L'INSOSPETTABILE

 

Amsterdam 9 agosto 2013

 

La signorina Molly Spencer, giovane hostess della “Delta Airline” era solita volare per la tratta New York – Amsterdam. Quel pomeriggio la capitale olandese era particolarmente afosa, ma nonostante ciò i turisti invadevano le strade. Molly si recò al n. 27 di Koestraas dove abitava il signor Bakerr. Doveva ritirare un pacchetto. Quella sera stessa sarebbe ripartita alla volta di New York. Nel solito luogo, al solito orario convenuto e alla stessa persona avrebbe consegnato il pacchetto. Un gioco da ragazzi, non era la priva volta che faceva quella consegna.

 

 

 

 

 

New York 09 agosto 2013

 

Una volta aperto il pacchetto, l’anziano signore appoggiò il piccolo microscopio all’occhio e dopo aver analizzato una per uno le favolose pietre, al fine di verificarne l’autenticità, prese dalla cassaforte una busta a sua volta le consegnò alla ragazza. Molly però restò delusa. La cifra era inferiore a quella promessa. Il ricettatore gli rispose che i diamanti erano meno di quelli accordati con il venditore ed ella rispose che il mandante del pacchetto si era scusato, la prossima volta gli avrebbe consegnato i diamanti mancanti. Dentro di lei la ragazza sapeva perfettamente perché quella volta mancassero delle pietre.

 



 

Miki Farina, quella mattina stava facendo colazione nel suo appartamento in un grattacielo della 5th avenue. Era una poliziotta del 13° distretto di NY, aveva appena risolto un caso di droga che l’aveva impegnata notte e giorno, non era ancora riuscita a recuperare le forze ma sapeva che oggi probabilmente avrebbe dovuto impegnarsi in un nuovo caso. Ma adesso non voleva pensarci aveva ancora un’ora di tempo e doveva riflettere sulla cena che il giorno dopo avrebbe dovuto organizzare nella sua casa. I suoi genitori la venivano a trovare. Loro vivevano in Italia e sarebbero stati da lei per qualche giorno. Aveva già in mente un menù si affrettò quindi a telefonare al sig. Valastro del negozio di alimentari per ordinare tutto il necessario. Era veramente comodo fare la spesa in quel modo perché il sig. Valastro avrebbe fatto portare tutto direttamente a casa sua la mattina successiva. Tommy il garzone del negozio era un ragazzino simpatico, e Miki amava scambiare con lui qualche chiacchiera su casi risolti nel suo distretto. Il ragazzo era appassionato di gialli e gli piaceva fantasticare su casi di crimine. Conclusa la telefonata, Miki si preparò, prese la borsa, scese in garage accese la sua Volvo xc 60 e si immise nel traffico.

 

 

 

 

 

 

 

Molly ritornò nel suo appartamento. Anche lei viveva nel grattacielo del 5th avenue, lo stesso del detectiv Miki. Si fece una doccia e si cambiò d’abito. Dopo pochi minuti bussarono alla porta. Raimondo Santiago, un losco individuo con precedente penali, entrò nell’appartamento. Molly gli consegnò una busta. Raimondo controllò il contenuto, “mancano dei soldi” affermò. “Lo so” rispose Molly “il vecchio sostiene che ultimamente è diventato rischioso rivendere i diamanti e che quindi si deve accontentare di un guadagno inferiore”. Santiago non sembrava convinto ma, lasciò l’appartamento. Giunto in macchina fece una telefonata, “la ragazza ci vuole fregare, ho il sospetto che abbia sottratto dal pacchetto alcuni soldi, cosa devo fare?”.

 

Dall’altra parte del telefono una voce disse “bisogna eliminarla”.

 

Tommy quella mattina doveva consegnare la spesa alla signorina Miki. Quando fu nell’ingresso del palazzo fu attirato da delle urla che provenivano dalle cantine. Incuriosito scese una rampa di scale e girò l’angolo.

