.....L'UOMO DELLA STRADA

SOFIA

In questo periodo, in informatica, l'argomento che stiamo affrontando è INTERNET; come
abbiamo potuto vedere e discuterne in classe, può essere utilizzato BENE o MALE.
Internet è stata un'invenzione magnifica che ha completamente rivoluzionato la storia e la
vita degli uomini; questo perchè ti da la possibilità di trovare qualsiasi tipo di informazione
in poco tempo, scambiare informazioni in modo rapido ed efficiente ecc... se usato bene e
con prudenza ti “facilita la vita”; se usato male può al contrario rovinartela, creando attorno
a te un vortice, fatto di dipendenza verso Internet e verso gli apparecchi con cui puoi
accedere ad esso, dal quale fai molta fatica ad uscirne.
Gli uomini un tempo, quando internet non esisteva ancora, si stupivano e appassionavano di
più alla vita reale, a quello che succedeva giorno per giorno, sfruttando ogni minuto per
instaurare rapporti sociali e conoscenza interpersonale; come Homer che il 4 ottobre 1957
aspettò con pazienza il passaggio dello Sputnik, ammirandolo e nei giorni seguenti
immaginò di poterlo costruire e da lì iniziò il suo percorso per diventare un costruttore di
razzi.
L'uomo d'oggi invece fruttando la tecnologia per avvantaggiarsi nell'aspetto lavorativo e
della conoscenza; molto spesso si fa travolgere dai lati futili di Internet che lo portano a
vivere meno nella vita reale ma in una realtà frivola e senza un'apparente fine costruttivo.
A mio parere l'uomo d'oggi dovrebbe staccarsi un po' dal mondo virtuale che vediamo nello
schermo del nostro cellulare, tablet o computer ed, interessarsi e appassionarsi agli interessi
del modo in cui vive.

 

LUCREZIA

Perché l’”uomo della strada”, apparentemente una persona normale,lavora per la maggior parte del giorno ed il resto della giornata lo passa giocando con disposItivi elettronici e, solo alla sera, comincia a
domandarsi quale sarà il suo destino, perché la sua vita è così monotona, perché lui è così, per che scopo è al mondo?
Facendo un balzo di sessanta anni indietro nel tempo troviamo due uomini con comportamenti diametralmente opposti.
Il primo uomo ha guardato al cielo con fiducia e speranza, pur con un po’ di timore; ha guardato al suo futuro, vuole inseguire la sua passione ed i suoi sogni, perché così è sicuro che starà in pace con se
stesso e, anche se non avrà successo, lui si sarà divertito facendo quello che più lo soddisfaceva, senza essere intrappolato nel mondo elettronico.
Il secondo uomo invece ha tenuto lo sguardo verso il basso e si è fatto assorbire totalmente dal mondo del web e della televisione. Entrambi mondi apparentemente affascinanti ed ipnotici, ma sostanzialmente finti.
Chi dei due sarà diventato l’”uomo della strada” descritto prima?
A mio parere sicuramente il secondo.
Pur essendo entrambi i loro “mondi” legati alla tecnologia, i due uomini l’hanno usata diversamente.
La tecnologia è un modo di svago, un modo di comunicare, di lavorare ma se usato male può essere pericoloso.
Ci sono casi in cui persone fanno acrobazie spericolate mentre stanno guidando, provocando danni consistenti, casi in cui ragazzi vengono derisi per le loro diversità, casi in cui persone si rinchiudono in casa per colpa di internet e casi in cui ragazze/i mandano foto osè aragazzi/e con richieste sconce.
Il primo uomo poteva scegliere se inseguire la sua passione oppure farsi inghiottire dal mondo del web.
E lui saggiamente scelse la sua passione.
Ma non tutti i giovani scelgono quella strada; preferiscono invece inseguire la strada più facile, quella con meno fatica e che li porta a risultati più immediati ma di minor valore.
Così al secondo uomo è rimasta solo una vita noiosa e monotona, il cui unico sfogo è nel mondo del web e della televisione e che alla fine gli lascia solo domande sul senso della sua vita e sulla sua persona.Credo queste continue nuove invenzioni siano fantastiche ma allo stesso tempo rischiose.
Come per tutte le cose, bisogna conoscerne il limite e non oltrepassarlo.
Nel mio futuro spero di poter seguire il mio cuore ed inseguire le mie passioni, costruendo la mia strada con un lavoro che amo fare ed usando la tecnologia come un mezzo per raggiungere i miei obiettivi.

 

 

“Ove tende questo vagar mio breve? Ed io che sono?”

 

Alessandra F.

