LA PASSIONE IN UNA TAZZA DI TE'

 

Il volo per l’Inghilterra era in partenza, mi affrettai a salire sull’aereo. Mi sedetti di fianco ad una signorina piuttosto silenziosa, ma anche molto carina, di circa una trentina d’anni. Ella si limitava a rispondere alle hostess che passavano con i carelli… forse era meglio così, godersi il viaggio in tutta la tranquillità possibile! Voi vi chiederete cosa ci facevo sull’aereo? Mi ero preso una settimana di vacanze dal lavoro e dalle vesti di commissario e andavo a trovare Fanny, la mia adorata cugina, che da tempo si era trasferita in una ridente cittadina inglese. Ero già stato ospitato da lei in passato, ma da quel giorno erano passati ormai moltissimi anni. I miei pensieri si interruppero quando la graziosa signorina che avevo di fianco allungò il braccio per prendere il tè che le hostess offrivano a tutti i passeggeri. La ragazza in un solo sorso finì la bevanda, e solo dopo qualche minuto si addormentò. La guardai stupefatto e pensai che fosse una donna dal sonno facile. Mi rigirai verso il finestrino e guardai fuori. Vidi le nuvole che avvolgevano l’aereo tanto che non si vedeva assolutamente niente. Chissà com’era diventata Fanny, sarebbe stata sicuramente cambiata dall’ultima volta che l’avevo vista, ma non riuscivo a immaginarmela diversamente da come la ricordavo: alta, snella e con una lunga chioma di capelli neri che le coprivano le spalle.

 

All’improvviso una voce invase tutto l’aereo “A tutti i passeggeri, qui è il vostro comandante: l’aereo atterrerà tra cinque minuti!”. Mi accasciai. Una volta atterrati cercai di svegliare la signora con la maggiore delicatezza possibile, ma quella non rispondeva ne si muoveva. Era morta! Tutto l’equipaggio andò in confusione, vennero fatti scendere il più frettolosamente possibile tutti i passeggeri e venne chiamata un’ambulanza. Ogni tentativo di salvataggio fu inutile.

 

Non riuscivo a spiegarmi la morte. Era stata causata da quello che aveva bevuto? Cosa c’era in quel tè da farla addormentare dopo pochi minuti averlo bevuto, per meglio dire morire? Chi avrebbe voluto la morte di una signora tanto per bene, quanto carina? Perché? Tali domande rimasero nella mia testa fino a quando non arrivai da Fanny, che mi accolse nel migliore dei modi. Mi sistemai. Durante il pranzo raccontai a Fanny l’accaduto.

 

Chi potrebbe essere stato?”

 

Non saprei, in aeroporto ho sentito che la vittima si chiamava Rosy Jones…”

 

Fanny interruppe il commissario

 

Hai detto Rosy Jones?”

 

Sì! Perché?”

 

Rosy Jones abita proprio qui, in questo paesino, era una ragazza per bene, non la conoscevo molto bene, abitava in un appartamento di un condominio che si trova nella zona vecchia del paese.”

 

Ah! Pensi di potermici portare quest‘oggi?”

 

Fanny annuì. All’improvviso sulla porta che dava sul salotto dove eravamo seduti, comparte Martin Stuart, marito di Fanny. Mi salutò. Diede un bacio sulla guancia alla moglie e se andò al piano di sopra senza aprir bocca. “E’ da qualche tempo che si comporta in questo modo strano e silenzioso, non so cos’abbia, penso che sia il lavoro.”

 

Martin, dopo circa dieci minuti si ripresentò in sala, si sedette sulla poltrona, e con tono stanco disse: “Perdonami Maurice e anche tu Fanny, in questi giorni il lavoro mi sta uccidendo, ho un sacco di pratiche da chiudere”. Infatti Martin era il direttore della compagnia area Airplan. “Oh Maurice, mi ero scordato, come è andato il viaggio? Il posto che ti ho procurato andava bene?”

 

Benissimo grazie! A proposito del volo, immagino che tu sappia della morte della signorina Jones?”

 

Certamente! Che tragedia! Si sa già a cosa sia dovuta la morte?”

 

No! Per cosa potrebbe essere morta? Ammetterai che è una morte piuttosto strana, per una ragazza così giovane?”

 

Non saprei..”

 

Io un sospetto ce lo avrei…” disse Fanny

 

Cioè?”

