I TUOI COMPAGNI. TU E IL PUBBLICO. TU E COLOMBO. COSA HAI VISSUTO VENERDI’ 7 GIUGNO?”


Senza i miei compagni e gli insegnanti avrei perso dei pomodori in faccia.

 

Un giorno durante una lezione normale della classe 2°a, una notizia inaspettata giunge all’ orecchie degli alunni:” Faremo uno spettacolo teatrale in piazza del Duomo e ci aiuterà Max, il nostro insegnante”. Mi sono divertito molto con lui anche se era milanista, è stata un’ esperienza che sarà difficile dimenticare.

Io, purtroppo ho saltato l’ esibizione in piazza del Duomo perché avevo un concerto importante, mio fratello è andato a vederlo e a detto che era il più bello, un’ esperienza che ci ha unito, ci ha fatto diventare un gruppo forte che non si può distruggere.

Questa esperienza è stata un’ opportunità per fare nuove amicizie e imparare cose nuove. Il 7 giugno eravamo chiamati a ripetere lo spettacolo e ho pensato:” E se sbaglio le parole, se faccio una figuraccia, spero proprio di essermi meritato quel posto sul palco.” Ma dopo un po’ di lezioni ho preso coraggio, è stata anche un’ esperienza che mi ha fatto forza, senza i miei compagni e gli insegnanti avrei preso dei pomodori in faccia. È stato bellissimo, spero di rifare un’ esperienza così.

 

Giulio

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In questo mondo parallelo tutto è racchiuso nella parola finzione

 

L’esperienza di teatro è stata una crescita? Non sono sicura di poter affermare una crescita bensì un’esperienza di bellezza, che mi ha portato ad apprezzare e osservare la recitazione, la sintonia che c’è con i miei compagni e l’arte del teatro.

Le avvincenti ore di teatro sono state per me un cammino che mi hanno fatto provare una materia che mi piace davvero molto; un viaggio che ha spiccato il volo con lo spettacolo di fine anno,

Organizzato da Max il nostro istruttore ed anche regista,che mi ha convinto e fatto capire che nella parole recitare ci sia un nuovo mondo pullulante di vita,desideri e sentimenti come Michelangelo che ha definito la Cappella Sistina un mondo pullulante di vita ed è proprio questo che io vedo nella parole recitazione; ma mi ha anche insegnato come in questo mondo parallelo tutto è racchiuso nella parola finzione, perché devi entrare nel corpo di un altro e la cosa che mi ha stupito di più è che devi entrare con il tuo stesso corpo.

Spero di ripetere questa esperienza anche in altre occasioni e condividere i significativi momenti che ho provato io perché erano davvero bellissimi.

 

 

Vittoria

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All’inizio del lavoro pensavo che fosse un modo di fare lezione più movimentato e creativo

 

Ripensando all’esperienza di teatro di quest’anno, devo dire che all’inizio ho pensato che tutto sommato non era servita un gran che, ma che non potevo dirlo apertamente.

 

Quando ho detto questa cosa mia mamma si è molto arrabbiata e mi ha detto che non potevo scrivere delle bugie e che dovevo dire senza temere le conseguenze quello che pensavo veramente, senza paura e senza offendere nessuno ; e poi che non potevo dire che non mi era piaciuto senza rifletterci .

 

All’inizio del lavoro pensavo che fosse un modo di fare lezione più movimentato e creativo, e infatti le prime lezioni sono state un’esperienza positiva, con gli esercizi di concentrazione e gli esercizi di mimo ( dovevamo cioè cercare le parole che descrivevano l’esperienza di Colombo e poi cercare di tradurle con una “statua”) .

 

Questo in effetti è stato bello , perché ci ha fatto capire quali sono le fondamenta su cui si regge tutto il teatro, dallo spettacolo dell’oratorio a Shakespeare ( almeno io penso così, magari mi sbaglio).

 

Poi mano a mano che lo spettacolo prendeva forma io mi aspettavo , pensando a quello dell’anno scorso su Narnia, qualcosa di più avvincente, di più movimentato.

 

Il diario di Colombo lo avevo trovato monotono, noioso e per niente avvincente. Quindi anche lo spettacolo era troppo lento.

 

Pensavo anche che tutti potessero recitare una parte anche se più piccola ,ed essere più protagonisti e quindi, a mio parere, più contenti.

 

Forse in tutte queste lamentele è come se mi fossi dimenticato, mi fosse scappato l’argomento principale di tutto lo spettacolo ; cioè che Colombo , nonostante tutte le avversità, le difficoltà, i problemi,insegue il suo sogno e il suo desiderio, risollevando anche i suoi compagni di viaggio, non mollando mai.

 

Insomma, capisco che nonostante la forma dello spettacolo non fosse quella che avevo immaginato o che mi sarebbe piaciuta di più, andrei avanti a fare teatro; perché teatro non è solo due persone vestite in modo strano che parlano davanti a un pubblico con parole senza troppo interesse, ma è qualcosa che fa scoprire cose che sfuggono, che a pochi sono evidenti ma che tutti possono comprendere perché il teatro è come se le facesse diventare carne e ossa , una cosa concreta.

 

 

 

 

 

Pietro

 

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UNO STUPORE Più CHE UN’ESPERIENZA…

7 giugno 2013: UNO STUPORE  Più  CHE UN’ESPERIENZA…

...era arrivata l’ora di salire sul palco per iniziare la recita finale del laboratorio di teatro a cui avevo partecipato con la mia classe. Il sipario si era chiuso dopo la nostra salita sul palco del teatro di Sospiro.

