DELITTO A TEATRO


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Io, Black Lady, ero nel mio salotto a rilassarmi, quando la mia cameriera mi informò che, alla porta c’erano due ragazzi; una volta raccolti i loro dati, li feci accomodare. Uno era un insegnante di danza, alto magro, moro, occhi azzurro e un fascino anni ’50, avrà avuto circa 35 anni. Il secondo, invece era un po’ palestrato, ma non era affascinante e bello come l’altro, ma era più giovane, avrà avuto circa 27 anni. Questi due ragazzi, presi dallo scompiglio che li colpiva in quei giorni, volevano fare luce sull’omicidio di una ragazza, la proprietaria del teatro dove l’insegnante di danza lavorava. Il ragazzo più giovane era il fidanzato mentre l’altro era stato accusato perché era l’ex della ragazza, anche se lui non era il colpevole. Io sono sempre stata fantasiosa, ma con i piedi per terra, ho sempre due opzioni che verifico sul posto; sono disordinata, smemorata, credo che nulla sia per caso e che le persone abbiano un lato che non conoscono e che li porta a fare cose assurde. Sono una persona che si ritiene giovane; ma ritorniamo al delitto. L’omicidio si è svolto nel teatro dove la ragazza lavorava, di sua proprietà, più precisamente si è svolto nel suo camerino. La ragazza era semi-accasciata, appoggiata attorno al suo sgabello girevole, davanti al suo tavolo da trucco con un lavabo e un grandissimo specchio. Intorno c’erano dei faretti e tantissime pailettes, questo si trovava nella parte anteriore del camerino; a sinistra c’era un armadio stracolmo di costumi di scena; boa e scarpe; questo armadio era argentato e circondato da luci di ogni tipo. Sempre sulla sinistra, in fondo alla stanza c’era un bellissimo e comodissimo letto, che pur essendo rosa, mi affascino e attirò molto. Ai piedi del letto c’era la borsa della vittima, rigorosamente rosa. Di fronte alla porta c’era un’ imponente lampada rosa: era ancora accesa. La camera era molto femminile, tutta rosa e argento, fuori dalla porta c’erano due guardie, di cui una nuova; sul palco c’era la fidanzata dell’ex del fidanzato. La prima perlustrazione della scena del crimine che ho fatto fu, ovviamente, veloce perché ero in ritardo, anche se da una appassionata di testi rosa, mi venne in mente una “pista percorribile”. La anche se non avevo abbastanza prove per esserne certa, però non conoscevo la vita sentimentale di quei due, sapevo solo la loro età. La mia ipotesi è: la “guardia apprendista” che era finta perché è il fidanzato della ragazza. Egli ha aspettato che la vera guardia andasse a casa, entrò nel camerino, però era vestito normale, si è fatto riconoscere dalla vittima, poi, la ragazza si è addormentata a causa della stanchezza, il fidanzato l’ha uccisa e, dato che era sera, ha acceso la lampada e ha trascinato la vittima davanti al lavabo. Dopo si è cambiato ed ha cancellato tutte le sue tracce, ha lavato i suoi vestiti da guardia. Di questa ipotesi non sono certa perché, a teatro, quella sera c’erano altre persone come la fidanzata dell’ex, potrebbe essere stata lei, anche se si conoscevano a malapena, non conoscevano le abitudini una dell’altra, però, la ragazza era entrata per conoscere meglio la futura vittima. Dopo le prove, la ragazza, potrebbe essere andata, magari, la ragazza è entrata, ma come sarebbe uscita?

Dopo qualche giorno ritornai con più calma e cominciai a vedere come verificare le mie ipotesi; davanti a me c’erano tutti, proprio tutti, il fidanzato, l’ex fidanzato… trovai diverse cose che mi interessarono molto e che mi portarono al colpevole cioè una pistola abbandonata, che era uguale alla pistola della guardia “veterana”, un orecchino di valore, anche se mi sembrò di un uomo e, mi fece capire che il delitto era stato compiuto di sera era quella sfarzosa lampada accesa. In quel,momento anche grazie ad una telecamera di sorveglianza mi fu chiaro chi fosse il colpevole!

Ovviamente era stato il fidanzato perché, fu l’ultimo ad uscire dal teatro e trovai, nell’armadio, nascosta da tutti i costumi una pistola come quella della guardia, anche se, la guardia aveva la sua pistola, poi, sempre grazie alle telecamere che, prima non sapevo che ci fossero, vidi che era entrata una guardia e non era uscito e che il fidanzato era uscito ma non entrò mai nel teatro. Un altro dettaglio che mi fece pensare al fidanzato come il colpevole era un messaggio sul telefono cellulare della ragazza che diceva: “sto arrivando per portarti a cena” e la ragazza rispose: “prima voglio riposarmi dieci minuti, se vuoi venire così mi aiuti anche a mettere un po’ a posto ti aspetto” e il ragazzo le scrisse: “aspettami, sto arrivando”. Trovato quell’orecchino, capii subito chi era il colpevole e si confermarono del tutto le mie ipotesi. L’unico dei presenti al momento della morte della ragazza che aveva il buco alle orecchie era il fidanzato. A quel punto, la guardia lo bloccò e io lo feci arrestare dalla polizia; anche se avevo un dubbio che mi tormentava:

Perché l’aveva fatto? Perché non la voleva? Allora decisi di interrogarlo: mi disse che, in realtà lui non la amava molto, durante la relazione con la vittima aveva trovato un’altra ragazza che gli aveva fatto “perdere la testa”. Lui non voleva affrontare la ragazza perché non aveva il coraggio e così decise di ucciderla e, pensando di aver pianificato tutto alla perfezione credeva che, neanche Sherlock Holmes l’avrebbe potuto scoprire e perciò pensava di poter iniziare una vita con questa nuova donna.





 

The flower


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Commenti: 1
  • #1

    Vanna Rizzi (giovedì, 04 giugno 2015 20:09)

    Questo testo è molto bello