IO, SOLDATO DELL’ESERCITO NAPOLEONICO

Allora… sono un giovane arciere soprannominato Pisolo, come potete immaginare dal nome io sono un gran dormiglione.

Sono arrivato nell’esercito quando avevo soli 14 anni e ora ne ho diciannove. Provengo da una famiglia abbastanza benestante, mio padre si chiama Luciano e mia madre Simona.

Sono stato scelto dall’esercito perché sono un ottimo arciere, solo perché in battaglia sono svelto reattivo, mentre quando c’erano le esercitazioni ero sempre l’ultimo ad arrivare sul posto.

Sfortunatamente fui mandato nell’esercito più malandato e demoralizzato di tutto l’impero, per acquistare maggior esperienza. E in più, come se non bastasse, tutti i soldati provenivano da classi socialmente umili.

I primi tre anni furono i peggiori della mia vita, ma fortunatamente le cose si sistemarono quando un altro giovane comandante prese in mano l’esercito. Si chiamava Napoleone Bonaparte.

Aveva  qualcosa che nessuno dell’esercito riusciva a spiegare, forse perché non si poteva. Ma comunque è riuscito a trasmetterci quella adrenalina, quella voglia  di vincere, come nessun altro. Cambiò tutto, cioè ci spostavamo svelti perché  non avevamo con noi cibo. Saccheggiavano le città per procurarcelo. E soprattutto ci faceva mentalmente pesare il nostro ruolo come quando si sulle spalle uno zaino e dentro c’è il bastone di un maresciallo che sta a significare che ognuno poteva arrivare al grado più alto.

Nel 1976 venne la  mia prima battaglia: la Campagna d’Italia. Io all’inizio pensavo  che sarebbe stata una disfatta, ma invece uscimmo noi vincitori e in un soli tre anni riuscimmo a conquistare l’intera Italia. Incredibile!!! E non solo conquistammo anche altri stati.

Le condizioni lasciavano un po’ a desiderare, perché non c’era un ospedale, mangiavamo una volta al giorno e c’erano molti litigi su chi doveva salire sul cavallo dove si poteva riposare. Ma questo non importava a Napoleone non gliene importava mai niente; l’importante per lui era che, quando arriva il momento di combattere tutto l’esercito  sia in ordine e pronto all’attacco. E soprattutto nessuno andava d’accordo con gli uomini che si univa  noi nell’esercito, anzi litigavano.

Insomma possiamo dire che da una parte combattevamo uniti, dall’altra parte di litigava spesso o sempre.

In pratica tutti possono nascere da una comune città, in un comune anno, di un comune mese e diventare una persona importante o addirittura re dei francesi, perché tutti possono raggiungere i propri.

Tommaso

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Commenti: 1
  • #1

    TOMMASO TRONCO (martedì, 21 gennaio 2014 20:24)

    BELLO