Questo teatro non è molto grande, ma era perfetto per me. Aveva le tende del sipario e quelle dell’entrata di colore oro, come le poltrone, e un palco di legno scuro. Aveva dietro un bel giardino con delle giostre.

L’ emozione era grande e sentivo alcuni genitori che parlavano. Anche io ero ansioso ma avevo un po’ paura… Ad un certo punto i riflettori si sono accesi e si è fatto silenzio; poi è diventato tutto buio e finalmente il sipario si è aperto…

Lo spettacolo è iniziato con una frase detta dal nostro insegnante Max e con delle frasi dette da noi. Poi dopo un momento di recita tutti insieme siamo scesi dal palco per abbracciare le persone perché dovevamo partire per il viaggio che avrebbe portato alla più grande scoperta del mondo: quella dell’ america. Subito dopo è partita una musica che ci portava in riva al mare, mentre un telo trasparente passava sopra di noi… Poi abbiamo trasformato il palco in una nave, dove tutti lavoravamo, e io pescavo. Che scene durante questo spettacolo, dalla felicità di quando abbiamo urlato tutti “terra!” allo sconforto di quando abbiamo scoperto che non era terra, fino al “salve regina” finale…

Quando ho recitato, avevo un po’ paura, ma dopo, sono stato preso dall’eccitazione del finale:” riuscite ad immaginare che cos’ è solcare l’ oceano? Perfetto il vuoto… divina la morsa della paura! Paura della tempesta, paura dell’ epidemia a bordo, paura dell’ immensità… Allora bisogna spingere bene quella paura in profondità… e sperare! La speranza… da principio non è altro che una nebbia  all’ orizzonte… passa un giorno e la nebbia diventa una macchia… si espande lungo l’ orizzonte, finche al terzo giorno osi sussurrare:”terra, terra, vita, resurrezione, la vra avventura generata dalla vastità dell’ ignoto, sorta dall’ umanità, a nuova vita, questo è il nuovo mondo!!!

Stefano

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Cos'è per me il teatro??? Per me è stata un'esperienza che ho iniziato col pensiero che fosse una stupidata.

Cos'è per me il teatro??? Per me è stata un'esperienza che ho iniziato col pensiero che fosse una stupidata. Perché perdere un'ora di storia, o di antologia, o una di epica per una cosa così inutile??? Questa è la mia opinione sul teatro che ho sostenuto fino al giorno dello spettacolo, al teatro di Sospiro, dove qualcosa, ma non so che cosa, mi ha convinta di ciò che credevo non avrei mai pensato a suo riguardo. Alla fine della recita mi sono quindi detta: "Al termine di questo lungo percorso posso affermare che il  teatro è stata un'esperienza molto bella e coinvolgente, che mi ha fatta diventare più amica di certa gente che credevo non mi sarebbe mai stata simpatica, e che non mi ha fatto assolutamente perdere quelle ore di lezione, anzi, era un modo alternativo di crescere". Il teatro di Sospiro è un'altra cosa che ci ha uniti e ci ha fatti diventare più amici: la prima scena si svolgeva da coricati e, essendo il palco molto piccolo, dovevamo fare attenzione a chi ci stava vicino, per evitare di calpestarlo e di fargli del male. Prima che iniziasse lo spettacolo le professoresse ci avevano raccomandato di non parlare dietro il sipario, perché dovevano velocemente presentare ai genitori il lavoro svolto durante l'anno e se avessimo riso o parlato, si sarebbe sentito tutto. Invece di essere molto concentrata per lo spettacolo, durante il discorso, sempre con l'idea che quello spettacolo fosse inutile, dal primo posto del palco in cui mi ero situata, cercavo di localizzare i miei genitori attraverso una piccola fessura che mi permetteva di vedere al di fuori di quell'enorme telo rosso. A differenza del pre-spettacolo, dove ero molto deconcentrata, dall'inizio dello spettacolo in poi, sono stata concentratissima. Questa recita mi è piaciuta tanto e, secondo me, quella del teatro, è un'esperienza assolutamente da ripetere!!!

 

Elena

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Concentrazione, silenzio, credere nelle proprie capacità.

Quest’anno abbiamo provato l’esperienza di teatro con Max e la prof.ssa Tresoldi.

Il tema dello spettacolo era Colombo perché è un personaggio, anzi Amico, che ci aveva colpito. Max dai nostri scritti aveva preso frasi significative e belle per poi comporre il copione.

Dopo varie lezioni di esercizi, Max, ci ha mostrato il copione e io con tutti i miei compagni di classe dovevamo fare l’equipaggio.

Il titolo dello spettacolo: “Come spinti da una frusta invisibile” è una frase tratta dal diario di Colombo.

Abbiamo fatto due spettacoli: uno in piazza Duomo, dove, secondo me, non siamo stati per niente bravi perché eravamo poco concentrati  e il luogo ci distraeva tanto; il secondo, l’abbiamo presentato nel teatro di Sospiro.

Il giorno fissato per la rappresentazione era il 7 Giugno.

Nel pomeriggio ci siamo ritrovati al teatro per fare qualche prova e per poi andare in scena alle ore 21.