 

 “Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” La regina cattiva di Biancaneve non è più sola, la sua domanda riguarda oggi una quantità spropositata di persone, donne e uomini. La regina di Biancaneve, un esempio di potere e egocentrismo, dove il desiderio di piacere si intreccia all’invidia, la fragile sicurezza della sovrana entra in crisi nel confronto con la giovane e bella figliastra, che viene per questo condannata a morte. Tuttavia Biancaneve si salva grazie alla solidarietà di un cacciatore indisciplinato e al legame profondo  instaurato con sette creature minuscole, piene di difetti ma profondamente umane. Biancaneve e i nani si riconoscono reciprocamente nonostante le apparenti ed evidenti asimmetrie, fisiche in primo luogo, aiutandosi a vicenda. Il mondo della regina, invece, è connotato da un baricentro autoreferenziale e distruttivo, dove al centro è “l’io”, i cui desideri e le cui fragilità dettano il rapporto con gli altri, pretendendo di decidere della loro sorte.

 

Uno smartphone diviene uno specchio quando è posto al servizio “dell’io”, dei suoi desideri, delle sue fragilità, delle sue storture. In tal senso gli altri divengono oggetti, di cui ci si serve per confermare una certa immagine di sé ma anche per tollerare la noia, per scacciare la solitudine, per scaricare lo stress e la rabbia. Questo oggi avviene regolarmente. In tale contesto le distanze tra un individuo e l’altro si annullano, le realtà uniche si comprimono, la curiosità e l’interesse per l’umano recedono di fronte alla sensazione che non ci sia altro da scoprire. Quante volte accade di provare stima e interesse per qualcuno e di cambiare idea una volta letti i suoi post? Eppure ci aspetteremmo esattamente il contrario. L’attrazione richiede sempre una quota di mistero e idealizzazione e i social network, oltre a mostrare immagini apparentemente seducenti, costituiscono spesso anche il più potente motore di disillusione dei nostri tempi, talvolta ingiustamente, dato che non rispecchiano la complessità di una persona.

 

Una volta ogni tanto bisognerebbe alzare lo sguardo al cielo, uscire dai propri schemi, rendersi conto di chi e di cosa ci sta affianco per non rimanere schiavi a vita di un mondo irreale e falso. Per rimanere folgorati da ciò che c’è fuori bisogna avere il coraggio di spegnere per una volta lo smartphone e riflettere nei propri occhi la luce della vita, solo cosi si può fare una vera esperienza reale.

 

Per decidere cosa far diventare la propria vita, bisogna basarci su fatti e su persone ricche di esperienza come quelle vissute prima che la tecnologia irrompesse nelle nostre case. Possiamo prendere come riferimento i nostri nonni. I giornali cartacei esistono ancora grazie proprio a loro; per loro i giornali sono la fonte di verità sul mondo, le loro conoscenze sul mondo di oggi sono fondate su ciò che leggono sui giornali. Anche noi leggiamo i giornali ma li consultiamo online e non ci rendiamo conto di quanto stiamo occultando l’economia, fra qualche anno i giornali cartacei non riusciranno più a trovare il loro spazio e saranno costretti a non pubblicare più nulla. Lo sport preferito dei ragazzi di oggi è giocare con i videogiochi, ma i nonni non sanno neanche cosa sono, per loro non c’è niente di meglio che una briscolata al bar con gli amici o una chiacchierata reale con il vicino di casa.

 

Con i social network sembra che siamo amici di tutti e che annulliamo le distanze con loro così, quando dopo tanto tempo ci si rincontra, non si provano più emozioni e si rischia di perdere addirittura la relazione con l’altro. Per i nonni non bisogna essere amici di tutti, bastano poche persone ma sincere, pochi rapporti ma veri e non ostacolati dal muro dei social network.

 

Noi abbiamo un futuro da vivere ma anche un passato da proteggere, perché ciò che proviene dal cuore non può passare ad un altro cuore percorrendo per il mondo della tecnologia, non possiamo farci schiacciare dal peso dei social network, noi dobbiamo puntare allo spazio. Così qualcuno un giorno potrà dire che è possibile tornare ad avere rapporti veri, mantenendo la funzionalità dei social network ma avendo la possibilità di realizzare i propri sogni.

 

CATERINA

Oggigiorno abbiamo a disposizione molteplici apparecchi informatici come smartphone, tablet e computer, che ci permettono di compiere velocemente ricerche attraverso internet; questi ci consentono anche di comunicare con persone a cui siamo legati ma distanti, grazie ai social

network. Questi piccoli mezzi informatici sono quindi sicuramente molto utili ma possono procurare gravi danni sia al nostro organismo sia ai nostri rapporti interpersonali. Essi ci permettono di entrare in contatto con gli altri, condividere delle emozioni, cercare e trovare informazioni.

