IL MISTERO AFRICANO

Era un lunedì mattina ed era una giornata piovosa, ma già m’immaginavo il sole splendente della Sardegna. La partenza della Ryan Air era prevista per le ore 12:00 ma io ero in aeroporto a Milano già alle 9:55. Data la puntualità, me la presi con comodo così andai a fare colazione al bar. Stavo già ordinando un cappuccino quando il mio collega, vice veterinario John, mi chiamò per dirmi che dovevo correre subito in Congo perché uno degli elefanti africani appena nati non stava bene.

 In quel momento mi sentii un po’ triste perché avrei dovuto rinunciare alla mia bellissima vacanza in Costa Smeralda, tuttavia pensando ad un elefante sofferente mi dimenticai subito della vacanza. Mi recai di corsa a cambiare il biglietto e scoprii che l’aereo per il Congo era partito da 10 minuti.

Richiamai subito John per dirgli che non potevo raggiungerlo perché l’aereo per il Congo era appena partito. John mi disse che avrebbe fatto lui il vaccino al piccolo Mendie.  Andai a casa con quel pensiero che mi balenava nella testa. Quel giorno passò lento fino a quando, finalmente, arrivò l’ora di andare a dormire. Quella notte non chiusi occhio un solo secondo. Alla mattina mi richiamò John per dirmi che Mendie era morto la notte stessa.

 Andai subito in aeroporto per chiedere se c’era qualche volo immediato per il Congo Fortunatamente mi dissero che l’aereo partiva alle 10:00 quindi dopo 10 minuti. Chiamai John per dirgli che sarei arrivata entro 8 ore. Andai sulla navetta che porta all’aeroplano e salii su, dove mi misi in prima fila per scendere per prima. Il viaggio prevedeva una durata di 8 ore con scalo al Cairo. Vicino a me sedeva un signore un po’strano: si chiamava Billy Mendew e aveva la barba lunga fino al petto, capelli lunghi fino alle spalle, basso di statura e paffutello.  

Aveva dei vestiti logori che davano l’impressione che fosse povero. Gli chiesi che lavoro facesse e lui mi disse che commerciava con l’Africa ma non mi seppe spiegare bene cosa commerciava. Arrivati al Cairo mi presi una pausa in un bar e lì trovai una mia amica delle elementari: Johana. Chiacchierammo un po’ e lei mi disse che aveva trovato lavoro al Cairo in un’azienda petrolifera.

Passata l’ora di scalo ritornai in aereo. Ero molto ansiosa di vedere quel povero piccolo elefantino e capire come mai era morto. Finalmente alle 18:00 arrivai al Congo. Andai a noleggiare una macchina con 4 ruote motrici e mi diressi verso la città di Kinshasa dove si trovava il mio ambulatorio veterinario per animali selvatici. Lì si trovavano i miei 2 colleghi, John e Mary, vicini a Mendie.

L’elefante era disteso sul pavimento dell’ambulatorio. Chiesi subito a John e a Mary come mai fosse morto. Loro dissero che probabilmente non aveva cibo a sufficienza. Dopo questo fatto decisi di assumere Sally: una trent’enne che si occupava di fornire la quantità di cibo adeguata ad ogni elefante. Chiamai il signor Blue per portare via Mendie. Decisi di stare in Congo ancora per due giorni. Il giorno dopo accolsi Sally e vidi che era una ragazza molto in gamba e preparata.

Era una ragazza del luogo che aveva una grande passione per gli animali, in particolare per gli elefanti.  Aveva tre fratelli e quattro sorelle e viveva in un villaggio in città. La notte fu un po’meglio, però ancora non riuscivo a capire perché Mary e John non si fossero presi cura di Mendie correttamente.

Per prendermi un giorno di relax assoluto decisi di andare a fare una gita al mare, a Luanda in Angola.

Non vedevo l’ora di buttarmi nell’acqua cristallina dell’oceano Atlantico.

