VELENI E FUGHE


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-Amanda! Amanda, la polizia…!

-La polizia cosa?- lo interruppe Amanda Williams.

-Non ha trovato niente, niente!-Disse James Diamond, parlando in modo concitato.

-Calma, dimmi tutto più lentamente!

-Ti stavo dicendo che la polizia non ha trovato niente e che noi dobbiamo andare a investigare.

-Ora ho capito. Salgo in auto e arrivo. Forza. Mi stavi dicendo?

-C’e stato un omicidio a Harvard, nella stanza di una studentessa. Ci sono pochissimi indizi. La vittima si chiamava Julia Prescott.

-Ok. Maledetto traffico!!! Di questo passo non arriverò mai!- Esclamò Amanda arrabbiata, mentre suonava inutilmente il clacson. -E adesso- continuò rammaricata- come faccio?

-Ti vengo a prendere con l’auto della polizia. Dove sei?

-All’autogrill più vicino a Boston.

-Ok, arrivo in un quarto d’ora.

-Grazie… grazie- rispose Amanda alla linea ormai silenziosa.

All’arrivo di James il traffico si era leggermente ridotto.

-Salta su- le disse- siamo in ritardo.

 

A Harvard, il capo della polizia continuava a chiedere aggiornamenti agli ufficiali, ma gli indizi raccolti non aiutavano. Nella stanza della vittima c’era molto disordine, un po’ di droga e una cassaforte probabilmente svaligiata. Non c’erano stati versamenti di sangue, perciò era probabile che la studentessa si fosse suicidata oppure che l’assassino l’avesse avvelenata.

L’ingresso del capitano Ross lo distrasse dai suoi pensieri.

-Comandante, stanno per arrivare gli investigatori Amanda Williams e James Diamond.

-Bene.

Dopo un viaggio silenziosissimo, Amanda e James arrivarono al college.

Un capitano e due tenenti li accolsero e li scortarono attraverso gli studenti e gli abitanti del posto, verso un appartamento circondato da nastri gialli e auto della polizia. L’appartamento era composto da sette stanze: un salotto, una cucina, un bagno, due camere e due cabine armadio.

La ragazza era sdraiata per terra circondata da vestiti.

Il letto era disfatto, come se la vittima si fosse alzata troppo velocemente e fosse caduta, stordita. Ma la differenza tra questo e la realtà era che ciò era stato fatto da mani umane. Probabilmente da qualcuno che conosceva così bene la giovane da sapere qual era il codice della cassaforte e quando avrebbe potuto eludere il sistema d’allarme. Qualcuno che lei considerava amico, ma che ciò non era.

-Bisogna fare un’autopsia al cadavere, così potremmo capire chi è l’assassino.- iniziò Amanda.

-Capitano, chi era la coinquilina?- la interruppe James

-Si chiama Camille Beles. Dicono sia carina, intelligente, simpatica, un  po’ ingenua. E’ fidanzata con Nick Hunt, uno dei tanti sospettati.

-Ottimo. Allora inizierò da loro gli interrogatori.

Il corpo venne trasportato all’ospedale, dove venne scoperto che la studentessa era stata avvelenata con del cianuro di potassio. -Questo veleno provoca asfissia. E’ stata una morte veloce, avvenuta intorno alle 24.00.- spiegò il dottor Black ad Amanda. -Normalmente il cianuro viene utilizzato per eliminare i nidi di vespe.

 -Quindi l’assassino potrebbe essere un giardiniere.

 -Oppure colui che ha ucciso Ben Starker, noto per l’abilità nello stanare nidi di vespe.

-Grazie per queste informazioni.

Più tardi venne informata Amanda del fatto che durante l’interrogatorio il fidanzato di Camille aveva risposto –Io non ho uccisa Julia, nonostante la mia famiglia fosse caduta in disgrazia, ma non le ruberei i gioielli che io stesso le ebbi regalato quando stavamo insieme.

La mattina seguente Amanda decise  di chiamare l’ispettore capo di New York.

Dopo aver capito che il cianuro e il denaro del giardiniere erano stati rubati domandò –Ci sono stati testimoni dell’assassinio del giardiniere?