 

Già cioè?” aggiunse Martin

 

John Curry, un impiegato della compagnia aerea di Martin, si dice che avesse avuto una storia, con la signorina Jones, e che i due si fossero conosciuti proprio in aereo, poiché Rosy viaggiava molto spesso, tanto che sembra avesse preso un abbonamento per i vari voli. Il giovanotto, innamorato perso della ragazza, chiese di essere spostato ogni volta sui voli della ragazza”.

 

Non dire sciocchezze Fanny, non lo puoi sapere….”

 

Queste sono voci che girano in paese….”

 

Quindi anche oggi, il ragazzo era sull’aereo Martin?” chiese il commissario.

 

Si”. rispose Martin

 

Ah! Fanny, i due giovani si erano lasciati?”

 

Si ma i due erano rimasti in buoni rapporti, da quello che si dice.”

 

Dove vive questo John Curry?”

 

Proprio qua a Shilley, nel nuovo quartiere.”

 

Fanny sparì, tornò dopo circa un quarto d’ora, con una tazza di tè per ciascuno. La cosa fu molto gradita sia da me che da Martin, il quale, a mio parere lo bevve con gusto.

 

Nel pomeriggio, io e Fanny, all’insaputa di Martin, ci recammo a casa di Rosy Jones. Non avendo le chiavi, usammo una forcina, con la quale la porta si aprì con una facilità che mi sorprese.

 

Aprimmo la porta molto lentamente. Uno scricchiolio fece correre un brivido lungo schiena di entrambi, facendoci sobbalzare. I nostri passi che fuori, sulla strada, erano sordi, dentro l’appartamento risuonavano così forte, che pareva che qualcosa si sarebbe rotto al nostro camminare.

 

La casa era terribilmente perfetta, quell’ordine che forse metteva un po’ di paura, come qualcosa che in mezzo a quella perfezione saltasse fuori all’improvviso. Guardammo con attenzione tutta la casa, ma niente sembrava darci alcun sospetto.

 

Io e Fanny uscimmo dalla casa assicurandoci che nessuno avesse visto niente. Salimmo in macchina e Fanny partì diretta a casa sua.

 

Non ho notato niente di insolito nell’abitazione…”

 

Si, nemmeno io, non capisco cosa sia successo. Se fosse stato un suicidio?”

 

Potrebbe…”

 

Sinceramente è da quando mi hai raccontato dell’accaduto che ci penso. Ammesso si tratti di suicidio non riesco a trovare una risposta valida sul perché la signorina avrebbe dovuto farlo”.

 

Mah, forse era successo qualcosa che nessuno può sapere, una storia d’amore finita male, un tradimento…”

 

Arrivammo a casa, in salotto c’erano dei signori in giacca e cravatta che parlavano amichevolmente tra di loro. Su una delle poltrone era seduto comodamente Martin che con gran voce mi invitò ad unirmi a loro. Mi sedetti in un angolino del divano, presi un po’ di tabacco e accesi la pipa ascoltando i loro discorsi. La mia attenzione fu richiamata quando i signori lì presenti cominciarono a parlare della tragedia accaduta in aereo. Tutti borbottavano, nessuno aveva una reale idea dell’accaduto. Nonostante ciò cominciarono a discutere sul fatto che si trattasse di omicidio oppure no, il signor Martin stette zitto, e quando l’aria si fu calmata con un insolita sicurezza, che pareva un po’ forzata disse: “Perbacco certamente che si tratta di suicidio, una ragazza così solitaria che nemici poteva mai avere?”

 

Quell’esclamazione mi fece sobbalzare, cosa doveva dimostrare urlando in quel modo che zittì tutti?

 

Arrivate le sei i signori che, il signor Martin non aveva neanche avuto la cortesia di presentarmi, se ne andarono, così facendo restituirono il silenzio a cui la casa era abituata.

 

Salii in camera mi lavai e scesi solamente all’ora di cena, per poi risalire subito finito di mangiare. L’esclamazione di Martin mi rimbombava nella testa, quel suo tono, i suoi occhi arrabbiati, ma allo stesso tempo preoccupati della piega che stava prendendo la conversazione, non mi convincevano. L’ipotesi che fosse stato un suicidio si faceva sempre meno convincente, ma dovevo comunque tenerla in considerazione, niente era così scontato da essere tralasciato.

