LA BICICLETTA DI TEO

“Qualcuno mi aiuti!!!!!!!”.

Sento questa voce dall’appartamento vicino, in piena notte... 

Il mio istinto mi spinge ad andare a vedere. Busso alla porta, ma nessuna risposta. Busso ancora e ancora e ancora. Finalmente mi apre una donna in lacrime: suo figlio, Teo, quella sera, non era ancora tornato e la polizia non lo avrebbe cercato se non il giorno dopo. Che fare? Posso lasciarla qui senza muovere un dito?

Penso: magari un po’ di informazioni non farebbero male.

Chiedo alla mamma, sempre in lacrime: ”Dov’era la sera prima?”

Lei dice:” Era andato all’oratorio per una festa… non so bene di cosa si trattasse, mi aveva promesso che sarebbe rientrato non più tardi di mezzanotte.”

“Bene. Grazie.”

Non è un grande aiuto, ma è già qualcosa per cominciare.

Cerco indizi. Il piano è: andare all’oratorio e bussare alla casa del parroco, anche se un po’ di vergogna mi turba, vista l’ora tarda.

Decisa busso. Vedo la luce al piano di sopra che si accende. Don Giuseppe mi apre. Gli spiego la situazione e lui mi dà un primo indizio: Teo non era alla festa.

Dove sarà andato? Torno a casa per vedere se la bicicletta è ancora in garage, ma mi rendo immediatamente conto che non c’è.

Non sapendo dove andare a sbattere la testa, mi avvio lentamente verso il lungo mare ed arrivo fino al molo; sento una sirena in lontananza e vedo due gatti randagi che litigano furiosamente per accaparrarsi del cibo. Improvvisamente un riflesso di luce alla base di un lampione mi fa vedere una bicicletta appoggiata per terra. “Ma è la bicicletta di Teo”! Vicino alla bicicletta noto le sue scarpe e i suoi vestiti accuratamente riposti; in quell’istante mi accorgo che poco lontano dalla riva si sentono delle voci e degli schiamazzi. Aguzzo la vista e con mia somma sorpresa intravedo Teo con altri due suoi amici che giocano e scherzano su una piccola barca. Mi metto ad urlare per attirare la loro attenzione e farli ritornare a riva. Una volta giunti a riva mi spiegano che volevano trascorrere una serata diversa dal solito e non si erano resi conto del tempo che passava. Riaccompagno Teo a casa dalla mamma che appena lo vede lo riabbraccia pur essendo anche un po' arrabbiata. La mamma mi ringrazia e io me ne torno a letto consapevole di aver fatto felice una persona.

 

ELENA

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