Morte a Bosco fresco

 

Ora che hai preso confidenza con il genere poliziesco, improvvisati scrittore e

stendi un racconto giallo, dove tu fungi da investigatore: lasciati ispirare dalle storie

e dai personaggi che hai incontrato nell'ultimo mese, servendoti anche degli

strumenti adeguati

 

“Lo sapevo!” dissi sbirciando fuori dall’oblò del treno; ma non vedevo altro che alberi senza foglie e prati giallastri. “lo sapevo che era una fregatura accettare questa bislacca proposta!”ripetei fra me e me.

“Mio zio che mi diceva: “sarà un ottima e rilassante esperienza che avrai per riqualificarti come poliziotto e per intensificare la tua esperienza- grazie tante lui è un capo di polizia! Avrei dovuto rimanere investigatore privato!”

Mi stavo ancora lamentando fra me quando il ferroviere annunciò: -stazione Bosco Fresco! Stazione Bosco Fresco!-

“Bosco Fresco”pensai guardandomi intorno, sa di paesino di montagna qualunque, insignificante quanto un poliziotto appena uscito dall’accademia.

Feci qualche passo quando un giovane uomo in completo verde mi si avvicinò. Quando fu a qualche passo da me capii che era in divisa da guardia forestale.

Mi disse: - buongiorno mi chiamo Franz Erdarbeiten e lei deve essere l’investigatore-poliziotto che sta da noi per qualche mese! Come mai non è in divisa?-

-preferisco stare in borghese- dissi, anche se la verità era che non mi riuscivo ad abituare alla divisa.

-Come hai fatto a riconoscermi?-

-semplice; è l’unico visitatore di oggi e nelle settimane precedenti-

Mi guardai intorno e non c’era anima viva, poi faceva freddo! Mi venivano i brividi a pensare di dovere rimanere li per tre mesi nonostante il paesaggio fosse molto pregevole.

-deve avere freddo! La accompagno a comprare vestiti più pesanti! A proposito quale è il suo nome? –

- Agenore, chiamami Agenore –

Dopo qualche giorno capii che il mio periodo li sarebbe stato tutt’altro che banale; un ladro continuava a fare furti senza che nessuno riuscisse a prenderlo.

-Cosa è successo in questi giorni; denuncie sparizioni?- chiesi a Franz.

-è stato rubato un quarzo dal valore di millecinquecento euro, ma non c’è da preoccuparsi-

-Come non c’è da preoccuparsi!?, il ladro è la fuori che circola liberamente e … - DING! Fece il campanello della porta ed entro una donna sulla settantina che disse:-Ci ho ripensato ritiro la denuncia ridatemi il corpo del reato.-

-Visto?- disse consegnando una busta alla signora che tolse il disturbo –Questo ladro ha compiuto diciotto mirabolanti furti, tutti come questo-

-E non lo cercate? Come fate a sapere che sia sempre lo stesso?-

-Non lo cerchiamo perché tutti hanno esposto denuncia per un giorno poi l’hanno ritirata-.

-Per minacce?-.

-no perché il ladro in questione lascia sempre un biglietto da visita come quello che la signora ha appena ritirato, e il biglietto pesa circa un etto ed è fatto d’oro, ma se espongono denuncia diventa una prova giudiziaria-.

Cercai il ladro nelle settimane seguenti ma non ci riuscii sia perché era troppo bravo, sia perché non avrei potuto arrestarlo.

Dopo due settimane circa a mezzogiorno sentii squillare il telefono per la prima volta.

Mi chiama una voce femminile, aggiungerei in avanzata età, che continuava a ripetere terrorizzata:

-Hanno ammazzato il mio principale! L’ho trovato morto, non ho toccato niente anzi non sono neanche entrata nella stanza! Sono in via dei boscaioli numero tre –.

-Arriviamo! Lei non tocchi niente-

Andai sul posto con Franz, Joseph (un poliziotto “esperto” che sarebbe andato in pensione appena io sarei partito) e Peter lo scontroso commissario che non è mai contento. Una volta sul posto sfondammo la porta poiché era chiusa a chiave, e la domestica non aveva le chiavi.

