COME SONO DIVENTATO FAMOSO

 

Occhiali da sole, viso nascosto dalla sciarpa firmata e un elegante cappotto che la avvolge per ripararsi dal gelo di gennaio. Dietro queste ricchezze si nasconde un animo che non avrebbe mai creduto di riuscire a diventare famosa per qualcosa di suo. Lei è Gaia Scaravaggi, nota scrittrice di libri fantasy da un paio di anni, cosa insolita per la sua età di ventidue anni.

Si sta incamminando verso la conferenza stampa in suo onore, in cui verrà intervistata da giornalisti famosi, che Gaia descrive con una parola e cioè “assillanti”. Per questo ci sta andando contro voglia, ma sapeva che diventando famosa i sacrifici non sarebbero mancati. Il titolo dell’intervista è “COME SONO DIVENTATO FAMOSO”.

Ora si trova seduta davanti a centocinquanta persone. Dopo essere stata accolta con le mille lodi sulle sue capacità, inizia a presentarsi. Ed ecco che prende la parola il primo giornalista: “Signorina Scaravaggi, grazie a chi o a che cosa le è venuta l’idea di scrivere?”. Gaia risponde: “E’ stato grazie a un incontro che ho fatto a causa di un equivoco”. Un altro giornalista dice. “Non credo di aver capito, potrebbe spiegarsi?”. Gaia sorride. “Sì, ha ragione, mi scusi, adesso racconto tutto…” , ma un altro giornalista chiede: “E’ stato davvero importante l’incontro?” “Certo che lo è stato, è successo…” di nuovo non la fanno finire. “E chi era?” “Com’è successo?” “perché secondo lei è diventata famosa?”. Un giornalista addirittura, approfittando del pasticcio grida: “Gaia Scaravaggi, mia figlia ti adora!”. Gaia non ne poteva più. “Insomma, mi lasciate finire?!” urla esplodendo; non era mai stata paziente. Cala il silenzio. Il tipo che teneva l’intervista dice: “Questa non deve essere un’occasione per diventare amici della signorina Scaravaggi, ci deve essere ordine” e le fa cenno di parlare. “Ok…. io volevo rispondere alla domanda iniziale” quindi prende fiato e inizia: “Era una giornata di maggio, avevo diciassette anni e finito la scuola stavo andando verso l’edificio in cui mia sorella avrebbe fatto lo spettacolo di fine anno della scuola. Io non ne avevo per niente voglia, era stata mia mamma ad obbligarmi per fare un piacere a mia sorella. Comunque in quell’edificio si tengono diversi incontri e io perdendomi mi sono ritrovata in una sala piena di gente in giacca e cravatta e signore tutte ingioiellate. Al posto dei bambini sul palco però, c’era un tavolo in cui erano seduti due signori. Vidi il titolo dell’incontro: “come sono diventato scrittore”. Oh no! Ho sbagliato aula, adesso mi “becco” ore in cui scrittori pazzi parlano della loro biografia! Tentai di mischiarmi tra la folla per uscire dalla porta, ma la avevano appena chiusa perché l’incontro era iniziato! Cercai nella borsa il cellulare per dire a mia mamma di tirarmi fuori da qui ma… <questo è il colmo> pensai, il cellulare era scarico! Allora mi rassegnai e mi sedetti, avrei dovuto ascoltare “Mr scrittore” fino alla fine. Non diceva niente che mi interessava. Ad un certo punto però, una sua frase attirò la mia attenzione, lo guardai mentre diceva: “Per questo sono diventato scrittore, per un equivoco. Devi solo scavare dentro di te e trovare il tuo talento come se fosse un tesoro. Il prossimo scrittore potresti essere tu”. Mentre diceva queste parole, l’avrei giurato, mi guardò negli occhi. Il suo sguardo era come una pugnalata nello stomaco, e le sue parole non erano solo parole. Aveva anche un aspetto famigliare, avevo già visto quello scrittore. Guardai meglio il volantino con il titolo, sotto c’era scritto “incontro con Alessandro D’Avenia”. Certo! Come ho fatto a non arrivarci? E’ il mitico che ha scritto <Bianca come il latte rossa come il sangue>! L’incontro terminò, tornai a casa. Vi risparmio la parte di quella sera con i miei genitori…

Il giorno dopo camminavo per la strada e ripensavo all’incontro del giorno precedente; anch’io volevo diventare scrittrice come lui. Mentre ci pensavo, andai a sbattere contro una persona, lo guardai e, ironia della sorte, era Alessandro D’Avenia. Mi chiese scusa e io ne approfittai per dirgli: “Ieri ho sentito il suo incontro, mi ha colpito molto, a me piacerebbe scrivere libri fantasy”. Lui mi rispose gentilmente: “Che bello! Anche a me sarebbe piaciuto, ma poi mi sono detto: Alessandro, guardati intorno, potresti scrivere più cose sulla vita reale. Così non ho scritto fantasy, ma perché non volevo io. Io non ti conosco, ma se hai questa vocazione seguila. Adesso devo andare”. Ero senza parole. Lo ringraziai e mentre si allontanava gridò “buona fortuna”. Da quel momento ho voluto fare quello. Ora sapete cosa è successo”.

Gaia finisce di parlare e tutti le fanno un sonoro applauso. Dopo l’intervista si rende conto che era stata veramente bella.

Gaia ogni volta che scrive, si tiene nel cuore le parole del suo amico Alessandro D’Avenia.

 

GAIA

 

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Commenti: 4
  • #1

    lucia (martedì, 03 dicembre 2013 17:41)

    bellissimoo gaia!!!

  • #2

    stefano G (martedì, 10 dicembre 2013 17:41)

    bel tema! anche a me piaciono molto i libri di Davenia!

  • #3

    Ludo B (venerdì, 17 gennaio 2014 15:40)

    Il tuo tema è veramente bello, e molto profondo!! sei bravissima a scrivere, diventerai una grande scrittrice...

  • #4

    TOMMASO TRONCO (martedì, 21 gennaio 2014 19:14)

    ANCHE A ME PIACCIONO I LIBRI D'AVENIA!!!!