 

Stesa in terra senza vita giaceva Molly Spencer, vicino a lei un uomo di origine messicana le stringeva con le mani il collo. Tommy rimase immobile, ma lo sparo di una pistola lo destò. Lasciò cadere in terra la scatola che conteneva la spesa della detectiv Farina e scappò spaventato. Raggiunto l’ingresso del palazzo incontrò Miki.

 

Hanno ucciso la signorina Molly” gridò. “Calmati, calmati” disse Miki, “e dimmi cosa è successo”.

 

Tommy raccontò quanto aveva visto. Si vedeva che era agitato, non riusciva a stare fermo, toglieva e metteva il suo cappellino da baseball tanto che ad un certo punto lo lasciò cadere in terra. Era tutto sudato e continuava a guardarsi intorno. Quando Miki capì la situazione si recò in cantina dove però non trovò nessun indizio. Nessun cadavere, in terra solo la sua spesa sparpagliata sul pavimento. Anche gli agenti del reparto investigazioni scientifiche, giunti sul luogo, ispezionarono la stanza alla ricerca di qualche prova, ma niente. Il capitano Sam Jhonson, il superiore della detectiv, interrogò a sua volta il giovane Tommy. Una volta ascoltata la versione del garzone, Jhonson non sembrava convinto. “Questa è la mia ipotesi: quel ragazzo si è inventato tutto, nessun cadavere, nessun proiettile è stato ritrovato. Manca soltanto la signorina Molly. Il sergente Smith sta’ cercando di rintracciarla, ma non è a casa sua e non risponde al telefono. Ho saputo che quel ragazzino si era innamorato di lei, probabilmente si è dichiarato ma è stato rifiutato così lui l’ha uccisa e ha nascosto il corpo da qualche parte, visto! ho trovato anche il possibile movente”. “No Tommy è un bravo ragazzo non può aver fatto una cosa così grave, deve esserci un'altra spiegazione e io risolverò l’enigma” disse la detectiv. “Non farti ingannare dalla sua faccia d’angelo, o dal suo aspetto da bravo ragazzo tutto in ordine con il suo cappellino in testa, sono falsi indizi, potrebbe essere un assassino. Hai solo un giorno di tempo per scoprire se il ragazzo dice la verità altrimenti lo farò arrestare”.

 



 

Quella sera Miki assorta nei suoi pensieri preparava la cena. Tra poco sarebbero arrivati i suoi genitori. Improvvisamente si fermò il pacchetto di zucchero attirò la sua attenzione. Era bucato e perdeva il suo contenuto. Versò tutto lo zucchero in una ciotola e con sua grande sorpresa trovò un proiettile. Ecco dov’era finito il colpo. Tommy aveva detto la verità qualcuno aveva ucciso Molly Spencer e non aveva agito da solo.

 

Il giorno dopo la detectiv portò il proiettile ad analizzare. Mentre aspettava i risultati decise di andare nelle cantine del suo palazzo, aveva un sospetto. Scese le scale, e si avvicinò alla cantina più vicina al punto in cui Tommy aveva visto il corpo di Molly. Era chiusa, sforzò la serratura ed entrò. Vicino ad uno scaffale trovò la borsa della giovane scomparsa. Al suo interno il portafogli, i documenti identificativi e una ricevuta rilasciata da un locale di N.Y. che si occupa di giochi d’azzardo. Un posto noto alla polizia perché si giocava illegalmente ed era gestito da gente poco raccomandabile. Cosa aveva a che fare Molly con quelle persone. L’avrebbe scoperto presto.

 

 

 

Quella notte Miki fu svegliata dal suono del suo cellulare. Un collega dalla stazione di polizia l’avvisava che era stato ritrovato il corpo della giovane hostess. Non gli avevano sparato, era stata strangolata. Ma c’era un'altra novità era stato ritrovato anche il corpo di un'altra persona. Si trattava di un uomo sui trentacinque anni, dall’aspetto un messicano che rispondeva al nome di Raimondo Santiago. All’uomo avevano sparato al cuore e il proiettile estratto era uguale a quello ritrovato nel pacchetto di zucchero. Una fatalità o un legame tra i due omicidi?