Sul pavimento c’era un uomo supino, in un lago di sangue e chiaramente morto, di nome William Huntgold; il vetro della finestra era rotto e i frammenti erano verso l’interno quindi l’assassino era entrato dalla finestra, vicino al letto c’era una spada insanguinata, poi c’era una impronta di fango sul davanzale molto abbondante, diciamo un quarantasei. Furono chiamati tutte le persone che vivevano con la vittima: la domestica, il figlio, il cuoco, il giardiniere. Tutti volevano bene a William, ma il cuoco (un raffinatissimo francese) aveva avuto qualche scaramuccia con la vittima per via della stipendio. Dopo un interrogatorio si scoprì che le chiavi della porta di ingresso della dove c’era il morto, le aveva solo la vittima, e la domestica, che era in casa, accorse alla stanza dopo aver sentito un rumoredi serratura, un colpo deciso. La domestica ricordo che sentì suonare la campana di mezzogiorno e che, visto il morto corse a chiamare la polizia con il telefono in salotto. Dopo aver setacciato la camera emerse che: in fondo al terzo cassetto del comò c’era un’altra la chiave della porta, ma era li da almeno un mese; questo perché tutte le cose accanto ad essa erano uguali a quando, un mese prima, la domestica aveva pulito la stanza e perché ogni cosa era coperta da polvere in ogni piccolo particolare. Quindi l’assassino aveva chiuso la porta senza chiave o con una copia, ma, ogni sera e a mezzogiorno la vittima controllava che la chiave fosse al suo posto e, molto spesso la portava appresso. Contattai gli esperti di chiavi nei paraggi e dopo aver dato le dovute informazioni tecniche negarono di aver duplicato quella chiave anche perché era progettata per non essere duplicata, quindi nessuno sarebbe in grado di riprodurla, inoltre anche la più piccola imperfezione avrebbe impedito di usare la serrature di quella casa. A quel punto mandammo il cadavere al medico per dell’autopsia ed entro ventiquattro ore sarebbero arrivati i risultati. Non passarono che due ore mezzo e mi chiamò il medico:- buonasera ispettore, sembra che sia morto per un colpo scagliato almeno un paio di volte con una violenza inaudita sulla nuca, dopodiché ha perso i sensi ed è morto. Ho trovato anche un frammento di legno sulla nuca. Abbiamo trovato una strana spada di legno, sanguinolenta sulla scena del crimine, annunciò Franz quando lo venne a sapere mentre si trovava fuori dalla villa. Feci delle ricerche e scoprii che lo stile di quel manico era di un intagliatore del paese, e insieme a Franz mi recai alla sua abitazione. Quando fummo davanti alla casa Franz mi spiegò:- le posso anticipare che si chiama Ubertus Wassertropfen, e che ha una brutta fama perché è sempre scontroso con tutti. Quando suonammo alla porta io dissi:- Lei è Ubertus, l’intagliatore?-

-si, sono io-.

-ci può spiegare come mai è stato trovato sulla scena del crimine una sua spada di legno coperta di sangue?-

-No, non posso-

-e allora ci segua in centrale!-

Lo interrogai per un ora, era talmente scontroso che ero quasi sicuro che fosse lui l’assassino. Poi si decise a parlare:- non sono stato io! E quella spada ce l’hanno in molti, guardi qui- e mi fece vede una foto dove c’erano un gruppo di bambini con in mano delle spade simili.

-Chi gli ha dato le spade?-

-Io-. Disse -ah, e ho anche un “alibi”a mezzogiorno di ieri ero in casa mia che intagliavo una statuetta per il piccolo Peter e lui era di fianco a me-. -Quanto fa pagare queste sue opere?e perché non c’è lo ha detto prima?- -le regalo, e non ve l’ho detto perché preferisco mantenere un profilo basso e perché sono affari miei-. -può andare, si ricorda a chi ha dato le spade?- -a tutti i bambini nella foto, e una c’e l’avevo io ma forse l’ha presa mio nipote-. Dopo un po’ Franz mi disse:- ma suo nipote è Paul il figlio del cuoco francese!, solo in quel momento mi accorsi quanto la gente di quel villaggio, nonostante fossimo in Italia avesse un accento fortemente tedesco. –E allora andiamo a controllare se il cuoco a un alibi o almeno una giustificazione più plausibile dell’ultima che ci ha fornito.