Con i social network ci divertiamo, costruiamo legami ed amicizie, riceviamo notizie dal mondo e possiamo usarli per studiare e lavorare. Ma troppo spesso però sono usati senza considerare i rischi soprattutto per i più giovani. Tanti sono infatti i maleintenzionati che si nascondono dietro a una

identità virtuale, ad un innocente nickname.

Viviamo in una società che approva molto di più un cuore, inviato su Whatsapp, o un like da Instagram piuttosto che un “Ti voglio bene” o un “Buongiorno”. A questo modo contano più gli amici su Facebook degli amici veri.

Ma così ”ove tende questo vagar mio breve? Ed io chi sono?” nessun messaggio può scaldare il cuore come una persona di fronte a te.

Che ti ascolta, ti osserva, ti conosce si emoziona.

E così, lo stesso uomo che il 4 ottobre 1957 ha alzato lo sguardo verso il cielo con fiducia e speranza perchè ha creduto in un futuro migliore perchè aiutato dalle nuove tecnologie si trova ora intrappolato in nuovi mondi digitali del web; “ha abbassato lo sguardo” dimenticando le emozioni che la vita ci regala ogni giorno.

 

 

MATILDE

 

Secondo te, è lo stesso uomo che prima ha alzato lo sguardo guardando il cielo e poi ha abbassato lo sguardo per guardare cose elettriche (telefono,pc, tv...)o sono due uomini diversi?

 

Secondo me, sono due uomini diversi per il motivo che il grande uomo che ha iniziato a guardare in alto,il cielo, ha continuato a guardarlo con passione e studiandolo con attenzione senza mai distoglierne lo sguardo,al contrario dell’idea dell’uomo di oggi: SENZA ELETTRONICA ORMAI NON SI VIVE Più! Però ad oggi per colpa della Dipendenza da internet, succedono cose gravi: AL GIORNO D’OGGI L’ELETTRONICA è DIVENTATA ,OLTRE CHE UNA FONTE DI INFORMAZIONI,UN PERICOLO !

 

Secondo me, la tecnologia bisogna usarla fino ad un certo punto:

 

- Non arrivare MAI a livelli di dipendenza senza limite

 

- Alcune volte sarebbe bene anche proibire la connessione se non togliere immediatamente l’oggetto elettronico.

 

Perchè sono diversi?

La diversità è molto evidente:

 

l’uomo che ha studiato per CONOSCERE usava anche metodi al di fuori della tecnologia (infatti si è riuscito benissimo a lanciare un razzo perfetto nel cielo senza bisogno di cercare tutto tramite forme di ricerca o di studio, ma anche usando l’intelligenza che l’uomo possiede)

 

l’uomo attuale che VIVE TRAMITE INTERNET non trova più una vita al di fuori del telefono, o tablet ,o pc…. ORMAI SI CREA UNA VITA SOLITARIA COLLEGANDOSI ALLA RETE SENZA Più ACCORGERSI DEL MONDO DINNANZI A LUI.

 

FRANCESCO M.

Già dagli inizi degli anni 2000 l’uomo in generale si è ritrovato davanti ad una“rivoluzione” della comunicazione; smartphone, tablet, PC e smartwatch sono diventati il nostro pane quotidiano. Grazie a queste innovazioni l’uomo può contattare, conoscere ed intrattenersi con chiunque usufruisca di un dispositivo.
Questo fenomeno digitale, oggigiorno, riguarda adolescenti di qualsiasi età ed adulti, ma siamo davvero sicuri che sia una cosa sempre benevola? Internet, pur essendo un beneficio per chiunque lo utilizzi, in tutte le sue forme, può riscontrare nell’utilizzatore sintomi di dipendenza.
La giornata di un’utente di Instangram o di Facebook, per esempio, pende da un post o da un messaggino inviato, come se le vite dei propri followers dipendessero da ciò che posta; il che fa in modo che diversi adolescenti passino ore ed ore davanti a quel deleterio schermo, il che dà il via libera a fenomeni come il cyberbullismo, oppure al crearsi un’identità falsa e creata appositamente per 15 minuti di notorietà in più.
Inoltre, l’uomo ha accesso ad uno sconfinato numero di informazioni presenti in rete, e così egli ha perso gran parte della sua cultura umana, tutta la sua curiosità viene prosciugata e saziata in pochi minuti.
Gli uomini che vediamo nella foto, quelli col capo chino sul loro smartphone, sono dunque paragonabili a degli “esploratori” di dei mondi digitali che, secondo loro,contengono tutta la realtà, la verità, che non si pongono il problema di costruirsi una vita reale, propria, basata sui propri desideri e sulle proprie passioni, ma sulla piccola realtà filtrata dai mezzi di comunicazione che stanno influenzando la nostra vita.