 

La mattina seguente, decisi di andare a fare in giro per il paese. Shilley era un paesino della periferia inglese come quelli dipinti nei quadri. Era un paesino tranquillo, c’erano dei negozietti lungo i marciapiedi, dove la gente camminava tranquillamente. Stavo passeggiando, quando all’improvviso mi bloccai, certo! Come avevo fatto a scordarmene… John Curry! L’impiegato della compagnia aerea di Martin. Fanny mi aveva detto di aver sentito delle voci sul conto di questo John, e anche se erano solamente voci, potevano già essere una pista plausibile per le indagini. Nella confusione generale me ne ero scodato… Pensai allora di andare a raccogliere qualche informazione sul conto del ragazzo in giro per il paese.

 

I posti in cui poter raccogliere informazioni potevano essere molti, e dato che la mattina era appena iniziata pensai di darmi da fare. Partii dai negozi e i locali più frequentati, bar, gelaterie, edicole, ecc.

 

Mi dia due mele per favore” dissi per attaccare discorso “volevo porle una domanda, Lei conosce John Curry? E’ un impiegato della compagnia aerea Airplane…”

 

Certamente! Viene qua tutte le mattine, per comprare un po’ di frutta per sua madre e una bella arancia di stagione per la sua fidanzata, me ne parlò una volta… mi pare che si chiamasse Rosy… ma il cognome non me lo disse”.

 

Grazie mille! Mi è stato molto d’aiuto.”

 

Stavo per uscire dal negozio, quando il fruttivendolo mi fermò e mi disse “Pensi che una volta mi chiese di dargli il frutto della passione per la sua fidanzata, ma il giorno dopo tornò dicendomi che la ragazza era allergica a quel tipo di frutto. Gli era bastato un solo morso di questo frutto per essere ricoverata in ospedale, non respirava più. Ma mi disse anche che nel pomeriggio fu dimessa. Come mai gli interessa tanto?”

 

La ragazza, Rosy, è morta in aereo…”

 

Oh Gesù!”

 

Ed io sono Maurice Bulgarì, commissario di polizia di Parigi. La prego di non spargere troppo in giro la voce…”

 

-Certamente commissario!

 

Grazie! Arrivederci”

 

Andai in un bar e feci la stessa domanda che avevo posto al fruttivendolo e la risposta fu: “E’ un ragazzo per bene, non so niente di più, niente di meno, e ora mi lasci al mio lavoro. Se non compra niente se ne vada”.

 

Stupefatto dell’acidità con cui mi aveva trattato il cameriere mi recai fuori alla ricerca di altre informazioni.

 

La mattina passò velocemente, tutti quelli da cui ero andato mi dissero che John era un ragazzo dolce e premuroso, attento agli altri come pochi riuscivano ad esserlo.

 

Tornai a casa, Fanny era andata a far la spesa e Martin era al lavoro. Andai in camera mia e mi sedetti alla scrivania, ripensando alle varie informazioni che avevo raccolto durante la mattinata. Tutti concordavano sul fatto che John fosse un ragazzo per bene. Questo ritratto non si addiceva a quello di un assassino. Perché mai allora avrebbe ucciso la ragazza? Nessuno aveva notato un comportamento strano da parte sua negli ultimi tempi. C’erano due possibilità o il ragazzo aveva una grande capacità di simulare e riusciva a fare come se niente fosse o molto più probabilmente… non era stato lui. Poi all’improvviso mi venne in mente… il frutto della passione... certo! Ecco quale era stata l’arma del delitto, se un solo boccone bastava per non farla respirare figuriamoci dosi più elevate, che potevano essere anche state messe nel suo tè a sua insaputa causando una morte silenziosa e immediata.

 

Quell’arma però non determinava il colpevole e poteva essere stata la stessa signorina Jones, consapevole della sua allergia. O qualcun’altro che la conosceva bene come Curry. Nella vita della signorina Jones c’era qualcun’altro? C’era un altro uomo? Un uomo per il quale, forse, Curry e Rosy avevano litigato… o forse era solo stato il dolore di Rosy dopo la rottura con Curry a portarla al suicidio.

 

La sera verso le 17,30, appena fu rientrato Martin, decisi di appartarmi con lui nel suo studio, parlammo di molte cose, poi arrivati al momento giusto, sferrai la domanda che avrebbe cominciato ad aprire dei varchi e ne avrebbe chiusi altri.