Dunque signor Augustin Faucheblé, ci potrebbe consegnare la spada intagliata di suo figlio?-

Il cuoco entrò nella sua abitazione per qualche secondo poi ne uscì dicendo:-L’ha persa … -

-ma non ci dica, forza ci segua in centrale-. -Per la milionesima volta le dico che io non centro con l’omicidio del signor William, che prove avete contro di me?-

-prima di tutto l’arma del delitto potrebbe essere di suo figlio, in secondo luogo, forse le dava fastidio che il suo capo guadagnasse in un mese quello che lei guadagnava in due anni e mezzo, e in terzo luogo ha i piedi della misura uguale all’impronta sul davanzale. Quindi ha un movente, e, visto che dobbiamo sfruttare anche la più piccola pista ci illustri di nuovo il suo alibi.

Ve lo già detto, ero andato a un rifugio, chiamato Weib, visto che era il mio giorno libero, alle undici e quarantacinque ero a quota millequattrocento metri e dopo un po’ ero qui, a quota mille e duecento, dove mi avete convocato dicendomi dell’ omicidio-.

Franz, si possono fare duecento metri di dislivello in un quarto d’ora? .

Se uno è allenato si, ma deve essere molto allenato, oltretutto non credo che sia stato davvero a milleduecento a quell’ora poiché è arrivato qui alle dodici e quindici-.

-uhm … varie volte ci ha detto che un pastore l’ha visto, ti va di camminare un po’?-.

-ok, vediamo in quanto raggiungiamo il rifugio, ah Franz immagino che tu sia un esperto camminatore quindi ti ordino di non aspettarmi.

-va bene-.

Partimmo e dopo due ore Franz arrivò al rifugio, io lo raggiunsi dopo mezzora nonostante camminai al massimo delle mie prestazioni.

-ispettore il proprietario del rifugio ha detto che il francese si è fermato qui mezzora, quindi propongo di ripartire subito-.

-va … anf … bene … anf … vai-.

Il rifugio era a mille novecento metri. Franz raggiunse i millequattrocento in un ora e venti(dopo di che aspetto due minuti le undici e quarantacinque), da quell’altezza riparti ma, nonostante si impegnasse a fondo arrivò a valle alle dodici e ventuno.

Io fui molto più lento a scendere e, quando arrivai a mille e quattro erano le dodici. Li mi fermai a guardarmi attorno.

“chi mi dice che sia davvero stato qui alle undici e quarantacinque?”

Dopo un po’ chiamai Franz - Franz ascolta a che ora sei arrivato a valle? -.

-Alle dodici e ventuno, non può che aver mentito … -.

-si può arrivare a valle con il montacarichi?-.

-teoricamente dovrebbe reggere … -.

-allora ci ha preso in giro fin dall’inizio, il montacarichi passa qui di fianco, fa sosta alla malga e riparte a valle, quanto ci metterà?-.

-Glielo posso dire io signore-. Disse un ragazzo.

-Aspetta Franz c’è qui un ragazzo che mi vuole dire qualcosa -.

-Si signore, mi scusi se lo ascoltata, ma il montacarichi lo curo insieme a mio padre ogni volta che passa, quindi nessuno può essere mai salito, ne nessuno mai salirà senza che io lo veda-.

-Ottimo, e sai dirmi se qualcuno è mai passato di qui ieri, magari uno con un forte accento francese?-.

-Si a dire la verità era un signore di mezza età, sul metro e settanta, che calzava scarponi neri e arancioni, aveva capelli biondi e aveva uno strano accento francese-si interruppe poi ricominciò- lei è della polizia? Perché mi fa queste domande?-.

-sono della polizia ragazzo hai qualcosa da aggiungere? -. Dissi mostrando il distintivo.

-perché non ha la divisa?-.

-Amo stare in borghese, perché? Mi sai dire cosa c’era sul montacarichi quel giorno?-.

- Emh … ecco io non saprei … -.disse il ragazzo visibilmente in ansia.

Ma poi riprese:- Due borse di rifornimenti, una di attrezzatura da montagna, e una piene di borracce d’acqua-.

