BRAVO BURRO


La lettura è provocatoria. Ti provoca a reagire, a prendere posizione, a entrare nel mondo fittizio del romanzo per uscirne cambiato. Genera riflessioni, pensieri, idee, stati d'animo, slanci.  Si tratta di EVENTI che accadono dentro di noi. Ecco cosa ci capita, leggendo il romanzo di J. Fante, Bravo Burro.


anche se gli eventi non si vivono in prima persona, possono comunque ispirare e rimanere impressi nel cuore di chi li “incontra”

 

E’ molto difficile essere ispirati da qualcosa se uno non l’ha vista con i propri occhi” Racconta un fatto che ti è rimasto impresso nel cuore.

 

Leggendo il libro “Bravo Burro” di Jhon Fante ci siamo fermati a riflettere su ciò che dice Manuel: “E’ molto difficile essere ispirati da qualcosa se uno non l’ha vista con i propri occhi”. Questa risposta viene data alla sua maestra quando Manuel viene invitato a raccontare quale personaggio storico l’ha colpito.

Dal mio punto di vista non sono molto d’accordo con Manuel perché sono convinta che, anche se gli eventi non si vivono in prima persona, possono comunque ispirare e rimanere impressi nel cuore di chi li “incontra”. Mi permetto di dire ciò perché quest’anno, insieme ai cavalieri ho avuto la fortuna di “conoscere” Rolando Rivi e la sua storia.

Rolando era un ragazzo di 13 anni. Il posto dove gli piaceva tanto studiare era un boschetto, qui il 10 aprile del 1945 fu sequestrato dai partigiani. Il padre si accorse che era sparito perché non trovò il figlio in casa verso l’ora di pranzo e allora decise di andarlo a cercare.

Rolando per tre giorni fu tenuto prigioniero dai partigiani: fu picchiato, torturato e fu spogliato dell’abito talare. Rolando fu portato in un bosco dove vide una buca e a quel punto capì che la sua vita era finita; il ragazzo morì nella preghiera, infatti chiese a Gesù: “Lasciami pregare Gesù, lasciami pregare per il mio papà e la mia mamma”.

Questa morte ci parla di una vittoria : né le minacce, né le torture, né la paura della morte riuscirono ad allontanarlo dal suo grande Amico. Rolando morì fucilato il 13 aprile del 1945.

La storia di Rolando, anche se non l’ho vissuta con i miei occhi, come dice Manuel, mi ha colpita, mi sembra una storia di uno di noi; ho sentito Rolando come un Amico, un vero Amico, anche se è vissuto anni fa e non ho potuto conoscerlo.

Il suo comportamento mi ha fatto pensare e mi ha dato la possibilità di fare delle riflessioni.

 

Francesca

 

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Noi ragazzi siamo curiosi di vedere le cose dal vero

 

E’ molto difficile essere ispirati da qualcosa, se uno non l'ha vista con i propri occhi.”

 

 

Una volta mi è capitato di farmi una domanda, studiando storia: ma come faccio a credere alle guerre, a colombo e la sua scoperta e a tutte le altre cose che ci sono successe nella storia? Sarebbe bello andare a vederle di personae scoprire tutte le cose che sono capitate durante il dominio degli Spagnoli ecc. E’ molto difficile credere ad una cosa se non l'hai vista con i tuoi occhi perché magari potrebbero raccontarti delle bugie e farti credere cose sbagliate che poi quando scopri che sono sbagliate ti arrabbi.

Ad esempio quando i miei amici mi raccontano a volte delle cose che per me sono assurde, le ritengo impossibili ma magari sono successe davvero.

Noi ragazzi siamo curiosi di vedere le cose dal vero, senza farcele raccontare da qualcuno. Ad esempio noi abbiamo avuto la fortuna di andare a Roma e abbiamo visitato la Cappella Sistina. Se una persona mi avesse detto prima che era stupenda, non avrei capito veramente cosa intendeva finché non l’ho vista con i miei occhi.

 

RICCARDO

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