IL TRUCCO

 

Un mercoledì, mentre stavo cucinando, il telefono squillò.

 

Risposi e una voce cupa e misteriosa mi disse : “Buon giorno!, non si ricorda di me?”.

 

Non mi ricordavo proprio, cercai in qualsiasi modo di immaginare chi fosse.

 

Sono Poirot, tuo zio! Sai che hai uno zio?”.

 

Certo che mi ricordo, anche se sei lontano, ti ho telefonato, però la tua voce è cambiata!

 

Cos'è successo? Ti hanno ucciso il gatto o c'è stato un delitto?

 

No, il gatto c'è ancora, però devi farmi un favore. Ho un caso importante da risolvere ma devo partire per l'Africa .Devi accompagnarmi. Ne ho bisogno”.

 

Partì subito per Londra, portai con me tre valige, in una di queste, c'erano vari oggetti utili per le investigazioni, dalle più facili alle più difficili, però ero talmente agitata che pensai che, una volta arrivata, sarei andata subito in albergo e da li la mia avventura sarebbe iniziata.

 

Quel giorno cominciai a indagare sull'avvenuto. Era stato commesso un grave delitto! Era stato ucciso un direttore,(tra i più importanti), della banca europea, Harry Verne.

 

Senza di lui, il denaro non poteva ne uscire, ne entrare in qualsiasi conto.

 

Cominciai con le testimonianze.

 

Iniziai dalle persone presenti e al lavoro il giorno dell'omicidio. Il primo che interrogai fu il sign. Morley, uomo sospettoso, aiutava spesso Harry nelle mansioni complicate e nei casi dove le persone erano impazienti e fuori di testa.

 

Mi raccontò che quel giorno aveva parecchi clienti. Tutti avevano ritirato somme di denaro tranne uno che li aveva incassati già due mesi prima, su strani conti bancari.

 

Mi feci dare tutti i nomi dei suoi clienti, anche del personaggio, per lui, strano.

 

In seguito, interrogai la signora Marily, ragazza socievole e disponibile, non dava sospetti.

 

Lei mi disse che aveva avuto pochi clienti, tutti chiedevano informazioni e niente di più

 

Per sicurezza, chiesi anche a lei tutti i nomi delle persone venute la mattina.

 

In fine, interrogai l'ultimo testimone, il sin. Lewis : lui si che mi fece rimanere perplessa, quando raccontò la sua versione dei fatti. Cercai conferma, come pensavo!

 

Lewis aveva mentito. Quella mattina, non servì nessun cliente, ma bensì, andò a bersi un caffè più di una volta, vicino allo studio del sign. Verne.

 

Andai subito dal sign. Lewis che confermò tutto.

 

Aveva paura, continuava a urlare che qualcuno, o per meglio, quel qualcuno, l'aveva incastrato.

 

Lui sapeva chi fosse: mi disse anche che, nemmeno una settimana fa, gli era giunta una lettera indirizzata e senza nome, dove c'era scritto che sarebbe andato nei guai. Queste erano minacce per farlo impaurire e far ricadere i sospetti su di lui.

 

Dalle testimonianze però tutto questo era reale, poteva essere sospettato, poiché aveva solo controllato varie carte.

 

L'altra parte della giornata era stata trascorsa davanti ad un buon caffè potendo pensare al modo di ucciderlo senza lasciare prove importanti.

 

Indagai più profondamente sul corpo. No era stato ucciso in banca, ma si presume che stesse tornando a casa, percorrendo una strada che dal meteo sembrava nebbiosa.

 

Era caduto da un precipizio.

 

Mi parve strano poiché quella strada la percorreva tutti i giorni ed avrebbe dovuto conoscerla bene per percorrerla con la nebbia.

 

Mi ricordai che molti anni fa erano già successi incidenti così, ma il colpevole non fu mai scoperto, in mancanza di prove.