-Ogni quanto arrivano i rifornimenti e quanti siete alla malga?-.

-Arrivano ogni due giorni e siamo in quattro alla malga: io mio fratello mia madre e mio padre-.

Era sempre più in ansia.

-Ascolta mi dici cosa è successo veramente quel giorno?-.

- … gliel’ho già detto … - Disse con voce flebile.

-Non è vero-.

- E va bene! il tipo francese è passato veramente, però dopo è passato un altro signore e mi chiedeva se poteva usare il montacarichi ed era disposto a pagarmi. Io gli ho detto di no e lui mi ha ringraziato lo stesso, dicendomi se potevo evitare di dirlo perché si vergognava molto di aver ammesso di non avercela fatta ad andare a piedi, poi mi ha dato venticinque euro come “mancia”-.

-E tu hai cercato di coprirlo, perché è stato gentile con te, ma mi sai dire chi era?-.

-No, aveva degli occhiali scuri, ma mi era sembrato giovane ma, non mi ricordo bene, tuttavia non mi sembrava cosi inesperto da prendere il montacarichi, poiché aveva tutto il materiale tecnico necessario, di marca, e quando l’ho visto meglio aveva delle gambe di uno che cammina da molto: molto poderose e visibilmente muscolose saranno state almeno cosi- disse facendomi dei gesti con le mani,- faceva palestra si vedeva anche dalle braccia, nonostante questo, andava anche più piano del francese-.

-quando è passato?-.

-trentadue minuti dopo del francese, sono sicuro perché mi aveva incuriosito e sono corso a vedere l’ora-.

-grazie, come ti chiami?-.

- Tomas -.

-Hai sentito Franz?-.

-Eccome-.

Comunicammo al cuoco che era scagionato.

Tornammo al commissariato, e non riuscivo a capire come l’assassino era riuscito a chiudere la porta.

- Franz tu ci capisci qualcosa’-. Dissi indicando gli schedari sul caso.

-no-.

Riguardai gli schedari.

“e come se non bastasse il ladro dal passaporto d’oro ha colpito il giorno prima del delitto e poi è sparito”

Rincominciai da zero.

- Franz prendi tutti gli uomini che ti servono e interroga tutti i bambini nella foto, tutti i loro familiari e concentrati su quelli che hanno perso la spada-.

-Tutti?!-

-Precisamente-.

-Incomincio subito-.

Io andai alla villa.

Andai sulla scena del crimine e ispezionai l’area esterna alla finestra.

Di fianco alla finestra passava la grondaia.

La smontai e trovai un pezzo di vetro della finestra.

“Questo ribalta tutto”.

“L’assassino non era entrato bensì uscito dalla finestra, lasciando di proposito l’impronta della scarpa al contrario, (dopo averlo ucciso) è uscito dalla finestra all’esterno della casa dove ha sistemato i vetri spingendoli all’interno, poi ha corso ed riuscito a chiudere miracolosamente la porta senza forzarla o altro”.

Ovviamente dovevo avvalorare le mie ipotesi.

“Dunque l’uomo è morto a mezzogiorno, ma è stato colpito due volte prima per poi svenire, e successivamente morire, secondo il medico sei minuti prima al massimo, quindi l’ha colpito alle dodici meno sei minuti, è uscito e ha fatto il giro della casa. Dovrei riuscire a fare, al massimo delle mie forze, il giro della casa in due o tre minuti.”

Quindi corsi più veloce che potei, ( in piano sono un ottimo corridore ) e fermai il cronometro quando arrivai.

“due minuti e quaranta, arrotondiamo a quarantacinque. Ha quindi chiuso la porta alle undici e cinquantasette e quindici secondi”

Tornai sulla parte sud della casa perché avevo visto qualcosa di interessante.

Su una zolla di terra all’ombra c’era una chiazza di fango, dove c’erano delle profonde impronte della stessa taglia trovata sulla finestra.

Le esaminai e ne dedussi che l’uomo doveva pesare almeno duecentodieci chili per lascare quelle impronte,ma dopo pochi passi capii che trasportava un oggetto pesante oppure aveva degli evidenti problemi nella corsa, poiché erano a tratti e il peso era verso l’esterno, quindi doveva avere dei pesi all’esterno delle gambe come mi ha suggerito il ragazzo della malga con i suoi accorgimenti.