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno dopo Miki fece vedere la foto di Santiago a Tommy. Il ragazzo non esitò, ero lo stesso uomo che aveva visto vicino al corpo di Molly in cantina.

 

La detectiv era sempre più vicina alla risoluzione del caso, doveva solo accertarsi di un paio di cose, poi avrebbe avuto in mano tutte le prove per incastrare il vero colpevole.

 

Si mise al computer e cercò informazioni circa il “Poker club” il locale che aveva rilasciato la ricevuta trovata nella borsetta della ragazza morta.Spesso la polizia aveva fatto irruzione nel locale. Ma due nomi in particolare attirarono la sua attenzione: quello della Spencer, arrestata e subito rilasciata e quella di un insospettabile collega. Aveva trovato quello che cercava. Aveva risolto il caso.

 

Si recò nell’ufficio del capitano Jhonson, bussò alla porta. La voce del capitano la invitò ad entrare, Miki gli disse di aver risolto il caso della hostess, il capitano le fece cenno di sedersi . “Raccontami cosa hai scoperto” disse il capitano. Miki inziò il suo racconto: “Molly Spencer hostess della Delta Airline era solita volare da NY ad Amsterdam e ritorno. Durante i suoi viaggi la ragazza contrabbandava diamanti, in effetti chi mai avrebbe sospettato e perquisito un’assistente di volo?. Ho anche scoperto che Molly aveva il vizio del gioco d’azzardo e che aveva accumulato un debito con il proprietario del poker bar, una somma importante, si parla di 50.000 $. Probabilmente durante l’ultimo scambio, Molly, ha trattenuto una parte del denaro o dei diamanti, questa è una mia congettura.

 

Ciò non è sicuramente piaciuto ai trafficanti che la costringevano al contrabbando che hanno quindi pensato di ucciderla. Santiago era solo un esecutore. Il vero mandante era lei capitano Jhonson.”

 

Jhonson la guardò sbalordito, “Miki sei impazzita cosa c’entro io in tutta questa storia?”.

 

Ho sospettato di lei capitano quanto mi ha detto di non fidarmi del giovane Tommy, se non ricordo male le sue parole sono state non farti ingannare dalla sua faccia d’angelo, o dal suo aspetto da bravo ragazzo tutto in ordine con il suo cappellino in testa perché potrebbe essere un assassino, ma quanto lei ha interrogato il garzone, Tommy non aveva più il cappellino in testa, gli era caduto nell’atrio del mio palazzo mentre mi raccontava l’accaduto. Solo il secondo uomo, che era in cantina con Santiago e Molly poteva aver visto il ragazzo. Inoltre il proiettile trovato nel pacchetto di zucchero, corrisponde a quello estratto dal corpo del messicano; questo calibro è in dotazione solo al corpo di polizia degli Stati Uniti. Ma non è tutto. Il nostro distretto ha fatto numerose incursioni presso il poker bar e guarda caso a capo della squadra di polizia c’era sempre lei.

 

E’ stato lei ad arrestare Molly, ma quando ha scoperto che lavoro faceva, ha capito che in cambio della libertà, avrebbe potuto costringere la ragazza ha contrabbandare le pietre”. Dopo un attimo di silenzio Miki chiese al capitano: “Perché?”.

 

Complimenti Miki” rispose il suo superiore. “Non ho alibi che possano giustificare il mio gesto, semplicemente amo i soldi più di ogni altra cosa, specialmente quelli facili da guadagnare”.

 

Entrarono nell’ufficio due agenti in divisa, dapprima intimoriti non osarono avvicinarsi al capitano ma fu lui stesso ad alzarsi dalla sedia, si mise la giacca e si avvicinò alla porta. Prima di uscire si girò verso la detectiv e disse “L’allieva ha superato il maestro” e se ne andò.

 

MICHELA

 

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