Venerdì 7 giugno abbiamo rappresentato lo spettacolo: “COME SPINTI DA UNA FRUSTA INVISIBILE”, che ha visto impegnati la mia classe con la seconda A. Abbiamo recitato al teatro di Sospiro. Ci siamo recati nel pomeriggio e mi ha condotto in quel luogo per me sconosciuto mia mamma. Quando sono entrata non ho visto i miei compagni ma solo il teatro, sono rimasta in silenzio per sentire la mia anima commuoversi. Il teatro era piccolo ma accogliente, c'era molta oscurità, mi sembrava di essere già in mezzo al mare; le onde mi portavano diritte al palco dove avrei recitato. Mi dava un po' di angoscia, preoccupazione e terrore. Quando scoccò l'ora dell'inizio dello spettacolo tutti eravamo sdraiati dietro al sipario. La paura mi assaliva, mi avventava, il mio respiro era pesante da sopportare. Ero nervosa, il mio cuore era inquieto, batteva a mille allora. L'agitazione mi turbava, avevo paura di non farcela. Ero sudata dai piedi alla testa, era come se ci fosse un lupo che mi aggrediva forte, ma io con audacia e con gagliardia lo affrontavo. Quando si aprì il sipario l'“IO” pieno di paure e di insicurezze divenne invisibile e iniziò a venire fuori il vero IO che non ha paura di nulla, se ne infischia di tutto e non ha insicurezze, dubbi perché è uguale agli altri. Gli occhi divennero fissi verso il pubblico. Eravamo dei marinai che dovevano svolgere un lungo viaggio con Colombo alla scoperta delle Indie.
Recitammo in coro, sulla nave dovevamo svolgere dei lavori. Io dovevo issare le vele. Altri dovevano dormire, altri giocavano a carte, altri pulivano, altri giocavano a dadi, altri pescavano e infine altri bevevano il vino. Mi piaceva quando le professoresse facevano passare sulle nostre teste un velo, che assomigliava ad un'onda del mare. In quel momento mi sembrava di volare, di dimenticare tutto quello che facevo. Era come se fossi in paradiso, sognare e contemplare le stelle e la luna. Vedere il mondo diverso e soprattutto le persone cambiare. Quando toccò al mio gruppo di recitare la mia fronte non era più sudata come era prima. Mi sono fidata di me stessa e mi sono detta” DEVO STARE CALMA E NON MI DEVO AGITARE!!!!”. Anche se mi sentivo il formicolio allo stomaco, ho provato delle belle sensazioni. Quando il sipario si è chiuso, ero molto soddisfatta di tutto quello che avevo fatto, è stata un'avventura magnifica. Anche se all'inizio fare teatro non mi ispirava per niente, è stato bellissimo e sono stata benissimo insieme ai miei compagni. Colombo mi ha fatto capire che non mi devo arrendere mai. Devo sempre guardare avanti, affrontare le mie paure. Imparare a chiedere aiuto e non fare le cose sempre da sola.
AVRIL
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