INDAGINE RIUSCITA

 

Un portavalori viaggia guidato da un autista con vicino un compagno, diretto verso Milano sull’autostrada del Sole, con l’incasso di un supermercato.

All’improvviso si affiancano due potenti automobili che bloccano il portavalori e dalle quali scendono quattro persone armate intimando alle guardie giurate di aprire il furgone.

I due uomini scendono con le mani alzate.

I banditi hanno il viso coperto da un passamontagna.

Con l’uso della dinamite fanno saltare la portiera e riescono a portare via le casseforti che contengono il denaro.

Fuggono velocissimi sulle loro auto.

Uno dei quattro rapinatori durante l’esplosione perde una catenina d’oro che lui aveva rubato in una gioielleria.

Le due guardie giurate chiamano la polizia che arriva rapidamente.

Per poter lavorare con calma fanno deviare le auto e chiudono quel tratto di autostrada.

Nello svolgere il sopralluogo trovano un gioiello prezioso.

Vengo incaricato dalla polizia come investigatore.

Insieme ai miei colleghi controllo le descrizioni dei gioielli rubati nelle migliori gioiellerie di lusso e scopro la descrizione di quella che era stata trovata nel furgone.

L’orafo che era stato derubato aveva riconosciuto il ladro strappandogli il passamontagna.

Ne era nata una colluttazione dalla quale l’orefice ne era uscito ferito ed il ladro era scappato.

L’orefice aveva notato che l’uomo del furto aveva una cicatrice.

Controllando lo schedario delle persone che avevano già commesso dei furti, abbiamo scoperto la fotografia di un uomo che aveva una vistosa cicatrice.

Era una vecchia conoscenza della polizia perché a causa dei tanti furti era stato arrestato già tante volte.

Lui ha sempre negato di aver partecipato alla rapina al furgone.

I due conducenti del portavalori avevano riconosciuto la sua voce quando li aveva minacciati.

Il mio compito da investigatore è finito con un ottimo risultato.

 

MARCO

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