 

Cosa mi dici del signor Curry?”

 

Cosa ti dovrei dire Maurice?”

 

Com’ è sul lavoro?”

 

E’ bravo anzi bravissimo, esegue i suoi incarichi alla perfezione.”

 

Negli ultimi tempi lo hai visto un po’ perso, o agitato?”

 

Mah… non mi sembra di ricordare, una volta però ricordo che mi disse che aveva perso l’amore della sua vita, ma non mi disse chi era, solo quel giorno lo vidi un po’ svampito.”

 

Tu conoscevi la signorina Jones, al di fuori dell’ambito professionale?”

 

Bèh si, abbastanza, la vedevo a qualche evento in paese, solo una volta mi recai a casa sua, ma per un motivo solamente professionale.”

 

Cioè?”

 

Si era scordata di pagare un biglietto di un abbonamento e allora al posto di aspettare che venisse in aeroporto, approfittai del fatto che abita qui perché poi, in aeroporto c’è molta gente ed è difficile ricordarsi tutto!”

 

Scusa Martin, non vorrei sembrarti troppo invadente, ma è il tuo lavoro ricordarsi questo genere di adempimenti, hai anche molti di impiegati!”

 

Martin ebbe un sussulto come se la maschera stesse per cadere, non sapendo più cosa rispondere si rifugiò con la scusa del bagno, chiudendo così la nostra conversazione.

 

Lo strano comportamento di Martin mi diede qualche sospetto. Mi venne un’idea.

 

La signorina Jones non viveva in una casa singola, ma in un condominio. Quindi qualcuno dei condomini poteva aver visto ho sentito qualcosa. Nei giorni che precedevano avevo già avuto l’occasione di perlustrare l’appartamento, ma non avevo trovato niente. Forse adesso con questi dubbi, indizi e informazioni il mio occhio si poteva focalizzare su qualcos’altro che all’inizio mi era sfuggito. Prima di partire per la mia perlustrazione in casa Jones aspettai che Martin uscisse di casa. Uscì di casa molto presto, il che mi sembrava strano, visto che aveva già finito di lavorare. Era uscito di casa tanto velocemente che quasi non me ne accorsi. Quando ebbi la certezza che se ne fu andato chiamai un taxi, mi feci portare all’inizio della via, pagai il taxista e gli lasciai il resto, dirigendomi a piedi verso il condominio. Entrai senza far rumore, con mia grandissima sorpresa, l’appartamento era tutto sottosopra! Cosa era accaduto? In realtà speravo che ciò accadesse per avere un’ulteriore conferma del fatto che non fosse stato un suicidio. Qualcuno stava cercando qualcosa… ma cosa? Perché aveva ucciso Rosy? Ammesso che il colpevole dell’omicidio e di quel caos coincidessero. Vidi l’orologio per terra, era fermo alle 18,00, pensai all’orario in cui Martin era uscito di casa, saranno state le 17,45, e contando che per arrivare alla zona vecchia sarebbe stato necessario un quarto d’ora, tutto poteva coincidere. Ma non avevo un prova certa, allora cercai di immedesimarmi nell’assassino, cosa poteva cercare? Delle prove. Prove scritte o materiali. Prove che potevano smascherarlo. Guardai dappertutto ma non trovai niente, poi vidi un comò che a differenza degli altri era chiuso. Lo aprii, dentro vi erano solamente dei vestiti, guardai sotto e trovai delle lettere! Non le guardai subito, le presi e me le misi in tasca, lasciai tutto com’era e me andai.

 

Tornai a casa e lì trovai Fanny che era in cucina a preparare una cenetta deliziosa. Salii in camera mi chiusi a chiave e presi le lettere. Le aprii e le lessi, tutte erano firmate da Martin, ma l’ultima era quella più importante: “Cara Rosy, non ce la faccio più a reggere il peso della nostra relazione, Per questo voglio che chiudiamo per sempre la nostra storia. So che mi avevi chiesto di lasciare mia moglie, ma qui ho tutto. Non azzardarti a rivelare a qualcuno la nostra relazione, altrimenti la pagherai cara…

 

Addio Martin

 

Era questa la lettera che il colpevole cercava!

 

Ma per non essere imprudente decisi di aspettare a rivelare questa lettera, per poter interrogare ancora due persone: Fanny e John Curry.

 

Scesi da Fanny.