Questo palcoscenico per molti di noi non era nuovo , perché avevamo già fatto lo spettacolo alla fine della scuola primaria. E’ un teatro non troppo grande e ha un bel palco.

Erano ormai le 21 e c’erano già i nostri genitori, quello che avevamo fatto non si poteva cambiare, dovevamo solo immedesimarci nei personaggi e credere in quello che stavamo per fare.

Mentre ero dietro al sipario e prima che si aprisse stavo in silenzio e pensavo alle cose che ci ripeteva sempre Max durante le prove per fare andare al meglio lo spettacolo: concentrazione, silenzio, credere nelle proprie capacità. Infatti, per la buona riuscita di qualsiasi “avventura”, il punto di partenza deve essere proprio quello di non dubitare mai nella riuscita.

Quando ero in scena avevo paura, paura di sbagliare qualcosa perché sono timida…

Penso che io e i miei compagni abbiamo recitato bene e siamo stati davvero bravi, ognuno si è calato nel ruolo che doveva interpretare.

Quando alla fine dello spettacolo si è chiuso il sipario non riuscivo a pensare, tutti ci siamo messi ad urlare e ci siamo abbracciati, secondo me, perché, eravamo fieri di noi e del “lavoro” che abbiamo fatto davanti ai nostri genitori nonostante la timidezza e la paura di sbagliare.

E’ sparita tutta la tensione che c’era prima e mi sono sentita più “leggera”.

Per me sono state molto importanti le parole che Max ci diceva durante le prove e prima dello spettacolo, i suoi consigli e incoraggiamenti sono stati una buona base su cui poggiare il mio lavoro.

Alla nostra giovane età è fondamentale avere delle persone con esperienza che ci facciano da guida come sono stati Max e i professori.

 

 Francesca

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I RIFLETTORI SI ACCENDONO, IL SIPARIO SI APRE, SI VA IN SCENA…

I RIFLETTORI SI ACCENDONO, IL SIPARIO SI APRE, SI VA IN SCENA…

IN QUEL MOMENTO MI SENTIVO EMOZIONATO E ALLO STESSO TEMPO SPAVENTATO, PERCHE’ SE AVREI SBAGLIATO QUALCOSA LO AVREBBERO VISTO TUTTI…

VENERDI’ 7 GIUGNO SONO ANDATO INSIEME HAI MIEI COMPAGNI A SOSPIRO, NEL TEATRO:

ERA UNA STRUTTURA DI MEDIA GRANDEZZA, AL SUO INTERNO VI ERA UN VASTO SCHIERAMENTO DI POLTRONCINE E UN PICCOLO PALCOSCENICO, DOVE CI SIAMO ESERCITATI A PROVARE PRIMA DELLO SPETTACOLO FINALE.

INIZIATO LO SPETTACOLO ERO UN PO’ TESO, MA POI MI SONO CONCENTRATO E HO RECITATO TRANQUILLAMENTE.

DURANTE LO SPETTACOLO HO VISTO TUTTI IMPEGNARSI PER FARE CAPIRE MEGLIO CIO’ CHE VOLEVA TRASMETTERE, E INSIEME A LORO ANCHE IO MI SONO IMPEGNATO: NEL CONCENTRARMI, NEL ESEGUIRE LE AZIONI NEL MODO E TEMPO CORRETTO E NEL GUARDARE SEMPRE LA FINESTRELLA DOVE VI ERA MAX, PER RIMANERE CONCENTRATO E PER SAPERE QUANDO INTERVENIRE.
LO SPETTACOLO E’ ANDATO BENISSIMO E CHIUSO IL SIPARIO MI SONO SENTITO FELICE E SODDISFATTO, E RIAPRENDOSI IL SIPARIO IN FILE CI SIAMO INCHINATI RINGRAZIANDO GLI SPETTATORI DELLA LORO PRESENZA
.
QUEST’ESPERIENZA MI PIACIUTA TANTISSIMO.

 

Alessandro

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Ed ecco che si spensero le luci…

Ed ecco che si spensero le luci… il momento era arrivato!

Finalmente andava in scena la nostra rappresentazione teatrale.

Quando mi trovavo dietro al sipario, al buio, avevo paura e mi batteva il cuore. Anche la mia vicina, Elena P., aveva paura , infatti mi teneva la mano stringendomela forte.

Quando il sipario si aprì scoprii che il teatro aveva molti posti, infatti quella sera c'era molta gente.

A recitare davanti a tutta quelle persone avevo molta vergogna; cercavo sempre di guardare Max che spuntava da una finestrella in alto al muro del teatro perché mi dava sicurezza.

Lo spettacolo andava alla grande e il pubblico sembrava soddisfatto.

Ci siamo impegnati molto, e il risultato si è visto.

Ognuno ha detto le proprie battute perfettamente e si è comportato nel modo giusto, interpretando la parte in modo corretto.

Secondo me ho recitato abbastanza bene perché mi sono impegnata e ho dato il meglio di me.

Ci sono certi miei compagni che, però, hanno recitato meglio di me, e altri peggio.

Alla conclusione dello spettacolo feci un grande sospiro e mi calmai.

Alla fine mi resi conto che non era stato poi così tanto difficile come pensavo!

Questo fatto mi ha comunicato un messaggio molto importante: certe volte le cose, nella vita, sembrano difficili, ma in fondo non lo sono così tanto come gli esseri umani pensano!