Cercai nei paraggi del sentiero che conduceva direttamente dietro alla villa qualunque cosa non avessero trovato gli altri poliziotti.

Trovai dei lingotti di ferro da almeno venti chili l’uno con relativa corda vicino, erano in tutto sei e completamente immersi nel fango.

Non feci parola con nessuno con questo ritrovamento nonostante fosse essenziale per il caso.

Tornai in casa ad osservare la serratura e la chiave.

Una guardia mi guardo incuriosita:- cosa state facendo ispettore?-.

-Dovete sapere che quando ero detective mi occupavo spesso di serrature, e mi sono fatto una certa cultura, a proposito posso vedere la chiave?-.

-ma certo- e me la andò a prendere.

Osservai la serratura dall’esterno.

“di sicuro teneva molto a questa camera, anche più delle altre” .

“Ma perché?”.

“porta con doppia blindatura, con otto cardini applicati con una ulteriore resistenza in acciaio sopra, la serratura è corazzata e ha sedici viti, molto grosse e robuste aggiungerei”.

Guardai meglio le viti.

“spannate e ricoperte di additivi anti svitamento, in particolare questa schiuma”.

“Ma certo, questa schiuma è esclusiva della Securex!”

Composi il numero della ditta che avevo imparato anni prima come detective.

-Pronto?-.

-Sono un’agente di polizia investigativa, codice zero quattro tre due cinque, mi può passare il signor. Andrea Guidavia?-.

-Ma certo glielo passo subito-.

-pronto?-.

- sono io, Agenore -.

-Chi?-

-Il detective delle chiavi bulgare!-

-Ah!

-potevi dirlo subito, ma la segretaria ti ha annunciato come un poliziotto, ed io ero abituato a un investigatore-.

-lascia perdere, ho qui il numero di serie di una serratura sulla scena del crimine, se potessi dirmi chi l’ha creata mi faresti un favore. Il numero di serie è duemilatrentadue-.

-Si, so cosa stai sperando e te ne devo dare l’ha conferma, è una mia opera, cosa vuoi sapere?-.

-vieni qui e portami uno di quei bei trapani taglia viti, ti daranno una cospicua ricompensa-.

- In un ora sarò lì-.

Nel frattempo io mi concentrai sulla chiave.

“Non è sicuramente una chiave a cilindro europeo, ne una chiave skeleton o tubolare, potrebbe sembrare una chiave a doppia mappa, ma è come cava”.

Esistono due tipi di chiavi a doppia mappa, a costanza fissa e a costanza variabile, le chiavi a costanza fissa sono molto meno sicure infatti, da una stessa matrice, si possono fare circa quarantaseimila chiavi diverse, quelle a costanza variabile circa duemila diverse.

Volevo capire perche la chiave era stranamente sbilanciata e con un cacciavite forzai la parte in plastica, e ne scoprii un bottoncino. Lo cliccai e ne emerse una piccola sporgenza sulla parte sinistra di mezzo centimetro,l’aveva motorizzata!

Rimisi a posto il manico in plastica.

Aspettai l’arrivo di Andrea.

-Capo! Capo c’è un signore che dice di essere stato chiamato!-

-Arrivo-

-allora dove la serratura?- disse.

-Vieni subito al sodo eh?-.

-Voglio andare a casa il prima possibile-.

Operò con il trapano e eliminò le vite. Le eliminò con un macchinario di sua invenzione di cui è gelosissimo, una specie di trapano che elimina la schiuma della ditta e toglie le viti. -Hai fatto dei duplicati della macchina negli ultimi anni?-. -No e mai ne farò, e nessuno la rubata, sia perché la uso tutto il giorno sia perché ha un codice a dieci cifre che cambio ogni sera e lo conosco solo io-.

“Ora posso vedere l’interno”.

Lo osservai a lungo.

“L’assassino deve essere stato piuttosto bravo”

Non c’era nessuna traccia di scassinamento anche perche lo scassinamento in questione serviva per chiudere la porta non per aprirla.