 

Però pensai che una strada così, avrebbe dovuto avere una videocamera per scoprire il colpevole di tutti quei delitti. Andai dalla polizia e controllammo. Harry era alla guida di una Mercedes bianca e una Ferrari nera, lo sorpassò un po' prima della curva decisiva per Harry.

 

Per me la Ferrari nera nascondeva un segreto : era stata la macchina nera o Harry si era distratto?

 

Questa domanda fu il vertice del caso.

 

Se fosse stata una distrazione di Harry sarebbe inutile indagare!

 

Scoprimmo in seguito che una Fiat blu, era dietro la Mercedes, però il guidatore, vedendo il fatto si era fermato e aveva chiamato l'ambulanza.

 

Andai a interrogare questa signora, che si chiamava Milly Twain. Era dipendente in un negozio di abbigliamento.

 

La signora fece una dichiarazione più completa, dichiarando che la Ferrari girò a destra, mentre la Mercedes a sinistra.

 

Questo mi parve molto strano!

 

Disse anche che vide un braccino spuntare dal finestrino : erano mani da donna, portava bracciali e unghie da donna nere.

 

Cominciai dalla Ferrari, ne rintracciai i proprietari nella zona.

 

Due strani personaggi : uno dei due aveva dei braccini piccoli, con dei bracciali come nella descrizione.

 

Furono convocati subito, insieme ad altre due coppie.

 

Ascoltai tutte e tre le coppie ; la prima erano due fidanzati, ma nessuno dei due aveva particolari che portassero alla testimonianza della donna, la seconda coppia, erano due ragazze con piccoli braccini ma dissero che braccialetti così non ne avevano e le unghie finte non le avrebbero mai indossate poiché costavano troppo e l'ultima coppia era formata da due ragazzi.

 

Di loro il mio sospetto era rivolto a quello più magro, con tanti braccialetti che quasi quasi non gli permettevano di muovere il braccio.

 

Tra tutte le coppie trattenemmo la terza, un altro particolare si aggiunse: il ragazzo che mi insospettiva indossava unghie finte, blu, da donna.

 

Gli facemmo un molte domande, quella per me più importante era: Chi guidava? Con titubanza rispose che quel giorno guidava l'amico.

 

Cominciai a ragionare, la signora Twain aveva detto di aver visto un braccio con braccialetti e mani con unghie finte,.

 

Lei era scesa da sinistra, cioè dove si guida e non da destra perché c'era il fianco della montagna.

 

Quindi vuol dire che quello con i braccialetti era a sinistra, cioè dove lei è scesa, altrimenti come faceva a vedere la mano!

 

Quindi lei, era alla guida!

 

Lo sapevo, l'ho sempre saputo che quello che sospettavo era realtà.

 

Tutti e due confermarono con amarezza.

 

Però mi dissero: “Lei non ha prove che noi lo abbiamo fatto cadere dal precipizio!

 

Voi vi sbagliate, dissi, voi in macchina avete una canna da pesca, alla quale avete attaccato dai fari posteriori. Avete superato il sign. Verne e avete lanciato i fari a sinistra facendo credere che voi andavate a sinistra invece siete andati a destra. Compiuta la missione, avete acceso i fari originali della Ferrari, andando dalla parte desiderata.

 

Mi dovete però spiegare il motivo.

 

Allora l'accusato disse: “Harry era nostro amico. Abbiamo fatto una rapina anni fa e lui sentendosi in colpa, ha spifferato tutto, tenendo per se i soldi.

 

Inoltre, ci ha fatto aumentare la pena di venti anni.

 

Tutto questo perché diceva che noi avevamo tentato di ucciderlo, ma tutto era inventato per tenere il bottino!”.

 

Arrestati tornai a casa e subito Poirot mi chiamò : “Ciao, sei stata grande, hai fatto proprio un buon lavoro!”, allora dissi, si lo so ma mi è bastato, se vuoi che ne risolva un' altro ci rivediamo tra trenta anni.

 

Veronica

 

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