 

Sara

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Ero proprio sulla caravella con Colombo e stavo vivendo con lui la grane avventura della scoperta dell’America.

L’ attività di teatro è iniziata molti mesi fa e in questo tempo, tutti insieme , faticando per sconfiggere la vergogna di esibirsi,  abbiamo costruito un piccolo spettacolo teatrale. Lo spettacolo andava  messo in scena per due volte, in piazza del Duomo e nel Teatro di Sospiro, dove gli spettatori sarebbero stati i nostri genitori. 

Il pomeriggio a teatro , è iniziato con molte prove per migliorarci e verificare di essere pronti per la grande prova. La tensione delle prove  è stata stemperata  dall’ allegra compagnia e dalla ricca cena al sacco. Quando  è arrivata  la sera , però,  dietro al sipario chiuso  ho provato molta emozione ed ero molto teso. Non vedevo il pubblico, ma sentivo le voci ; sapevo che tra di loro c’erano i miei genitori, volevo fare loro una gradita sorpresa.  E’ andata abbastanza bene , mi è piaciuto il recitare a coro, mi sembra che tutti insieme abbiamo ricordato  e messo in pratica i tanti consigli che il nostro Max ci aveva dato.

Quando ero in scena cercavo di dare il meglio di me anche con l’espressione, anche se mi tremavano le gambe. Ho cercato di immedesimarmi al massimo, ero proprio sulla caravella con Colombo e stavo vivendo con lui la grane avventura della scoperta dell’America.  Al termine dello spettacolo , quando si  è chiuso il sipario e sono esplosi gli applausi  mi sono sentito bene, libero e contento di quello che ero riuscito a fare.

Un ‘altro  traguardo raggiunto ! e pensare , che il giorno precedente alla recita, ero quasi convinto di non partecipare; oggi posso dire che sarebbe stato un grave errore , avrei perso una grande occasione di stare in gruppo e vivere questa nuova esperienza.

 

Andrea

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Max e i miei compagni mi hanno fatto capire che si poteva scegliere di prenderla sul serio

Il teatro per me è stata un’esperienza indimenticabile. Max e i miei compagni mi hanno fatto capire che si poteva scegliere di prenderla sul serio, come uomini e non più come dei cuccioli, oppure di viverla come uno scherzo. Io ho deciso di prendere la strada che mi avrebbe portato più lontano.

Il buio, il silenzio, la paura di esibirsi. Tutte queste cose mi giravano per la testa prima che iniziasse lo spettacolo.

Il tutto è iniziato con il palco inondato dall’oscurità… Dopo, pian piano, le luci più deboli hanno iniziato ad accendersi e ad uno ad uno io e altri miei compagni ci siamo alzati in piedi per proclamare ciascuno una frase importante. Quando è stato il mio turno, dopo Filippo, ero agitatissima. Ma poi mi sono resa conto che avevo detto una cosa veramente importante: “Ho navigato tutti i mari. Ora devo imparare a navigare l’oceano”. Era proprio quello che stava accadendo a me quel giorno!

Lo spettacolo è stato bellissimo. Me lo sono fatta raccontare da una persona che era quella sera seduta tra il pubblico e ha detto che è stato commovente e mozzafiato!!!!! Era mia mamma.

Dopo aver preso la decisione di recitare da uomo nessuno mi ha più potuto fermare. Ero concentrata al massimo, come non lo ero mai stata! Credo di non avere mai visto me e i miei compagni così entusiasti e felici di quello che stava accadendo e di quello che stavamo facendo! Quella sera abbiamo recitato veramente da uomini! E per questo il risultato è stato davvero positivo. Anche i più incerti, sono riusciti a tirar fuori tutto il loro coraggio.

Quando sono stata in scena, mi sentivo sudare pur non avendo caldo… Ma ne è valsa davvero la pena!!! Lo spettacolo è risultato una meraviglia.

Al termine della rappresentazione, quando si è chiuso il sipario, ho pensato:” Ma guarda che uomini siamo diventati, da cuccioli d’uomo a ragazzi che vivono queste cose, come il teatro, la scuola, ecc, per prenderle sul serio”. Grazie a tutti gli amici e a tutti professori che ci hanno trasformato.

   

Elena

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...per arrivare alla meta pero’ bisognava seguire una pista.

Durante l’anno scolastico la nostra professoressa di italiano ci ha proposto insieme a Max l’esperienza di teatro, per arrivare alla meta pero’ bisognava seguire una pista.

Iniziammo la preparazione allo spettacolo di fine anno, provammo le parti, provammo degli esercizi di Teatro ma i giorni passavano in fretta e l’ultimo giorno di scuola

 arrivò.  Al pomeriggio dopo alcune prove iniziò lo spettacolo io provai una immensa emozione ma anche paura e vergogna ma non dovevo abbattermi. Lo spettacolo iniziò, la paura di sbagliare si faceva avanti,  con un po’di coraggio riuscii a finire lo spettacolo, che sembrava noioso ma  poi  mi ha appassionato e divertito moltissimo.

Ringrazio per questo Max che ha fatto di tutto per farci credere nelle cose che facciamo e farle con tutto il cuore.

 

Riccardo

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Il teatro, era proprio uguale come me lo ricordavo.

Il teatro, era proprio uguale come me lo ricordavo. Come faccio a ricordarmelo? Be’ facile perché ci ero già stato in quinta elementare con la mia classe.