-Avrai già notato che William aveva motorizzato la chiave … -.

- Si sotto il manico in plastica, se hanno cercato di duplicarla non ci sono riusciti, ma stavo cercando di scoprire se aveva scassinato la porta per chiuderla-.

- O ma su questa serratura basta vedere se ha un segnetto anche minimo su questo cilindretto che ho installato dopo che un altro ha applicato la serratura-.

-Quindi non l’hai progettata tu?-.

-Oh, no! Io mi occupo della protezione esterna-.

-Di quando è questa serratura?-.

-una decina di anni fa, ma è praticamente inespugnabile-.

-Avete applicato le misure anti grimaldello bulgaro?-.

-Sapevo che me l’avresti chiesto, no non abbiamo usato quelle misure, per questo ho applicato quel cilindro che blocca la serratura alla più piccola imperfezione-.

-È scattato al momento dello scassinamento?-.

-scoprilo da solo-.

Guardai quel pistoncino.

C’era una piccola riga sulla estremità esterna.

-È scattato in ultimo appena prima di estrarlo quindi l’assassino ha usato un grimaldello bulgaro perfezionato, che quando si estrae cambia forma facendo scattare il pistoncino. Quindi sapeva che non aveva le misure anti-grimaldello, ma non sapeva che tu avevi applicato un pistoncino che blocca una chiave non perfetta come quella motorizzata-.

-Quindi facciamo una prova, rimonta la serratura-.

Lui la rimontò.

Estrassi un grimaldello bulgaro modificato; al posto di aver sei denti ne aveva dodici, era motorizzato, e si adattava perfettamente a qualunque serratura a doppia mappa.

Feci partire il cronometro, ed introdussi il grimaldello nella serratura.

Dovevo andare più piano che con la chiave originale.

Un giro, il cronometro dava trenta secondi, due giri, il cronometro dava un minuto e dieci, tre giri un minuto e mezzo.

La serratura scatto, la porta era chiusa.

Feci per estrarre il grimaldello quando scatto il pistoncino del mio amico. Sorrisi, avevo ancora una volta ragione.

Estraessi con un colpo violento il grimaldello.

Lasciando un segno identico al precedente. Fermai il cronometro, due minuti.

“ha quindi chiuso la camera una manciata prima di mezzogiorno.”

Chiamai Franz e gli spiegai l’accaduto.

-Cosa puoi dedurre da questo episodio che ti ho raccontato?-.

-Posso dire che la vittima ha fatto entrare l’assassino, non erano così in confidenza, ma si conoscevano-.

-Bene, e poi?-.

-Non so … -

-Te lo dico io, l’assassino conosceva, o era, colui che installò la porta, perché conosceva i vari meccanismi e il grimaldello giusto da usare, perché ne ha usato uno molto raro, che non usa quasi più nessuno. Poi però non sapeva che un altro tecnico aveva istallato un secondo pistoncino che l’avrebbe fatto andare nel panico, lasciando un minimo segno di scasso e facendo un rumore deciso. Quante persone credi sappiano usare un grimaldello bulgaro e quante credi siano in grado di modificarlo?-.

-Quasi nessuna in queste zone-.

-Esatto quindi aveva dei precedenti!-.

-Ma mi scusi signore, quel segno di cui parlava prima non può averlo lasciato William tirando con troppa irruenza la chiave?-.

-No perché il pistoncino ha la funzione di scattare se rileva una chiave non motorizzata, e lo rileva, purtroppo, troppo tardi, quando si estrae il grimaldello-.

-Ma lei lo descrive come un professionista, un killer!-.

-Non so se l’assassino è un sicario del mandate o è lo stesso “mandante”, ma comunque ora abbiamo una pista-.

-Non capisco un’altra cosa, perché usare un’arma cosi poco ortodossa come una spada di legno? non era un professionista?-.

-Io credo che sia un professionista perché ha spostato i vetri con una precisione millimetrica (tralasciando però un piccolo pezzo finito nel tubo della grondaia), e che la spada sia un falso indizio, un oggetto che l’assassino aveva rubato o trovato sulla scena del crimine solo per darci qualche grattacapo, infatti non avrai trovato nulla con i tuoi interrogatori, vero?-.