 

ANDREA F.

 

INTERNET VS LA BELLEZZA

 

Ho incominciato a rispondere a questa domanda riguardando prima i video ascoltati in classe la settimana prima; che differenza c’è tra queste due parole? Sono riuscito molto a capire la differenza che c’è e c’è stata tra il film di October Sky e i filmati sull’indipendenza da internet! Sono due grandi cose separate. Vedere un bambino che passa intere giornate o settimane attaccato a un computer e ben diverso vedere un ragazzo che guardando il cielo, il 4 Ottobre 1957, segna la sua vita, la sua fantasia e la sua immaginazione.

 

Come fa un piccolo scintillio nel cielo a cambiarti la vita? Proprio per me, che in questi mesi dell’anno sono impegnato a scegliere la scuola superiore, in certi momenti riesco a capire che tu da solo non ce la puoi fare. Hai bisogno di qualcuno che ti dia anche, un piccolissimo consiglio. Vedere, invece, un bambino che per ore e ore guarda uno schermo nero pieno di luci e colori mi ha fatto venire i brividi; perché se il senso della tua vita è rimanere chiuso in casa a guardare TV, smartphone o tablet non riesci viverla al meglio. Per me c’è molta differenza tra l’uomo che calca i marciapiedi delle città e si stordisce attraverso TV e tablet verso un ragazzo che ha alzato lo sguardo al cielo con timore, fiducia e speranza in un destino segnato da un sogno che lui vuole inseguire, che ha una passione nel cuore. Ho capito molto che ognuno di questi due personaggi è nato con la voglia di crescere e di scoprire, ma non sempre la voglia e la scoperta ti aiutano a capire la tua passione e il tuo sogno.

 

ALESSIA

Il 4 ottobre 1957 una persona qualunque ha alzato lo sguardo al cielo con

timore, timore perché dopo tanto tempo i suoi occhi hanno potuto osservare

“il futuro dell’uomo”, avvenimento che cambierà il suo destino, perché il suo

sogno diventerà quello di riuscire a riprodurre quella novità, ha trovato

l’obbiettivo che smuoverà la sua vita. Quell’uomo qualunque è Homer, il

ragazzo che appena vede lo Sputnik passare sopra di lui disordina la sua vita

quotidiana cambiando di conseguenza anche il suo futuro: al posto di

lavorare in miniera (ormai il destino di tutti) continuerà, con grandi sacrifici,

gli studi. Il sogno di Homer diventa quello di costruire un razzo, e, dopo

svariati tentativi, ce la fa. Ovviamente viene aiutato dai suoi due migliori

amici e da un ragazzo di nome Quentin che si rivelerà essere anch’egli un

buon amico. Anche la professoressa Miss. Riley crede in lui e gli consegna un

manuale su come costruire un razzo, e lo sostiene fin dall’ inizio della sua

avventura. All’ inizio viene considerato da tutti un pazzo ma dopo, quando le

persone vedono per la prima volta uno dei razzi partire verso il cielo, ne

rimangono stupiti, sorpresi e allo stesso tempo meravigliati.

Esistono tanti tipi di uomini: alcuni preferiscono tenere la testa bassa,

mentre altri, la testa, la alzano per scoprire e comprendere ciò che li

circonda. Il secondo tipo di uomini a cui ho accennato si dedicano alle loro

passioni mentre i primi di passioni non ne hanno e non ne cercano perchédecidono di passare passivamente il proprio tempo col capo chino a fissare

lo schermo di un tablet, di uno smartphone o di un computer.

Per diventare il primo tipo di uomini possiamo ispirarci anche al discorso di

un essere umano che ha dedicato la propria vita al progresso ed alla

tecnologia: Steve Jobs che, ai laureandi dell’università di Stanford, disse:

”non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo

guardandovi alle spalle”. Secondo me per riuscire ad avere il futuro che

vogliamo noi dobbiamo fare i puntini giusti e per ottenere ciò non possiamo

guardare solo in avanti, ma bisogna guardare i puntini, ovvero le azioni, fatti

in precedenza: dobbiamo scrivere noi la nostra vita e per poterlo fare

dobbiamo riuscire a guardarci intorno con occhi sempre nuovi, aperti per

accogliere il cambiamento e il confronto con gli altri. Non possiamo fermarci

alla vuota attrazione verso la tecnologia, ma utilizzarla in maniera

consapevole in modo tale che diventi uno dei mezzi per ottenere il nostro

obbiettivo.

Per questa riflessione ho tratto spunto dal film “cielo d’ ottobre” e dal

discorso di Steve Jobs ai laureandi di Stanford.

 

 

 

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