Le emozioni erano un po’ le stesse come se andassi allo stadio in mezzo a tutta quella gente che conoscevo e no.

All’inizio non mi piaceva perché non riuscivo a entrare bene fino in fondo nel ruolo che mi era stato chiesto e allora mi metteva a chiacchierare con gli amici e alla fine la professoressa mi richiamava spesso.

Ma dopo, nel finire delle lezioni con Max, ho capito che l’ unico modo per eseguire correttamente il mio lavoro era quello di non pensare a cose stupide che mi giravano intorno  ma di concentrarmi solo su quello che devo fare e cioè LAVORARE.

Un aspetto positivo è che non era una classica lezione in classe ma un esperienza comune al di fuori del nostro ambiente (la scuola) pur essendo  ancora con i miei con i miei compagni. La rappresentazione oltre al teatro di Sospiro l’abbiamo presentata anche in piazza Stradivari in mezzo a tantissime persone e questo per me non è stato emozionante.

Se devo trovare un aspetto negativo dell’esperienza fatta a Sospiro è sicuramente la data. Infatti  era il 7 giugno e faceva un gran caldo e io ero con camicia e pantaloni lunghi e sudavo tantissimo, ma la compagnia era OTTIMA e mitica.

Dopo varie prove di coordinazione eravamo pronti per il gran finale, dove devo ammetterlo le professoresse hanno veramente pazientemente creato un lavoro straordinario.

Il teatro era pieno zeppo; quando ci siamo messi in posizioni le mie sensazioni erano diverse non so il perché ma ho provato un enfasi così sfrenata che mi veniva voglia di cantare, recitare, sfogarmi dare tutto me stesso. Ho pensato anche che durante il percorso che ci ha condotto all’esibizione finale ho fatto un percorso personale e dovevo dimostrare che ero migliorato.

Infatti mi sono controllato e ho ritrovato la calma, ma in quello stesso momento il buio del silenzio.  A volte il silenzio urla  molto più forte dello chiasso di uno stadio. E il buio era così oscuro, tetro, malinconico ma pieno di vita.

E finalmente il sipario si aprì e così il nostro lavoro venne alla luce definitivamente in modo così naturale che sembravamo veramente i personaggi creati per la rappresentazione.

Nel mentre non so come è venuto, dato che io non lo visto, ma ho vissuto in prima persona la storia.

La  mia mamma e di altri genitori  che ho potuto sentire mi hanno confermato che  è stato davvero bello  ed ha trasmesso delle emozioni.     

Che ne dice prof ci siamo riusciti a trasmettere gioia e bellezza?

Tommaso

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Ognuno si poteva fidare dell’altro.

Venerdì 7 giugno, con le due classi seconde, mi sono recato al teatro di Sospiro per la recita di fine anno, che aveva come argomento la scoperta dell’America.

Entrati nel teatro, non mi sentii preoccupato, perché non era molto grande.

Provammo tutto il pomeriggio fino ad arrivare all’ora dello spettacolo.

Prima di salire sul palco eravamo tutti contenti, ma quando vi salimmo la felicità si trasformò in tensione.

Al buio del sipario cercavo di immaginare come mi sarei sentito all’aprirsi della scena, ma non ero impaurito.

Quando abbiamo cominciato a recitare non eravamo preoccupati, per questo lo spettacolo si svolse in maniera tranquilla.

La maggior parte delle frasi si pronunciava in gruppo (questo dava tranquillità) e perciò  ognuno si poteva fidare dell’altro.

Per quel che mi riguarda, mentre recitavo ero felice , perché capivo che tutto si svolgeva  come era stato organizzato, il silenzio della sala dimostrava che stavamo recitando perché attiravamo l’attenzione del pubblico.

Quando il sipario si chiuse tutti saltammo di gioia, ed io fui molto soddisfatto, perché ero riuscito ad affrontare l’esperienza di teatro.

 

Edoardo

 

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Per me il teatro è impersonarsi in tutto e per tutto il tuo personaggio

Il 7 giugno fu un giorno pieno di trambusto per me , forse per tutti dato che era l'ultimo giorno di scuola. Mi svegliai presto la mattina ,per lo spettacolo non ero particolarmente emozionato, perché lo spettacolo era molto meno complesso di quello che avevamo fatto in quinta,e anche il teatro mi era familiare . Lo spettacolo di quinta è stato più difficile perché avevo una parte dove ero solo sul palco ,e gli occhi erano rivolti solo a me , mentre nel nostro spettacolo c'eravamo sempre tutti sul palco ,e uno poteva guardare chiunque , ma non direttamente te . Uno poteva rimanere spiazzato davanti a tanta gente confinata in un palchetto minuscolo,e poi quando era il turno di dire la tua frase gli altri continuavano a fare i loro lavori , e i genitori naturalmente guardavano i loro figli ,quindi  tu sapevi di essere osservato solo da i tuoi genitori. Per me il teatro è impersonarsi in tutto e per tutto il tuo personaggio ,quasi tornare indietro nel tempo (come nel caso del nostro spettacolo). Tu sei lì a fare quello dettato dal copione, per fare teatro bisogna essere maestri dell’ immedesimazione. Ritorniamo a noi , arrivati dietro il sipario  , dopo varie ore di prove  e riposo era arrivato il momento . Stare dietro al sipario a me è sembrato un eternità, tutti lì coricati (e incastrati !) come fossimo tutti una cosa sola, frutto di un anno trascorso insieme , e quello era il culmine dell’anno .  Poi dopo un tempo che non saprei dire , d' un tratto si fece tutto silenzio e capimmo che stavamo per iniziare.

