SCOPRIAMO LE NOSTRE PASSIONI

 

Alla scoperta delle nostre passioni, confrontandoci con la strada percorsa da alcuni grandi uomini

 


MARIO UGGERI

IL racconto che mi rappresenta è sicuramente la storia di Mario Uggeri: “Una dote particolare”. Vorrei raccontare brevemente la storia percorsa da quest’uomo perché dopo sarà più facile raccontare la mia.

E’ nato in un paesino sperduto in mezzo ai campi e ai cavalli. Suo padre aveva la passione e una dote naturale per il disegno di cavalli. Anche se non è mai andato a scuola di disegno riusciva magnificamente a “sdoppiare” i cavalli con la loro fisionomia e la copia si incollava sul foglio o sulla tela. Mario ha imparato da lui, e in particolare la fauna equina. A scuola era bravissimo in arte e tutti i lavori più importanti e artistici li affidavano ad Uggeri. La sua infanzia non è stata bellissima come se la sarebbe immaginata, però, ha avuto il futuro parallelo e attinente al sua più grande desiderio: la vita da pittore. Un giorno andò a visitare la Cappella Sistina. Rimase lì tutto il giorno e tutta la notte. Rimase insieme al “passato”. Il mattino seguente lo trovarono addormentato per terra e la prima cosa che disse fu che non aveva toccato niente. Le guardie gli diedero da mangiare e gli chiesero il motivo per cui non si accorse dell’orario di chiusura. La sua risposta fu spettacolare: “Ero in ammirazione …”. Da grande fece il fumettista, mi dispiace un po’, però è sempre meglio di niente. La mia storia è simile alla sua anche se c’è un’evidente diversità: la mia vita è appena incominciata ed è ancora prematura. Non mi ricordo bene da chi ho imparato a disegnare ma ricordo che ho sempre avuto la passione e l’interesse per la natura soprattutto quella selvaggia. Ho migliorato enormemente in questi anni perché mi sono interessata particolarmente nel disegno a matita e a colori. Riesco anch’io a “sdoppiare” la mia fonte d’ispirazione con la vera sfumatura o a volte un po’ fantastico, e la copia si incolla sul foglio. In certi casi non riesco a capire qual è il mio disegno e qual è la base d’ispirazione. L’arte per me è il mio passatempo preferito. Forse le due storie non sono così tanto simili, ma dentro di me, sento che c’è qualcosa di profondo che ci unisce ma non si può spiegare con parole comuni e “mortali”. Ripensandoci, forse, c’è qualcosa che ci accomuna. Quando Mario vedeva il padre disegnare si accorgeva che il suo volto si illuminava, come, la prof Beccari quando disegna o quando insegna a noi “pivelli” l’arte del disegno. Quando guardo la prof negli occhi capisco le sue sensazioni, a volte anche negative, perché si vede subito che l’arte è la sua passione più profonda. Questo si vede in ogni professore e in ogni persona al mondo:

dagli occhi si può vedere il mondo.

Karina

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La passione per qualcosa: “Le lingue straniere”.

 

Claudio Abbado è il figlio di un musicista. Da piccolo si chiedeva cosa fosse il “Mondo della Musica”. A volte lui andava a spiare il padre. Era stupito. Abbado vedeva suo padre che aveva sempre in mano il violino. Abbado si domandava: “Io non so questa lingua”. Ogni giorno Abbado vedeva sempre gli alunni di suo padre, lui vedeva anche sua madre. Sua madre suonava il pianoforte. Un giorno Abbado ebbe l'ispirazione di suonare il pianoforte. Abbado suonava il pianoforte con suo padre. Le lezioni di suo padre erano sempre dure e determinate. La prima lezione di pianoforte era stata un cataclisma. Alla fine Abbado aveva capito che fare musica con qualcuno non voleva dire tanto sapere suonare quanto saper ascoltare. Per Abbado un brano musicale significava saper ascoltare attentamente, accettarlo e comprenderlo fin nei suoi angoli più misteriosi. Nella vita come nella musica è indispensabile saper ascoltare gli altri per poterli seguire. Ho capito che se si vuole suonare in tanti bisogna sapersi accordare con gli altri. La capacità di ascolto è una delle cose essenziali per lo sviluppo della lingua, soprattutto straniera. Il suono delle parole sono come il suono di uno strumento musicale. Io mi sono appassionata alle lingue straniere quando per la prima volta sono arrivata in Italia. Io ho sempre desiderato parlare nella mia madre lingua che è l'inglese, perché quando ero piccola, in India mi parlavano in inglese. Mi sarebbe piaciuto imparare bene questa lingua fin da piccola. Ora voglio impegnarmi per imparare bene questa lingua perché è la lingua parlata nella mia terra d'origine. Mi piacerebbe fare un viaggio là. Mi piacerebbe visitare il luogo dove sono nata. Mi piacerebbe indossare i sari dell'India, mi piacerebbe conoscere le loro usanze e vorrei sentire la fragranza della mia terra. Impegnarmi significa darmi da fare in tutte le materie soprattutto in inglese. Io ce l'ho nel sangue l'inglese e anche le altre lingue. Per raggiungere l'inglese spesso si fa fatica è come andare in cima alla montagna, però quando arrivi alla meta si hanno tante soddisfazioni. Io farei di tutto per imparare bene le lingue. Il mio cuore era sempre attaccato alle lingue straniere perché le consideravo come un mezzo per raggiungere il grande scopo della mia vita.

 

AVRIL

 

 

 

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