 

Fanny vorrei farti una domanda… negli ultimi tempi Martin era spesso fuori casa? O rientrava tardi dal lavoro?”

 

Si, è così, negli ultimi tempi, Martin è più distante, non mi parla più e sembra che il lavoro lo sommerga. E’ sempre preoccupato e agitato.”

 

-Grazie! Mi se stata molto utile.

 

-Utile per cosa?

 

-Ben presto lo scoprirai.

 

Decisi di recarmi immediatamente da Curry, anche se si era già fatta sera.

 

Suonai al campanello.

 

Chi è?”

 

Maurice Bulgarì, commissario di polizia di Parigi”.

 

Cosa vuole?”

 

Mi faccia entrare le farò solo qualche domanda.”

 

Il ragazzo mi aprì, rimanemmo sulla porta.

 

Mi dica commissario.”

 

Lei conosceva Rosy Jones?”

 

Certamente, è stata la mia fidanzata” il suo sguardò si abbassò. Una lacrima era lì lì per uscire “perché?”

 

Lei saprà sicuramente della tragedia…”

 

Si certamente.”

 

Rosy le aveva confessato qualcosa riguardo a qualcuno?”

 

A dir la verità si, la sera prima dell’incidente, mi disse che aveva avuto una storia con un altro uomo, ma nient’altro.”

 

-Grazie mille! Mi è stato d’aiuto. Venga domani alla centrale di polizia alle ore 10,30.”

 

Ci sarò.”

 

Rientrai a casa. L’indomani mattina, chiesi a Martin e a Fanny di accompagnarmi in commissariato, arrivammo precisi alle 10,30. Straker, il commissario della zona, era a conoscenza delle mie indagini e sapeva cosa avevo in mente. Ci accolse in una delle sale delle riunioni.

 

Fanny, Martin, John, voi vi chiederete per cosa vi ho convocati qui quest’oggi, semplice, voi sapete che io sono un commissario di polizia. Da quando sono arrivato qui, non ho fatto altro che indagare sul caso “Rosy”, giungendo infine ad una conclusione, su cui mi sono confrontato con il commissario Straker, che è d’accordo con le conclusioni a cui sono giunto.”

 

Parta pure Maurice, sono curioso di sapere come ci presenterà la questione” disse Straker che pur sapendo già il susseguirsi dei fatti era ansioso di conoscere le reazioni dei protagonisti.

 

Allora, le cose sono andate in questo modo: il signor qui presente John Curry era l’ex fidanzato della nostra vittima Rosy Jones, i due però avevano rotto perché Rosy confessò a John di aver una storia d’amore, con il qui presente Martin Stuart…”

 

Non è vero!” esclamò Martin “Non ho mai avuto una storia d’amore con Rosy…”

 

Maurice, ti prego cosa stai dicendo?!” disse Fanny

 

Cara Fanny è proprio così invece. Mi spiace” Martin stava per andarsene, quando lo fermai. “Martin non ti azzardare ad andartene, nessuno si deve muovere finche io non avrò finito. Infatti il signor Martin inviò molte lettere alla signorina Jones e passava con lei molte delle sue serate. Fino a che, Martin stufo di tradire la moglie e sostenere il peso delle due relazioni, decise di chiuderne una… scrivendo una lettera a Rosy e dicendo che se avesse detto a qualcuno della loro storia l’avrebbe pagata cara. E cosi fece, ma non perché Rosy avesse parlato a qualcuno della loro relazione ma solo per la paura che lo potesse fare rivelando il loro segreto. Sapeva dell’allergia di Rosy e la l’ha uccisa utilizzando polvere del frutto della passione disciolta nel tè e raccomandando alle hostess di assegnare quel tè alla signorina Jones. “Non è vero Martin?”

 

Martin teneva lo sguardo basso poi disse: “Si è vero!” ma non volle aggiungere altro.

 

Fanny era sconcertata, non poteva credere alle sue orecchie…

 

Martin fu così arrestato per omicidio.

 

Il Commissario tornò a Parigi soddisfatto per aver risolto un caso ma molto addolorato per Fanny che era distrutta dal dolore.

 

Fanny, in attesa di prendere più importanti decisioni, decise di accettare l’ospitalità di Maurice a Parigi. La mia vita da commissario ritornò a scorrere con la sua insolita e inaspettata routine.


LUDOVICA

 

 

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