Incominciò la musica di sottofondo  e alcuni dei nostri compagni si alzarono e dissero la loro frase . Dopo prendemmo la roba necessaria allo spettacolo e formammo la nave ed io non ero più Matteo ma  un marinaio di colombo. Salpammo stavamo andando verso l'America, non riuscivo a resistere, però non sapevo se sarei tornato. Partimmo il venerdì 3 agosto del 1492 . Il viaggio fu intenso pieno di ostacoli  ma arrivammo e intonammo il salve regina come si usa tra noi marinai, e d'un tratto ero già tornato sul palco ,ero  andato e tornato dall' America in un giorno! Poi dopo gli inchini , pensai è davvero finita,  espirai e mi dissi su c'è ancora un anno !

Matteo

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Sono rimasta in silenzio per sentire la mia anima commuoversi.

Venerdì 7 giugno abbiamo rappresentato lo spettacolo: “COME SPINTI DA UNA FRUSTA INVISIBILE”, che ha visto impegnati la mia classe con la seconda A. Abbiamo recitato al teatro di Sospiro. Ci siamo recati nel pomeriggio e mi ha condotto in quel luogo per me sconosciuto  mia mamma. Quando sono entrata non ho visto i miei compagni ma solo il teatro, sono rimasta in silenzio  per sentire la mia anima commuoversi. Il teatro era piccolo ma accogliente, c'era molta oscurità, mi sembrava di essere già in mezzo al mare; le onde mi portavano diritte al palco dove avrei recitato. Mi dava un po'  di angoscia,  preoccupazione e terrore. Quando scoccò l'ora dell'inizio dello spettacolo tutti  eravamo sdraiati  dietro al sipario. La paura mi assaliva,  mi avventava, il mio respiro era pesante da sopportare. Ero nervosa, il mio cuore era inquieto, batteva a mille allora. L'agitazione  mi turbava, avevo paura di non farcela. Ero sudata  dai piedi alla testa, era come se  ci fosse un lupo che mi aggrediva  forte, ma io con audacia e con gagliardia lo affrontavo. Quando si aprì il sipario l'“IO” pieno di paure e di insicurezze divenne invisibile e  iniziò a venire fuori il vero IO che non ha paura di nulla, se ne infischia di tutto e non ha insicurezze, dubbi perché è uguale agli altri. Gli occhi divennero fissi verso  il pubblico. Eravamo dei marinai che dovevano svolgere un lungo viaggio con Colombo alla scoperta delle Indie.

Recitammo in coro, sulla nave dovevamo svolgere dei lavori.  Io dovevo issare le vele. Altri dovevano dormire, altri giocavano a carte, altri  pulivano, altri giocavano a dadi, altri pescavano e infine altri  bevevano il vino. Mi  piaceva quando le professoresse  facevano passare sulle nostre teste un  velo, che assomigliava ad un'onda del mare. In quel momento  mi  sembrava  di volare, di dimenticare tutto quello che  facevo. Era come se fossi in paradiso,  sognare e contemplare le stelle e la luna. Vedere il mondo diverso e soprattutto le persone cambiare. Quando toccò al mio gruppo di recitare  la  mia fronte non era più sudata come era prima. Mi sono fidata di me stessa e mi sono detta” DEVO STARE CALMA E  NON MI  DEVO AGITARE!!!!”. Anche se mi sentivo il formicolio allo  stomaco, ho provato delle belle sensazioni. Quando il sipario si  è  chiuso, ero molto soddisfatta di  tutto quello che avevo fatto, è stata un'avventura magnifica. Anche se  all'inizio fare teatro non mi ispirava per niente, è stato bellissimo e  sono stata benissimo insieme ai miei compagni. Colombo mi ha fatto capire che non mi devo arrendere mai. Devo sempre guardare avanti, affrontare le mie paure. Imparare a chiedere aiuto e non fare le cose sempre da sola.

 

 

AVRIL 

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...in quel momento capii che non stavamo andando bene.

Il giorno 7 giugno, terminata la scuola, bisognava recarsi al teatro di Sospiro per mettere in mostra lo spettacolo su Colombo.

Il teatro aveva tanti posti da sedere un palcoscenico che si affacciava su  di essi, mentre sul retro del teatro c'era un parchetto nel quale abbiamo aspettato di iniziare a provare .

Iniziate le prove vedevo la professoressa preoccupata e in quel momento capii  che non stavamo andando bene.

Dopo  erano finalmente arrivati i nostri genitori per guardare il nostro spettacolo di fine anno; dietro al sipario, mentre eravamo al buio, ero emozionato, ma ero anche preoccupato di fare una figuraccia davanti a tutti.

Quando il sipario si è alzato tutti i genitori erano seduti per guardare la nostra recita di fine anno e quando le professoresse ci diedero il segnale di cominciare a recitare, noi  iniziammo il nostro spettacolo.

A metà  della recita, mi sono accorto che lo spettacolo stava andando meglio del previsto.

Io e i miei compagni abbiamo recitato bene, anche se nelle prove prendavamo tutto come un gioco e un passatempo perchè non credevamo in quello che facevamo.