-Ha ragione, dieci ore di interrogatori congiunti e neanche un risultato! -.

-Mi spiace, io però ho trovato che il tecnico della porta è stato assunto l’anno scorso dalla Himmel s.p.a., gestita da Alexander Himmel nemico imprenditoriale di William -.

A quel punto chiamammo in centrale tutti i sospettati.

Chiamammo Ubertus che era ancora fortemente sospettato nonostante avesse un alibi ( il bambino dell’ alibi aveva sei anni e non era troppo attendibile), chiamammo il cuoco che aveva un testimone a suo favore ma quest’ultimo aveva dato prova di saper mentire, poi chiamammo il tecnico della porta, il suo capo signor. Alexander Himmel, il figlio del signor. A. Himmel: Gabriel Himmel, poi un matto scappato dal manicomio, ma ripreso lo stesso giorno dell’omicidio all’una, e infine tre ragazzi che avevano dei precedenti per furto e scasso, e avevano avuto delle divergenze con la vittima.

Feci indossare a ciascuno dei sospettati degli occhiali da sole, tranne al francese, poi chiamai il ragazzo della malga e lo invitai a riconoscere chi era.

Innanzitutto disse che il cuoco era il francese che aveva visto passare.

Quindi lo escludemmo.

“ meno uno” pensai.

Guardai i sospettati: Ubertus era molto alto, il matto molto basso, uno dei ragazzi aveva i capelli molto lunghi, gli altri due indossavano gli occhiali e avevano delle braccia corrispondenti alla descrizione del ragazzo, il tecnico e il figlio del signor. Himmel erano ben palestrati.

- Fammi indovinare non è Ubertus, ne il matto, e gli altri potrebbero esserlo, vero?-

-Esatto, di più non so dirle-.

Lasciammo andare tutti i sospettati.

Franz mi disse:- ora che è finita questa buffonata possiamo passare ai veri sospettati come il tecnico di Himmel? O Himmel?-.

Portammo Alexander Himmel in sala interrogatori in commissariato.

-Insomma voi mi accusate di aver ucciso il mio rivale, inventato un ingegnoso piano per prolungare il più a lungo possibile le indagini, e di voler scappare il prima possibile?-.

-A dire la verità … si! Risulta una volo per il brasile andata e ritorno, prenotato a nome degli Himmel-.

-L’avrà prenotato mia moglie, o mio fratello-.

-dove era lei giovedì dalle undici all’una?-.

-A casa, con mio figlio!-.

-verificheremo, per ora lei sta qua-.

Interrogammo anche il tecnico della serratura.

-dove era lei Giovedì a mezzogiorno?-. -a festeggiare un buon lavoro con il principale-.

- Che tipo di buon lavoro? Magari un omicidio!-.

-Ma no … - disse con voce incerta.

-Forza parli! Che cosa ci nasconde?-

- è che … oh, dai in fondo non ho mica ucciso nessuno! Ero davvero al pranzo con lui sia il giorno dell’omicidio che il giorno dopo; il giorno dopo festeggiavamo il fatto che William si era ritirato da un appalto molto importate, capimmo dopo che era morto … -.

-il suo “principale” è il signor Alexander Himmel?-.

-Si e le telecamere lo confermeranno-.

Richiedemmo ad Alexander.

-Perché non ci ha detto che era a pranzo?-.

Ma non ci rispose.

-Secondo te cosa ha in mente?-.

- O ci è dentro fino al collo o non ne sa nulla, non poteva sapere della serratura, non glielo abbiamo detto-.

- Dai sospettati chi poteva essere?-.

-Non poteva essere il cuoco, ne Ubertus, ne il matto, ne tantomeno il ragazzo dai capelli lunghi, poi ho fatto una scoperta senza avvisarti, l’assassino ci voleva fare credere che pesasse almeno duecento chili, tramite un gioco di impronte, tuttavia l’ho scoperto e grazie al racconto del ragazzo della malga posso dire che ha fatto il sentiero che conduce dalla malga alla villa con almeno cento chili sulle gambe-.

Doveva essere molto allenato; ho controllato e Gabriel e il tecnico vanno effettivamente e regolarmente in palestra, quindi è uno di loro due-.