Quando mi tuffai scoprii che l’acqua era caldissima!

Essendo molto freddolosa, potei restare in acqua per molto tempo e godermi il mio unico giorno di vacanza di tutto l’anno. 

Arrivò il tramonto. Me lo ricordo ancora oggi quel tramonto così magico con tutte le sfumature di caldi colori africani.  Per un attimo mi sembrò di rilassarmi davvero.

Più tardi mi incamminai verso l’ambulatorio.

Arrivata a Kinshasa, andai a controllare gli elefanti e vidi che la mamma di Mendie,  Lucy, era morta anche lei…stava succedendo qualcosa di strano...

Andai a vedere in che stato era il giardino immenso dello studio veterinario e lì incontrai Albert, il giardiniere.

Gli chiesi se dovevo comprare qualche diserbante o qualche spray per le piante, e lui mi disse che mancava lo spray anti cocciniglia, lo spray anti afidi e il diserbante.

Mi diressi da Peter, un uomo che aveva il negozio “Plant and Plant” e da lui comprai tutto il necessario che poteva servire ad Albert.

Quando tornai, consegnai al giardiniere gli spray e il diserbante e lui mi disse che li avrebbe spruzzati il giorno successivo.

Alla sera avvisai John e Mary sulla morte di Lucy.

Fu una notte insonne e con molti incubi.

Quando alla mattina mi sveglia avevo molta fame perché la sera precedente non avevo toccato cibo.

Andai all’ambulatorio e lì trovai solo Mary perché John aveva il giorno di riposo.

Andai a vedere se era successo qualcosa agli elefanti, infatti… era morto anche Moon, il padre di Mandie.

Ispezionai la zona e, ad un certo punto, vidi per terra una siringa.

La portai subito in laboratorio.

Andai a salutare Albert e lo vidi disperato…il diserbante era calato tutto d’un colpo.

Andai in laboratorio per analizzare cosa conteneva la siringa.

Pareva ci fosse dentro il diserbante.

Cercai di chiamare John e Mary per dirgli che era morto un altro elefante e che nel loro recinto avevo trovato una siringa contenente il diserbante, ma nessuno dei due mi rispose.

Andai a casa di John senza avvisarlo e vidi un uomo da dietro che correva.

Mi sembrava una persona che avevo già visto.

Sembrava avesse in mano due zanne lunghissime di un elefante adulto.

Entrai nella lussuosa casa di John, parlammo un po’ e mi offrì un caffè.

Stavo buttando il bicchierino usa e getta del caffè quando vidi tanti barattoli di plastica con le etichette staccate.

Andai a casa con molti sospetti e aspettai l’ora di cena leggendo un libro: Theodore Boone l’accusato.

L’appetito non mi mancò, poi andai a letto.

Alla mattina mi alzai di scatto pensando che fosse tardi invece erano solo le 6:30.

Feci colazione in un bar poi andai dagli elefanti.

Incontrai Sally e vidi che dava il cibo agli elefanti.

Mi sentii sollevata perché sapevo che di lei potevo fidarmi. Andai da John a perlustrargli la casa di nascosto e ad un certo punto il cuore iniziò a battermi fortissimo… vidi i tre elefanti senza zanne dietro casa sua.

Andai subito a chiedergli spiegazioni ma vidi che lui non era in casa.

Gli lasciai un biglietto con su scritto: appena puoi chiamami.

Mentre percorrevo il sentiero polveroso per arrivare all’ambulatorio, improvvisamente mi ricordai di Billy Mendew, lo strano signore dell’aereo.

Ecco a chi assomigliava la persona che stava fuggendo dalla casa di John con in mano le zanne!

Quindi John uccideva gli elefanti con i diserbanti che ho trovato nel suo cestino di casa, vendeva le zanne a Billy che le esportava nel mondo.

Non mi restava che chiamare la polizia…

 

SARA

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