Al termine dello spettacolo stavo pensando che non eravamo andati tanto male, perché sui volti delle professoresse si leggeva la soddisfazione che avevano di noi.

Scesi dal palcoscenico ci siamo salutati e siamo stati un po' in compagnia, intanto che la serata finiva e le nostre strade si dividevano fino al prossimo anno scolastico.

 

Simone

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Ce l’abbiamo fatta!

Ce l’abbiamo fatta.

Il teatro era bello piccolo ma grande. Li abbiamo svolto tutto il lavoro che abbiamo fatto a scuola, un’opportunità in più per far vedere hai propri amici, genitori, parenti tutto il percorso fatto su Cristoforo Colombo.

Io dietro al sipario provavo una sensazione di ansia perché le prove non erano andate molto bene.

Lo spettacolo è andato benissimo, tutti sapevano la propria parte e, la cosa che mi è piaciuta di più è quando Andrea ha gridato: ‘TERRA, TERRA’ perché  ha trasmesso più sensazioni. Lui in questo spettacolo ci credeva, allora ho iniziato a crederci anche io.

Quando ero in scena sentivo il cuore che batteva a mille avevo paura di sbagliare anche perché ero in prima fila e quindi mi si vedeva benissimo.

Alla fine di questo spettacolo ero tutta soddisfatta perché sapevo di aver dato il meglio di me ed era quello che volevo e che mi rendeva felice!

 

 

Alessandra Storci

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ERO SICURO CHE SAREBBE ANDATO TUTTO BENE!

VENERDI' 7 GIUGNO, ALLE 4 DEL POMERIGGIO, QUANDO SONO PARTITO IN BICICLETTA DA CASA MIA, ERO MOLTO AGITATO PERCHE' DOPO CINQUE ORE AVREMMO RECITATO DAVANTI A TANTE PERSONE, MA ERO ANCHE CONTENTO PERCHE' SI SAREBBE VISTO IL RISULTATO DEL LAVORO SUL TEATRO SVOLTO A SCUOLA NEGLI ULTIMI MESI ED ERO SICURO CHE SAREBBE ANDATO TUTTO BENE. PROCEDEVO SULLA STRADA CHE PORTAVA AL TEATRO, E IL CUORE MI
BATTEVA SEMPRE PIU' FORTE. UNA CURVA A DESTRA, UNA A SINISTRA, UN RETTILINEO, E MI TROVAI DAVANTI AL TEATRO.LEGAI LA MIA BICICLETTA A UN PALO ED ENTRAI NEL TEATRO E MI MISI A GIOCARE CON I MIEI AMICI.
TROVAI IL TEATRO PICCOLO, MA BELLO E CONFORTEVOLE. MI PIACEVA SOPRATTUTTO IL BUIO LEGGERMENTE ILLUMINATO DALLE TRE FINESTRE DEL TEATRO, CHE MI FECE RIPENSARE A TUTTO L'ANNO SCOLASTICO.
SUCCESSIVAMENTE PROVAMMO LO SPETTACOLO DIVERSE VOLTE, MA CIASCUNA DI QUESTE NON ANDO' BENE, PERCHE' MAX CONTINUAVA A DIRCI CHE NON SI SENTIVANO LE VOCI,
CHE ERAVAMO IN RITARDO E ALTRI MILLE DIFETTI. POI ALLA FINE DELLE PROVE, COMINCIARONO AD APPARIRE I PRIMI GENITORI, POI ALTRI,POI ALTRI ANCORA. A QUEL PUNTO MAX CI ORDINO' DI SALIRE SUL PALCO E CHIUSE IL SIPARIO, PER FAR ENTRARE I GENITORI. POI QUANDO TUTTI SI FURONO ACCOMODATI, LE PROF BRUSCHI E TRESOLDI
RECITARONO DELLE FRASI CHE RIASSUMEVANO L'ANNO SCOLASTICO. INTANTO NOI ERAVAMO CORICATI SUL PALCO AL BUIO. IN QUEL MOMENTO MI SENTII AGITATISSIMO PERCHE' STAVA COMINCIANDO LO SPETTACOLO. POI MAX APRI' IL SIPARIO E ALZANDO LATESTA, CAPIMMO CHE IL TEATRO ERA PIENO DI PERSONE, TANTISSIME PERSONE! PARTI' LA MUSICA E INIZIO' LO SPETTACOLO. LE PERSONE CHE CI FISSAVANO CI COSTRINSERO A CONCENTRARCI E QUINDI LO SPETTACOLO ANDO' MOLTO MEGLIO DELLE PROVE. TUTTE LE FRASI CHE RECITAVAMO ERANO PERFETTE E TUTTE UNITE. TUTTAVIA, LA PAURA DEL POSSIBILE SBAGLIO IMMINENTE ERA PRESENTE NELLA MIA TESTA. MA LO SBAGLIO NON ARRIVO' E LO SPETTACOLO FU PERFETTO. AL TERMINE DELLO SPETTACOLO SI CHIUSE IL SIPARIO E COMINCIAMMO A URLARE DI GIOIA E CANTARE DEI CORI CHE AVEVAMO CREATO DURANTE L'ANNO. IN QUEL MOMENTO MI EMOZIONAI TANTISSIMO RIPENSANDO A TUTTO
L'ANNO SCOLASTICO.
L'ESPERIENZA DI TEATRO AFFRONTATA QUEST'ANNO E' STATA LA PIU' BELLA COSA CHE HO MAI FATTO IN TUTTI I MIEI ANNI SCOLASTICI.