-Come fa a sapere che non possono averlo ucciso ne Ubertus ne il matto?-.

-Perché vedi, il ragazzo della malga quando gli ho chiesto di spiegarmi come era fatto l’uomo che voleva usare il montacarichi non ha saputo dirmi altro che era muscoloso e giovane, mentre invece se fosse stato Ubertus se ne sarebbe ricordato per la sua altezza, se fosse stato il matto se ne sarebbe ricordato per la sua “bassezza”, stessa cosa vale per il ragazzo dai capelli lunghi.

-Ora se sappiamo che non è stato il tecnico poiché non ha precedenti e ha un forte albi chi può essere stato a uccidere William e ad aver prenotato il volo all’aeroporto?-

Ci precipitando in aeroporto, ma appena Gabriel ci vide si mise a correre.

Riuscì a raggiungere l’aereo.

“tutto è perduto”

Vidi davanti a me le immagini di William morto, inerme, e questo mi fece venire su una gran rabbia.

“ non è vero che tutto è perduto”

Andai dal direttore aeroportuale.

-Fermi quell’aereo!-.

-E perché mai dovrei … -.

-È ancora qui? Si muova ha detto!-.

-Se lo può scordare lassù ci sono dei clienti paganti e … -.

-Sa cosa me ne faccio dei suoi clienti paganti?-

- N-no .. -.

- Adesso lei fermerà quell’aereo, o giuro che sequestro l’aeroporto e la sbatto in cella per ostruzionismo e resistenza a pubblico ufficiale! Sempre se ci arriva in carcere perché per me potrebbe andare in obitorio!-.

-Fai quello che ti ha ordinato il poliziotto Raffaele -disse un giovane entrando dalla porta.

-Subito direttore-.

Mentre “Raffaele” eseguiva gli ordini del suo capo mi accorsi che il “capo” era lo stesso figlio di William.

Dopo poco tempo l’aereo riatterò e Gabriel corse verso un muletto e si lanciò a tutto gas verso la pista.

- non andrà da nessuna parte, la pista finisce con una grata di cinque metri.

Andammo in fondo alla pista dove disperato Gabriel cercava di scappare.

Fortunatamente un ragazzo lo fermò, con una presa alla rugby.

Lo arrestammo e gli chiesi perché l’aveva fatto, anche se in realtà il movente era piuttosto chiaro.

-Perché mio padre faceva di tutto per batterlo, a volte stava via anche dei giorni, dimenticandosi di me, e stava cadendo in miseria per colpa di- Sputo per terra- William -.

- Già –disse Franz – più soldi si ha più se ne vuole! Mi hanno appena chiamato dalla banca dicendomi che era sparito un importante contratto da un milione di euro alla casa di William -.

Notai che il ragazzo che aveva “placcato” Gabriel aveva perso la borsa, e senza volerlo ci guardai dentro, perché era aperta.

C’erano un paio di libri, un foglio, degli occhiali e due foglietti luccicanti, li guardai meglio, erano dei biglietti da visita d’oro!

Era lui il ladro dal passaporto d’oro!

Lo guardai in faccia e vidi il figlio di William.

Era orfano di madre ( l’aveva persa anni prima) e adesso anche di padre.

-Cosa ci facevi qui?-gli chiesi.

-Questa azienda era di mio padre, cercavo di capire un po’ del mestiere che lui non mi ha mai insegnato-

“dopotutto non ci sono denunce a suo carico”

-Hai perso questa- gli dissi porgendogli la borsa.

Lui mi guardò perplesso capendo che avevo visto il suo contenuto.

- E riga dritto! … d’ora in poi-.

Fu arrestato Gabriel, e un po’ alla volta furono restituiti le cose rubate.

Dopo una settimana dovetti salutare tutti e me ne tornai casa.

Tornai qualche volta a fare visita a Franz, a volte l’ho anche aiutato.

Quando tornai a casa mi dimisi dalla polizia, e ritornai a fare il detective.

-sei sicuro che non ti ha fatto paura questa storia?-. -Si nonno non fa paura me l’hai raccontata tante volte … mi fai giocare ancora con quello?-disse indicando una dei miei grimaldelli bulgari.

 

Edoardo

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