Il teatro, era proprio uguale come me lo ricordavo.

Il teatro, era proprio uguale come me lo ricordavo. Come faccio a ricordarmelo? Be’ facile perché ci ero già stato in quinta elementare con la mia classe.

Le emozioni erano un po’ le stesse come se andassi allo stadio in mezzo a tutta quella gente che conoscevo e no.

All’inizio non mi piaceva perché non riuscivo a entrare bene fino in fondo nel ruolo che mi era stato chiesto e allora mi metteva a chiacchierare con gli amici e alla fine la professoressa mi richiamava spesso.

Ma dopo, nel finire delle lezioni con Max, ho capito che l’ unico modo per eseguire correttamente il mio lavoro era quello di non pensare a cose stupide che mi giravano intorno  ma di concentrarmi solo su quello che devo fare e cioè LAVORARE.

Un aspetto positivo è che non era una classica lezione in classe ma un esperienza comune al di fuori del nostro ambiente (la scuola) pur essendo  ancora con i miei con i miei compagni. La rappresentazione oltre al teatro di Sospiro l’abbiamo presentata anche in piazza Stradivari in mezzo a tantissime persone e questo per me non è stato emozionante.

Se devo trovare un aspetto negativo dell’esperienza fatta a Sospiro è sicuramente la data. Infatti  era il 7 giugno e faceva un gran caldo e io ero con camicia e pantaloni lunghi e sudavo tantissimo, ma la compagnia era OTTIMA e mitica.

Dopo varie prove di coordinazione eravamo pronti per il gran finale, dove devo ammetterlo le professoresse hanno veramente pazientemente creato un lavoro straordinario.

Il teatro era pieno zeppo; quando ci siamo messi in posizioni le mie sensazioni erano diverse non so il perché ma ho provato un enfasi così sfrenata che mi veniva voglia di cantare, recitare, sfogarmi dare tutto me stesso. Ho pensato anche che durante il percorso che ci ha condotto all’esibizione finale ho fatto un percorso personale e dovevo dimostrare che ero migliorato.

Infatti mi sono controllato e ho ritrovato la calma, ma in quello stesso momento il buio del silenzio.  A volte il silenzio urla  molto più forte dello chiasso di uno stadio. E il buio era così oscuro, tetro, malinconico ma pieno di vita.

E finalmente il sipario si aprì e così il nostro lavoro venne alla luce definitivamente in modo così naturale che sembravamo veramente i personaggi creati per la rappresentazione.

Nel mentre non so come è venuto, dato che io non lo visto, ma ho vissuto in prima persona la storia.

La  mia mamma e di altri genitori  che ho potuto sentire mi hanno confermato che  è stato davvero bello  ed ha trasmesso delle emozioni.     

Che ne dice prof ci siamo riusciti a trasmettere gioia e bellezza?

Tommaso

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Commenti: 3
  • #1

    TOMMASO TRONCO (martedì, 21 gennaio 2014 19:15)

    GRANDE SONO STATO GRANDE. COME SEMPRE

  • #2

    karina (domenica, 26 gennaio 2014 14:46)

    Non montarti troppo la testa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  • #3

    TOMMASO TRONCO (domenica, 26 gennaio 2014 18:49)

    MI SONO FATTO SOLO UN COMPLIMENTO!!!!!!!!