 

LUCIANO

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Venerdì 7 Giugno: guerra tra me e la mia maschera

Il teatro di Sospiro lo conoscevo già, i posti a sedere era tanti, mentre il palcoscenico era più piccolo. Pochi istanti prima dello spettacolo non ho pensato a niente. Ho chiuso gli occhi ed ho fatto finta di essere un marinaio che sta partendo per un viaggio, che non sa neanche dove lo porterà.

Pensavo che lo spettacolo si rivelasse un fallimento. Abbiamo iniziato ad abbracciare i nostri genitori come prima di partire per un viaggio. Fino a questa parte io non ho recitato come un marinaio, come diceva Max, ma come una persona che si trova li per caso.

Quando ho detto la mia frase ero molto serio, ma non mi sentivo un marinaio.

 E adesso arriva la parte che ho capito di più dello spettacolo: quando Martin Alonso grida: “Terra, terra” mi tolgo la maschera. Quando Andrea ha gridato:” Terra”, pensavo veramente di aver visto la terra come un marinaio in una nave:

Da lì la maschera mi scivola via dalla faccia. Perché non te la puoi togliere da solo, te la toglie sempre un'altra persona.

Al termine dello spettacolo ho capito che l’esperienza di teatro, non ci serve per diventare degli attori. Ti serve per diventare un uomo!

 

Stefano

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Di lati negativi c' era solo il lato: spettacolo in teatro

Secondo me le cose più belle di teatro sono:

        Quando Max ci sgridava e ci diceva che non eravamo lì con la testa, a volte anche io avevo un po' la testa fra le nuvole, ma non me ne accorgevo, lui ci ricordava che dovevamo esserci e quindi questo mi fa pensare che anche a volte, durante la lezione sembra che non ci siamo con la testa e non ce ne accorgiamo.

        I giochi che Max ci faceva fare per dimostrarci che non ci credevamo nelle cose che facevamo, infatti uno che mi ha colpito molto è stato uno degli ultimi che abbiamo fatto, quello dove bisognava passarsi la palla. All'inizio mi sembrava facilissimo e ho detto ai miei amici:”Ma per chi ci ha preso? Per stupidi?.” Ma alla fine non siamo neanche riusciti ad avvicinarsi all'obbiettivo.

E poi questa esperienza mi ha fatto crescere in tutti i punti di vista.

 

Di lati negativi c' era solo il lato: spettacolo in teatro e questo mi spaventava molto, di spettacoli nella mia vita ne ho fatti due: uno alle elementari e un saggio di chitarra, erano andati abbastanza bene. Ma nell'occasione dello spettacolo in teatro che era di venerdì, il giovedì c'era lo spettacolo in piazza e il sabato c'era il saggio di chitarra e allora ero nervosissimo.

 Alla fine lo spettacolo è andato benissimo: mia mamma, mio papà, mia sorella, mia zia e il suo fidanzato hanno detto che eravamo stati bravissimi e quello che più mi interessava era che ce lo dicesse Max e le professoresse Bruschi e Tresoldi, alla fine ce lo hanno detto anche loro, allora voleva dire che lo eravamo stati davvero bravi: i genitori hanno visto solo il frutto del nostro lavoro, ma le professoresse e Max e ci hanno visto e seguito, allora era loro il compito di dirci come eravamo andati. Durante questa esperienza la professoressa Tresoldi continuamente ci diceva: “Vedo dei ragazzi che stanno cambiando e diventando davvero ragazzi” e aveva ragione.

 

 

                      Filippo

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E' vero che il teatro è una forma di espressione

Con questo spettacolo ho capito che è vero che il teatro è una forma di espressione, dove gli attori, che questa volta eravamo noi delle seconde, si esprimono.

Il teatro di Sospiro è piccolo ma bello, non sarà il Ponchielli, ma è un vero teatro.

Dietro il sipario io e i miei amici provavamo tante sensazioni: c'erano quelli tesi come un elastico, chi era emozionato, chi nervoso. Però non credo che nessuno fosse tranquillo perché era un momento importante per tutti. Quando c'è stato il buio sembrava che tutti trattenessimo il respiro, anche il pubblico. Il silenzio sembrava infinito e tutti, noi e loro, eravamo in attesa di qualcosa di grande.

Lo spettacolo e andato bene anzi benissimo e tutto è circolato a meraviglia.

Io credo di avere recitato bene anche se non mettevo  la potenza necessaria nella mia voce. L'emozione era molto, molto forte, però mi ha dato anche la carica; anche i miei compagni recitavano bene, quello che secondo me ci credeva veramente più di tutti era Andrea Scotti, si è dimostrato il più preparato.

Quando ero in scena provavo una sensazione di felicità perché io e i miei compagni stavamo recitando insieme: e anche il lavoro prima era stato fatto tutto insieme. Quando ero sul palco, però non pensavo che stavo recitando. In quel momento ero proprio il marinaio spinto dalla frusta invisibile. In quel momento ho davvero capito il desiderio di infinito e di avventura di Colombo.

Quando il sipario si era  chiuso io pensavo è andata bene o male? E'piaciuto si o no? 

Poi  agli inchini ho capito che era piaciuto perchè gli applausi erano forti e molti e le facce delle persone del pubblico erano felici e soddisfatte.

 

Stefano Paolo

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