-Si, ma le testimonianze erano vaghe, poco delineate. L’assassino ha distrutto una telecamera, ma non si è accorto di quella nascosta. L’uomo è abbastanza giovane, magro, alto circa 1.70 m. Bruno, occhi di un verde brillante e intenso.

-Ottimo.

Aveva avuto la conferma dei suoi sospetti. Il killer era lo stesso. Doveva ammettere che l’assassino era stato abbastanza abile. La descrizione fisica corrispondeva perfettamente con il fidanzato di Camille: Nick Hunt.

Ecco perché lui era riuscito a eludere il sistema di allarme. Amanda decise di ringraziare il dottore per l’aiuto dato e comunicò ciò che aveva scoperto a James dicendogli infine -Ora non ci resta che agire.

La polizia aveva circondato l’appartamento dell’assassino, ma egli era fuggito. Però c’era la foto di una famiglia benestante e piuttosto famosa. Quindi tutti capirono che Hunt aveva due identità. In realtà si chiamava Brant Scott.

Dato che Camille poteva essere la complice di Scott, la polizia la rinterrogò,  ma comunque lei non aveva alcun ruolo nella vicenda. Il suo ragazzo non l’aveva informata di ciò, probabilmente perché, in questo modo, la polizia non avrebbe potuto scoprire niente per anticipare l’assassino.

Intanto la polizia e l’FBI avevano posizionato alcune telecamere nelle vie principali, mentre in quelle secondarie c’erano delle pattuglie. Mentre giravano per una serie di vicoli, Amanda e James scorsero l’assassino.

-Io cerco di tagliargli la strada correndo sui tetti, tu inseguilo.- disse James.

Amanda annuì e si mise a correre.

Quando Hunt si accorse di essere inseguito si mise a pensare ad un modo per battere l’investigatrice in corpo a corpo, ma capì velocemente che era una cattiva idea: loro avevano delle armi, lui no.

Quando arrivò ad un incrocio, si ritrovò davanti alcuni poliziotti, perciò, utilizzando un scala di sevizio, iniziò a saltare da un tetto all’altro, finché non si trovò davanti James e dietro Amanda. Allora perso di saltare dal tetto, ma anche lì c’era una pattuglia.

Quando i militari lo raggiunsero disse, con una calma sorprendente ed un ghigno –Ebbene ho ucciso io Julia ed il giardiniere, ma non vi dirò mai dove ho nascosto il denaro ed i gioielli. Mai.

Amanda rispose –Ma noi sappiamo già dove potremmo trovare tutto.

Il giorno seguente, Amanda si mise a fare delle ricerche sulla famiglia Scott. Avevano numerose case in America, perciò loro avrebbero dovuto esaminarle tutte. Inoltre scoprì, anche, che il ragazzo aveva una media di voto altissimi, e tutti lo ammiravano e apprezzavano per la sua generosità, il fatto che amasse aiutare gli altri, il suo carattere. I professori dissero di essere sorpresi di ciò, perché lo consideravano piuttosto bravo, a livello scolastico.

Quando la famiglia di Scott lo venne a sapere, mise subito a disposizione le case, perché potessero essere perquisite. I suoi genitori rivelarono che aveva sempre avuto qualche problema e che certe volte faceva cose senza senso, ma erano sorpresi del fatto che avesse osato fare tanto. Comunque, la famiglia stava davvero andando in disgrazia e stava vendendo alcune case, ma ciò non poteva giustificare il comportamento del figlio.

Dopo una settimana venne ritrovata la refurtiva nella casa di Los Angeles.

Qualche ora dopo, i famigliari di Julia ringraziarono personalmente i due investigatori per aver fatto luce sulla vicenda, e la famiglia Scott risarcì quella Prescott.



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Commenti: 3
  • #3

    Sara (mercoledì, 03 giugno 2015 14:02)

    Bello!!

  • #2

    Sonia (giovedì, 28 maggio 2015 19:00)

    Bellissimo lavoro! Complimenti!

  • #1

    Piergiorgio Samaja (mercoledì, 27 maggio 2015 19:10)

    Complimenti a tutta la classe per la fervida fantasia! Sembrate proprio degli investigatori/investigatrici promettenti ...